Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attònita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà...
Chi non ricorda questi versi del grande Alessandro Manzoni, dedicati alla morte di Napoleone Bonaparte?
La poesia è la celeberrima “Il 5 maggio”, tutti l’abbiamo studiata a scuola e imparata a memoria, almeno per quanto riguarda questi versi iniziali. Era il 5 maggio del 1821 quando il grande imperatore francese morì a Sant’Elena, a soli 51 anni, presumibilmente per un cancro allo stomaco. Due mesi dopo, Manzoni gli dedicò quest’ode. Ma perché oggi ho ricordato Manzoni e Napoleone? In realtà sto solo giocando con la data e, chiaramente, il 5 maggio è indissolubilmente legato a questo importante momento storico che tutti ricordiamo grazie ai nostri studi scolastici.
Ci gioco perché, proprio il 5 maggio del 2018, esattamente 197 anni dopo, dopo aver fatto un sogno in cui incontravo Napoleone in una focacceria barese, mi svegliai con una strana idea nella testa, ovviamente molto, molto meno importante e assolutamente – sia chiaro – senza alcuna valenza storica. Ma la coincidenza con una data così importante mi fa sorridere ogni volta che ci penso, anche perché il sogno era davvero surreale, con Napoleone che, vestito di tutto punto, si macchiava il panciotto con il pomodoro caduto dalla superficie della focaccia e, imprecando in francese, minacciava di farmi passare per le armi ritenendomi responsabile dell’incidente. Mi accusava di non averlo avvisato del pericolo di caduta dei pomodorini che è frequentissimo quando si mangia uno “stezzo” di focaccia barese. Mi svegliai di soprassalto a causa di questo timore, perché come sempre accade nei sogni mi sembrava tutto vero!
Comunque, solo pochi giorni prima, esattamente il 13 aprile 2018, il Consorzio della Focaccia Barese, alla presenza dell’attuale vice ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto e all’allora rettore dell’Università di Bari Antonio Uricchio, mi aveva insignito del titolo di “Ambasciatore della focaccia barese nel Mondo”, per la divulgazione di questo meraviglioso prodotto di arte bianca con articoli su giornali, nel contesto di programmi televisivi e radiofonici, oltre che attraverso manifestazioni dedicate. Così, pensando all’inconfondibile sapore della focaccia pensai di realizzare un primo piatto che la ricordasse, profumato di origano, con buoni pomodori, olio extravergine e con le tradizionali olive “baresane”.

Ma come riuscire a riprodurre le sensazioni che si hanno quando si addenta un pezzo di focaccia?
Pensai di spingere la cottura della pasta in padella antiaderente, facendo stringere bene il sugo di pomodoro, profumandolo con origano, e arrivando ad una rosolatura superficiale che ricordasse il morso della focaccia barese, croccante ma umido al tempo stesso. Nel frattempo, facevo rosolare nel forno statico, adagiati in una teglia con poco olio, dei buoni pomodorini tagliati a metà, fino a farli appassire bene.
Il piatto era fatto, tutto sommato semplicissimo, bastava mettere gli spaghetti in un piatto, e completarli con i pomodori, le olive e ancora una generosa manciata di origano. Il risultato fu sorprendente, i sapori della focaccia c’erano tutti e persino la consistenza si avvicinava tantissimo. Quel giorno, il 5 maggio appunto, nacquero gli Spaghetti Focaccia. Pian piano, dopo averla diffusa sui social e presentata in un corso presso la scuola Cibo Academy di Casamassima, ho visto che anche nei ristoranti hanno cominciato a prepararla, qualcuno addirittura spacciandola come un’idea propria, e presentandola come una sorta di variante dell’assassina. Addirittura, qualche mese fa la testata TeleBari ne fece un articolo perché l’avevano ritenuta una “trovata” di un ristorante di Bitetto, notizia poi smentita dallo stesso ristoratore e dai tanti che la commentarono ben conoscendo la verità inconfutabile. Comunque, la vera storia degli spaghetti focaccia è questa e attualmente, che io sappia, sono 4 o 5 i ristoranti dove poterla gustare. Ma, poiché non bisogna essere gelosi delle ricette, ecco quella vera per potervela preparare a casa.
LA RICETTA
Per 4 persone servono:
400 grammi di spaghetti
2 barattoli di salsa di pomodoro
500 grammi di pomodorini (ciliegini o datterini)
una ventina di olive baresane
origano secco
olio extravergine d’oliva
sale q.b.
Mettere in forno a 250 gradi i pomodorini tagliati a metà, con poco olio e sale, finché non saranno appassiti e appena rosolati. In una padella di almeno 30 cm completare la cottura degli spaghetti, precedentemente appena sbollentati per farli piegare, insieme alla salsa di pomodoro con origano. Bisogna arrivare al punto in cui gli spaghetti sono della giusta cottura con il sugo ben rappreso, e poi spingere ancora fino a rosolarli bene, in modo da ottenere una sottile crosticina. Ci vorranno 25/30 minuti.
A questo punto non resta che assemblare il piatto. Con gli spaghetti coprire il piatto quasi a formare una focaccia e aggiungere, in superficie, i pomodorini, alcune olive a piacere e completare con una spolverata di origano, dando quel tipico profumo che, ad occhi chiusi, vi farà pensare di avere davanti una vera focaccia. Provateli e vi assicuro che penserete quanto, in cucina da un’idea semplice, a volte vengono fuori cose davvero incredibilmente buone. E chissà se Napoleone, assaggiandoli e non rischiando più di macchiarsi, mi avrebbe concesso la grazia!
Foto credit: Gianfranco Laforgia e Sandro Romano