“Sento il mare dentro una conchiglia, Estate…”, come accade tutte le volte in cui arrivo in un luogo per la prima volta, mi viene immediatamente in mente una canzone. Questa volta è il turno di Jovanotti mentre arrivo a Bisceglie presso Il Lido “La conchiglia”.
È in centro, è il prototipo della vera e propria “Spiaggia Urbana”, un luogo in cui si respira l’aria di paese, dai profumi di pane e di taralli al finocchietto selvatico alle botteghe alimentari e infine al vociare dei pescatori intenti a selezionare il loro pescato, inserendolo nelle varie cassette per poi venderlo. Questo è davvero toccare con mano la vita di paese, perchè ti tuffi in centro dove trovi un porticciolo ameno con tante barche colorate e tanti locali tutt’attorno.
Tuttavia, in questo luogo c’è stata un’accoglienza diversa, non solo all’arrivo sul porto, ma anche all’ingresso del lido La Conchiglia a Bisceglie… una pergola ed una vite con tantissimi grappoli rigogliosi di acini d’uva di colore giallo verdognolo: un benvenuto inaspettato in un lido. La cosa mi ha suscitato un senso di creatività: come se la vite avesse partorito un luogo a cui trasmettere tante idee quanti sono i grappoli d’uva che porta su di sé. Ricchezza e bellezza da donare non solo agli ospiti locali, bensì anche al turista che arriva dopo aver fatto tanti chilometri per vedere le bellezze pugliesi.
Dopo aver varcato la pergola – sono arrivata in loco al tramonto – vengo rapita dalla bellezza naturale del luogo e, soprattutto, dal rumore del mare le cui onde si infrangono sulla battigia fatta di ciottoli bianchi. Alzi lo sguardo e noti che sventola la bandiera blu di cui con tanto orgoglio ci parla Nicola Pertuso, proprietario del Lido dal 2018, avendo recuperato dopo anni di abbandono questo luogo, ancora vivo nella memoria dei più anziani, allorquando – siamo nei primi anni ’60 – il suo nome era “La Conchiglia Adriatica” ed era meta ambita e ben frequentata, anche per la presenza di un Dancing piuttosto conosciuto all’epoca. In effetti, mentre cominciamo a parlare, la prima cosa che senti è il rumore della risacca ed allora capisci perché il motto del Lido è “Senti che mare “.
Nicola, noto anche per essere Presidente provinciale della FIPE, del cui Direttivo Nazionale è pure componente, ha voluto fortemente rinaturalizzare questo luogo, dando spazio ad una Natura come elemento che va vissuto. Il luogo, così come l’ha voluto intendere e valorizzare Nicola Pertuso, infatti doveva essere sinonimo del “Buen Vivir”, che egli traduce in Vivere Bene:” È un concetto che va oltre il benessere individuale e si concentra su una vita armoniosa, equilibrata e sostenibile, con un forte legame con la natura e il rispetto per l’ambiente”, ci dice. Il mare di Bisceglie, come abbiamo appena detto, è Bandiera Blu.
La peculiarità di questo tratto costiero è quello di essere formato da ciottoli bianchi e di tutte le forme; alcuni sembravano possedere la forma di alcune regioni italiane, altri varie forme di cuore, altri ancora richiamano alla mente oggetti a noi familiari di uso quotidiano, la nostra fantasia si sprigiona e non si ferma più…
È proprio questa caratteristica composizione della costa che permette di avere un mare trasparente dai riflessi color turchese. Il Lido consta di 120 postazioni di ombrelloni oltre a 9 baldacchini di grande comfort, che consentono di poter comodamente ospitare fino a 300 persone. Ecco perché sono tante le persone che percorrono svariati km per venire fin qui. I baldacchini appaiono particolarmente eleganti, con tende di color sabbia e cinturini legatende in cuoio.
Ci sono anche parecchie cabine, molto caratteristiche, ognuna ispirata ad un tema diverso, tutte in legno con la particolarità delle maniglie fatte di ciottoli. Inutile dire che si coglie subito tanta attenzione al bello e ad un raffinato ricorso ai materiali di recupero, dalle lampade che illuminano la trattoria alle sedute realizzate con i tronchi di legno recuperati e con i cuscini del colore del cielo. La cucina è a vista, con tutte le piantine di basilico e menta davanti ai nostri occhi. Accanto alla cucina – ispirata ai piatti della tradizione biscegliese di Cosimino, a base di mare – troviamo poi il bar, dove c’è una bella selezione di cocktail curata da Gianni dell’Olio di Botanicals & CO2.
Nicola ci dice convinto di avere fatto una scelta sin dall’inizio: quella di fare sistema con gli artigiani di Bisceglie. Il leitmotiv è la Puglia, anzi Bisceglie: “Chi viene qui deve poter fare una esperienza pugliese, deve poter apprezzare, ad esempio, le tettoie di travi di fiume con il cannucciato, niente di industriale tutto artigianale. Fare una esperienza territoriale immersiva, dall’architettura alla cucina all’utilizzo esclusivo dei prodotti locali. Anche la cucina a base di prodotti di mare ha una sua filosofia: il rapporto quotidiano con i pescatori del luogo, che ogni giorno ci vengono a portare il frutto del loro lavoro.
Ritengo che in tutto questo vi sia un filo conduttore basato sulla coerenza del pensiero che lega i vari aspetti di questo luogo: questa coerenza ha avuto una risposta immediatamente positiva, perché tutti i turisti che arrivano da noi a Bisceglie scelgono un livello di offerta medio alto, perché non a caso impieghiamo 36 dipendenti, che per un piccolo stabilimento è tanto, ma consente la possibilità di fare due turni di lavoro per garantire un servizio all’altezza delle aspettative: dal prelevarli con la car elettrica all’accompagnarli fino alle postazioni prenotate sino al servizio che comprende il trasporto degli ordinativi da bere o da mangiare fin sotto l’ombrellone. Questo è ciò che fa star bene un ospite. Riceviamo sempre una bella risposta dai turisti. Tra l’altro, abbiamo scoperto che vivono l’esperienza biscegliese a tutto tondo, facendo amicizia e scambiando esperienze con la gente del luogo. Il che fa anche ben intendere che il posto è rimasto genuino e, per fortuna, non si è mai snaturato. In sintesi, è tutto esattamente un investimento sul benessere. La Conchiglia oggi è stare bene, mangiare bene, fare venire fuori tutta la storia del luogo facendone riscoprire l’anima e … rispettandola”.
La clientela è al 50 % straniera ed in questo gioca un ruolo incisivo anche il figlio di Nicola, Andrea, laureato in Economia del Turismo e manager del settore, che ha introdotto una chiave innovativa nella gestione dell’attività d’impresa, avendo oltretutto studiato e lavorato all’estero per parecchi anni. “Contrariamente a quanto di solito avviene nelle attività che tirano” – continua Nicola -, noi abbiamo preferito sottrarre qualcosa al numero di servizi collaterali da offrire alla clientela: offrire più qualità ed innovazione evitando di inflazionarli. Il ristorante funziona a pranzo e cena, abbiamo lezione di Yoga al tramonto due volte a settimana ed alcuni appuntamenti di musica jazz dal vivo”.
In fondo va bene così: lo diceva anche Aristotele 2600 anni fa: quello che si perde in estensione lo si guadagna in profondità.