Sono passate da poco tempo le feste natalizie e siamo in pieno mese di gennaio, l’inverno si fa sentire, ma non ci spaventiamo di certo e stavolta decidiamo di spostarci verso il Gargano. La nostra meta è uno dei luoghi più suggestivi della nostra meravigliosa Puglia, sicuramente tra i più noti sia in Italia che ben oltre i confini: stiamo parlando di Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia. Famoso soprattutto per il santuario di San Michele Arcangelo, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2011 e meta di pellegrini già a partire dal VI secolo, Monte Sant’Angelo si affaccia sul golfo di Manfredonia. Il suo territorio spazia infatti tra il monte ed il mare, in uno scenario unico che unisce microclimi e bellezze naturalistiche tra loro molto differenti.
Quello che ci affascina e ci cattura non è solo l’aspetto paesaggistico, seppur meraviglioso, di questa località e dei suoi dintorni, la nostra curiosità va oltre fino a volerne sapere di più di uno dei dolci tipici di Monte Sant’Angelo. Oggi vogliamo scoprire le Ostie Ripiene di Monte Sant’Angelo, specialità culinaria di questa zona, che sembra essere legata ad una leggenda molto antica e particolare. Un dolce semplice, per il quale sono necessari pochi ingredienti, ma che racchiude una tradizione che si porta avanti da secoli, ripercorriamo la storia che portò alla nascita di questo delizioso dolce che gli abitanti della cittadina di Monte Sant’Angelo, nel loro dialetto, chiamano anche l’ostia “chjène”.
Siamo intorno al 1600 e tutto ha inizio nel Monastero della Trinità di Santa Chiara, situato a Monte Sant’Angelo. Alcune monache sono impegnate nella preparazione delle ostie sacre da servire durante la celebrazione della Santa Messa. In contemporanea, per pura casualità, una manciata di mandorle cadde in una ciotola contenente del miele caldo, non sapendo come fare per recuperare le mandorle, non avendo a disposizione altro in quel momento, una monaca pensò di raccoglierle con due ostie. Raffreddandosi, pochi attimi dopo, le ostie diventarono un tutt’uno con quello che casualmente divenne il loro ripieno. Il tutto, inconsapevolmente, dette vita, in questo modo, ad un connubio molto particolare tra la dolcezza del miele e la croccantezza delle mandorle tostate, ed ecco svelata la leggenda del tipico dolce di Monte Sant’Angelo.
Un dolce che possiamo gustare a fine pasto oppure accompagnato da un the oppure un caffè in qualsiasi altro momento della giornata. Per chi, incuriosito, vorrà cimentarsi nella preparazione di questo dolce, non avrà che da provare a comporre questa specialità, che non richiede molto tempo ed una particolare maestria. Se riusciamo a procurarci le ostie, ci basterà occuparci del ripieno, gli ingredienti possono variare leggermente a seconda delle ricette. Mandorle tostate, Miele (preferibilmente millefiori), cannella, zucchero semolato, alcuni consigliano l’aggiunta di chiodi di garofano e scorza sia di limone che di arancia grattugiata. Il risultato è una composizione semplice ma ricca di gusto e particolarmente aromatica. Un’esperienza davvero unica, ricca di contrasti tra il candore dell’ostia ed il colore intenso del ripieno, un gusto che ci ha conquistato già al primo morso.
Foto credit: Pro Loco Monte Sant’Angelo