Bottega Di Lernia, un’evoluzione nel nome del vino che dura da sessantacinque anni

Il valore delle storie non è solo dettato dal lungo scorrere del tempo che le caratterizza, ma dalle evoluzioni che negli anni subiscono, dalle numerose trasformazioni che determinano cambiamenti, spesso voluti, altre volte inaspettati, che profuma di vita vissuta.

La storia dell’attuale Bottega Di Lernia di Trani nasce sessantacinque anni fa dall’idea di Michele De Cillis, produttore di vino pugliese, che ebbe l’intuizione di far aprire al papà di Nicola Di Lernia, il signor Michele, che nei periodi di vendemmia era il cantiniere dell’azienda, una locanda a Trani dove si vendeva vino sfuso e la mamma di Nicola, la signora Teresa, 90 anni il prossimo settembre, preparava piatti molto semplici, generalmente pasta, brasciole o le tripicelle, la trippa di cavallo, che all’epoca si accompagnavano con tanto Brandy e tanto Vermuth. Dal 1957 ad oggi tanti cambiamenti hanno interessato questa attività, che dalla semplice locanda, con l’arrivo di Pasquale Di Lernia ha assunto un taglio un po’ più commerciale, che affiancava alla vendita del vino sfuso, core business principale del negozio, anche la vendita di altre bottiglie di vino. E poi nel ’90 terminata la leva militare subentra anche Nicola Di Lerinia, trasformando l’attività in una vera impresa di famiglia. L’evoluzione da locanda a enoteca conta sessantacinque anni di vita e mille passaggi e tanta voglia di crescere formandosi sul campo, non solo con gli assaggi ma anche frequentando corsi per sommelier.

Attorno alla Bottega si sviluppa un gruppo di amici appassionati che dal 2006 coltiva la passione enoica mettendosi alla prova con delle degustazioni alla cieca, la passione cresce ma va anche alimentata e i fratelli Di Lernia non smettono mai di farlo. L’ingresso di Michele, il figlio di Pasquale, all’interno dell’attività porta La Bottega a compiere un’evoluzione virtuale con la realizzazione del sito ecommerce e con la realizzazione del progetto che ha visto trasformare il nome della ex Bottega del Vino in Bottega Di Lernia. La scelta di voler inserire il loro cognome sull’insegna è la testimonianza di quanto l’edentità famigliare sia il perno su cui tutto ha ruotato.

Cos’è oggi Bottega Di Lernia?

Bottega di Lerinia oggi rappresenta l’evoluzione della nostra famiglia, ci siamo rafforzati nel nome di un valoro per noi fondamentale. Fino a giungo del 2022 l’attività era intestata a mio fratello Pasquale, il mese successivo con l’ingresso di mio nipote Michele, che io reputo come se fosse il mio terzo figlio maschio, è stata impressa una nuova sterzata all’attività. Michele si è occupato del passaggio della Bottega nel mondo virtuale e devo dire che lui è un grande anche sotto il profilo commerciale. Fino agli anni ’80 l’insegna era: La Bottega del Vino di Michele De Cillis, infatti tanti pensavano che noi ci chiamassimo De Cillis, oggi il voler inserire il nostro cognome è come se volessimo rafforzare questo legame per noi unico, l’essere una famiglia.

In questi anni anche il vino pugliese, come voi d’altronde, ha subito un’evoluzione positiva. Quali sono i vini che non possono mancare a casa?

Professionalmente mi piace pensare alla Puglia del vino con una visione a 360 gradi, personalmente preferisco i vini prodotti nella zona del Castel del Monte. La prima Doc in Puglia è Sansevero, ma non si può non pensare al grande lavoro che è stato fatto nella Valle ‘D’Itria negli ultimi 15 anni soprattutto sui vini bianchi, dove si sono realizzate bottiglie dalla grande eleganza. Sono un amante dei vini bianche ma credo che Il Nero di Troia sia un vitigno di cui essere orgogliosi.

Qual è il segreto per portare avanti da sessantacinque anni un’attività come questa?

Io non lo reputo un successo lo reputo uno sforzo quotidiano che abbiamo costruito passo dopo passo, assecondando i cambiamenti storici all’attività.

A chi vuoi dire grazie?

Io e i miei 3 fratelli dobbiamo fare una statua a i nostri genitori, la memoria di papà ci dava tanto e mamma ancora ci supporta e fa da collante con tutti noi. Noi siamo figli di contadini e le nostre origini ci hanno fatto capire quanto tutto, anche le piccole cose, hanno un valore nella vita. Mia moglie Isabella è la mia sorgente d’equilibrio, mi permette di vivere tranquillo sia a casa che a lavoro, è una rosa senza spine, che mi è stata a fianco riuscendo a trasmettermi forza e supportando le mie scelte professionali.

 

 

 

 

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