Il vino rappresenta la sintesi perfetta di un lavoro di concerto tra natura e uomo, dove mani e testa devono viaggiare in sinergia rispetto all’evoluzione costante del territorio, per realizzare un prodotto che riesca a emozionare già al primo sorso. Mourad Ouada, venticinque anni d’esperienza nel mondo del vino, da anni si divide tra Italia ed estero per seguire cantine e progetti, realizzando consulenze enologiche personalizzate.
“Sono arrivato in Italia per assecondare la mia passione per il calcio, disciplina e spirito di squadra sono i valori acquisiti dallo sport che ho fatto miei. Sono un uomo libero e orgoglioso delle proprie origini, che hanno sempre rappresentato il mio punto di forza, regalandomi una triplice anima: franco-algerina e italiana”.
In Italia, grazie al suo costante lavoro, ha conquistato una serie di gratificazioni professionali, che l’hanno sempre più legato a questa terra. Il dono più importante ricevuto dal nostro Paese è la sua famiglia e la sua splendida Sara, la figlia che ogni giorno gli ricorda che essere padre è il mestiere più complicato del mondo, ma anche quello più emozionante.
Nel 1995 ha conseguito la laurea in Scienze Agrarie all’Università della Tuscia di Viterbo e dal 1999 ha iniziato a lavorare al fianco dei migliori enologi, tra Italia e Francia, assecondando quella sete di conoscenza che ogni giorno cerca di soddisfare. Nel 2015 ha fondato la sua società, la “Mourad Ouada Enological & Agronomic Consulting”. In vigna e in cantina ama portare la sua visione, confrontandosi sempre prima con il produttore, per cogliere le sue richieste, in modo da realizzare vini aderenti al territorio d’appartenenza, in piena sintonia con le aspettative e volontà di tutti.
“Ascolto sempre il produttore e osservo le vigne, la terra ha un grande potere espressivo. Ogni territorio è diverso, ogni uva ha il suo carattere e io cerco di comprenderlo per ottenerne la resa migliore. Ogni scelta, dalla vendemmia all’affinamento, è un percorso unico per ogni cantina, che amo condividere per renderlo davvero speciale”.
Parliamo del calo generale sui consumi del vino in tutto il mondo, i consumatori chiedono vini dal tasso alcolico più contenuto, come spieghi questa contrazione? Cosa dovrebbero fare le cantine per arginare questa situazione?
Il calo è dovuto a tanti fattori. Sicuramente incidono i cambiamenti climatici, le temperature si sono alzate, una volta il vino rosso si consumava maggiormente, oggi meno, preferendo vini rosati e bollicine. Il calo è dovuto anche alla selezione qualitativa che viene fatta dal consumatore, la qualità ha un prezzo più elevato e quindi si beve meno ma prediligendo vini migliori. In passato con le temperature più equilibrate le due curve di maturazione, fenolica e zuccherina, procedevano lentamente, fino a vent’anni fa, infatti, avevamo vini maturi a tredici gradi come ad esempio i grandi vini francesi. Oggi con l’innalzamento delle temperature vediamo la curva della maturazione zuccherina evolversi più velocemente rispetto a quella fenolica, che determina i tannini, il colore e il grado di acidità di un vino. Questo provoca vini maturi a quindici gradi di alcol. Per ottenere vini dal grado alcolico più basso, così come li richiede anche il mercato attuale, bisogna lavorare tanto in vigna, diradando la pianta e allungando il periodo della potatura secca, da novembre verso marzo.
Mourad, sei spesso in Puglia perché segui quattro cantine, da Minervino Murge a Brindisi, sembra che vitigni come il Primitivo di Manduria e il Negroamaro abbiano perso il loro appeal. Com’è possibile assecondare le richieste del mercato, producendo vini differenti rispetto al passato, utilizzando questi importanti vitigni autoctoni pugliesi?
Dobbiamo cambiare approccio alla viticoltura e all’enologia, così come spesso riferisco agli studenti universitari, non bisogna fossilizzarsi sui testi di viticoltura scritti 50 anni fa, attualmente viviamo tutta un’altra storia rispetto al passato. Se qualcuno dovesse iniziare oggi a impiantare un nuovo vigneto gli consiglierei di realizzare un assesto d’impianto molto più largo, di alzare il cordone del primo tralcio e scegliere dei cloni che maturano meno, optando per dei porta innesti che sono resistenti alla siccità, bisogna cambiare la mentalità sulla potatura secca, allungandola nel tempo. Per produrre dei vini freschi, leggeri, mantenendo un profilo elegante in cantina non si deve concentrare troppo il mosto. Dobbiamo considerare che anche l’approccio al cibo del consumatore è cambiato, che preferisce piatti più semplici e meno strutturati a cui non è necessario abbinare vini troppo complessi.
Qual è la tua previsione per il mondo del vino nel prossimo futuro?
Il Mondo è cambiato perché fino a 30/40 anni fa la più grande produzione di vino avveniva tra Italia, Francia e Spagna e molto meno altrove. Oggi la situazione è diversa perché quasi tutti i paesi del Mondo producono vino, soprattutto i paesi dell’est. Assistiamo a una globalizzazione che rende il vino e il cibo più internazionali per soddisfare le esigenze del consumatore a livello mondiale. Nel futuro la produzione di vino si assesterà su prodotti di grande qualità e freschi, le donne bevono più degli uomini e optano per vini di qualità, nei prossimi dieci anni ci troveremo nel calice vini freschi, di qualità, aderenti al territorio di origine. Il mio metodo si fonda su questi principi: qualità, grande bevibilità e vini caratterizzati dal territorio d’appartenenza.
Marketing e comunicazione sono attività che Mourad Ouada ritiene fondamentali per veicolare il vino: “Possiamo realizzare il miglior vino del Mondo, ma ricordiamoci che deve essere venduto”, afferma l’enologo. Ecco perché le sue consulenze enologiche offrono qualcosa in più, che permette alle cantine di spaziare la propria rete commerciale, attingendo ai contatti d’importatori esteri e distributori nazionali di Mourad, mettendo in contatto domanda e offerta nel modo più naturale possibile. Per Mourad la comunicazione ricopre un ruolo fondamentale, ecco perché ha deciso di affidare a “I Monelli”, un’agenzia di professionisti del settore, la propria gestione comunicativa. La scelta è ricaduta su un’agenzia di comunicazione pugliese perché il suo legame con questa regione è forte, qui c’è la prima cantina che ha creduto in lui e nel suo progetto, decidendo di seguirlo. Mourad ama l’Italia e ama la Puglia.