“Cicale di Puglia”, il progetto nato per scoprire il lato naturalistico della Puglia

È necessario spingere lo sguardo oltre i luoghi più acclamati della Puglia, come le spiagge del Salento, i trulli e i borghi imbiancati della Valle D’Itria, per scoprire un modello di turismo più sostenibile e di prossimità, che valorizza territori meno conosciuti, ma altrettanto ricchi di storia.

Seguendo questa traccia, Marcello Carrozzo – di professione guida ambientale escursionistica –ha dato vita a “Cicale di Puglia”, un progetto nato per promuovere i luoghi e l’enogastronomia di Crispiano, suo paese di origine, che proprio nel territorio, caratterizzato da masserie, gravine e grotte, custodisce la sua ricchezza. Pur essendo meno noto della vicina Martina Franca, Crispiano è tra le mete favorite di chi ama il turismo naturalistico. È considerata infatti la tappa più green della “Rotta dei due mari”, il cammino percorribile a piedi e/o in bici che parte da Polignano per arrivare a Taranto.

Per riconoscere il giusto valore al suo territorio, Marcello ha quindi deciso di creare una raccolta di itinerari escursionistici guidati che raccontano storia e identità dei luoghi percorsi, come la via dei briganti, quella degli asini e ancora delle masciare. Gli itinerari prevedono soste dedicate alla degustazione di prodotti tipici o ai laboratori esperienziali per scoprire antiche tradizioni, come la preparazione delle erbe officinali.

Motore del progetto è senza dubbio la passione di Marcello per l’escursionismo, che, dopo aver lavorato come guida e collaborato alla realizzazione della Via Ellenica, è diventata a tutti gli effetti la sua professione, ma anche la voglia di offrire agli ospiti della sua struttura ricettiva, Masseria Urbana, esperienze dal grande valore identitario che promettono di trasformarli in residenti temporanei della comunità.

CICALE SINERGICHE

Integrazione è la parola chiave del progetto che punta a coinvolgere le associazioni del luogo, le aziende agricole dislocate lungo gli itinerari – a cui è affidata l’organizzazione delle degustazioni di vini, formaggi e altre tipicità – e i comuni limitrofi. Infatti, oltre agli itinerari del Grand Tour delle Cento Masserie, che si snodano prevalentemente nel territorio di Crispiano, Cicale di Puglia propone quattro tour “extra urbe” che attraversano i comuni di Statte, Massafra, Martina Franca e Taranto. Il progetto, patrocinato da tutti i comuni coinvolti, rientra tra i luoghi convenzionati con il FAI – Fondo per l’Ambiente italiano.

«Dopo aver studiato il territorio e percorso in prima persona strade, grotte e sentieri, ho creato nove itinerari e una ciclovia che compongono il Grand Tour delle Cento Masserie – afferma Marcello Carrozzo –. Ogni sentiero attraversa una porzione di territorio con identità specifiche e comprende luoghi di interesse visitabili, come la chiesa di San Michele in Triglie. La Via dell’Angelo percorre gli antichi sentieri micaelici, la Via di Dioniso è legata ai vigneti di Amastuola, la Masseria Russoli con gli asini di Martina Franca o ancora la Masseria Cigliano con le sue sorgenti. Molti itinerari includono il passaggio attraverso proprietà private, che per la prima volta sono state coinvolte nel progetto. Il nostro obiettivo è anche quello di regolamentare un comparto turistico, fino ad oggi lasciato al caso, è infatti molto diffusa la cattiva abitudine di attraversare queste proprietà senza richiedere l’autorizzazione».

L’ACCOGLIENZA DI MASSERIA URBANA

Le masserie sono protagoniste del progetto di Marcello Carrozzo, che proprio di una masseria ne ha fatto un ricovero per ospitare viaggiatori lenti, pellegrini e famiglie. La particolarità sta nella sua posizione, è infatti l’unico esempio ancora esistente a Crispiano di costruzione semi rurale inglobata nel centro storico. Da qui il nome di Masseria Urbana.
Circa trenta anni fa Marcello acquista la struttura e dà il via ai lavori di ristrutturazione, rispettando il suo valore identitario. Nella corte interna un orto e un gallinaio, a disposizione degli ospiti, richiamano al ritmo semplice e lento della vita contadina, che ritorna anche nei laboratori esperienziali a cui è possibile partecipare, tra cui la panificazione con grani antichi e la lavorazione della ceramica.

«La struttura era composta da un vecchio palmento in cui si produceva vino – continua Marcello Carrozzo – oggi diventato un ostello che accoglie i viandanti, mentre la stalla è stata trasformata in un appartamento dedicato all’ospitalità delle famiglie. Durante i lavori di recupero ho scoperto una cisterna ipogea di 27.000 litri, utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana con cui irrighiamo l’orto dove coltiviamo le tipiche orticole, tra cui il pomodoro giallo rosso slow food. La sostenibilità è un altro aspetto a cui tengo molto, la struttura è infatti dotata di impianto a biomassa per il riscaldamento, impianto solare termico per l’acqua calda e compostaggio domestico. E poi ci sono l’orto e le galline che ci regalano verdure e uova a metro 0».

 

 

 

 

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