Tra i frutti dimenticati della nostra bellissima terra di Puglia stavolta parliamo di due forse tra i meno conosciuti e, purtroppo, ormai rarissimi da reperire. Si tratta delle Nespole e delle piccole mele Azzeruolo, entrambi sono oggi spesso denominati “frutti minori”, ma che un tempo erano molto diffusi tra le coltivazioni pugliesi e tanto apprezzati dai nostri avi. Da alcuni anni si torna a rivalutare, a porre attenzione, a riscoprire letteralmente, sia le proprietà, che le caratteristiche e gli innumerevoli utilizzi di questi frutti che celano una loro storia. Il merito di questa valorizzazione si deve ad alcuni esperti, studiosi ed a progetti istituzionali che stanno lavorando molto per recuperare queste antiche varietà.
Durante il secolo scorso, come noto a tutti, la frutticoltura, nella nostra regione, era molto più diffusa di oggi, un vero e proprio patrimonio di biodiversità, dal valore inestimabile, che sarebbe un peccato dimenticare. Un patrimonio genetico, che in tempi di cambiamenti climatici, di cui tanto si parla, soprattutto nell’ultimo periodo, può essere molto importante. Una curiosità, forse non tutti sanno che in molti paesi salentini sono molto diffuse le varietà di frutta scolpite nella pietra leccese tra le decorazioni di chiese e palazzi nobiliari.
Parliamo ora del nespolo, il nespolo comune è un piccolo albero che raramente raggiunge i cinque metri di altezza. Ha un portamento piuttosto irregolare, i rami degli alberi più giovani sono spesso spinosi, mentre i rami degli alberi più vecchi tendono a ricadere. Le loro foglie sono grandi, ovali, inizialmente opache per la presenza di peluria. Fiorisce solitamente a maggio, il frutto, la nespola, è tondeggiante, con un diametro di due-tre centimetri, una buccia particolarmente resistente che per caratteristiche e colore ricorda il cuoio. Ha cinque semi, duri e legnosi.
Passiamo ora a conoscere meglio l’Azzeruolo, un albero cespuglioso, dal legno molto duro, capace di resistere bene anche in zone molto aride e dai terreni calcarei. Come altri piccoli frutti, la maturazione è tardo-estiva/autunnale. Il frutto, simile ad una piccola mela di massimo cinque centimetri di diametro, può essere consumato fresco ma è ancora più apprezzato in marmellate e confetture. Ha un sapore molto particolare, tra l’acidulo ed il dolciastro, questa peculiarità fu decantata da Monsieur Noisette, nobile cronista d’origine francese, che nell’800 descrisse gli azzeruoli italiani come i migliori al mondo. Il frutto, se consumato fresco, è una miniera di proprietà antiossidanti, allo stesso tempo è anche diuretico, ipotensivo e cardiotonico. L’Azzeruolo si rivela utile anche in alcune preparazioni, ideale, ad esempio, nelle macedonie, come nelle insalate, per donare un sapore rinfrescante, per la preparazione di confetture, marmellate, ma lo si può conservare anche in alcool o grappa e farne un liquore.
Foto credit: Domenico Cafarchia