Nel 2023 che senso ha l’otto marzo? Nell’anno in cui viene eletta Presidente della Cassazione, Margherita Cassano, prima donna a ricoprire questo ruolo a sessant’anni dall’ingresso delle stesse in Magistratura. Se Samantha Cristoforetti è la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale e Il nostro Paese per la prima volta ha come Premier una donna, Giorgia Meloni, allora sorge spontanea la domanda: “Che valore ha festeggiare l’otto marzo?”
A fronte di questi esempi di donne che nel proprio settore ce l’hanno fatta esistono ancora donne che non sono riuscite a rompere quel tetto di cristallo. Allora abbiamo pensato di omaggiare il sesso femminile raccontando tre storie di donne normali, che nella loro normalità risultano straordinarie. Storie di vita in cui il dolore si intreccia a gioie infinite, donne costrette a scegliere se concentrarsi sul lavoro o dedicarsi alla famiglia, donne che hanno fatto scelte fuori dagli schemi ed hanno inseguito strade nuove o almeno mai percorse prima. L’universo femminile è ampio e complicato perché in esso convivono ruoli che molto spesso sono in collisione fra loro. Non avrà senso festeggiare la donna quando non farà più notizia che una di loro ha ricoperto un incarico prima destinato solo agli uomini e quando non si metteranno più davanti a un bivio: lavoro o famiglia.
Rosa Maria Salcuni,
La sua vita ha intrapreso una direzione che lei non ha cercato, alla fine gli eventi si sono susseguiti e li ha assecondati, trasformando una necessità in virtù. Le “mucchine” come ama chiamarle sono le compagne di questo progetto che porta il suo nome.
Il suo desiderio era quello di lavorare nel campo della genomica, poi seguendo i consigli dei genitori ha optato per l’Università di Agraria a Piacenza. Trasferirsi al nord le ha fatto bene perché Manfredonia, la sua città d’origine, le risultava stretta. La sua famiglia ha sempre allevato bestiame, ma Rosa Maria non ha frequentato tanto la sua azienda perché tra le mille allergie diagnosticate, una su tutte quella al pelo degli animali, e l’asma, si è tenuta lontana da questa realtà. L’estate successiva alla discussione della tesi ha mosso i suoi primi passi in stalla spinta fortemente dal suo papà, che desiderava farle acquisire tutte le conoscenze possibili perché nel caso avesse voluto tornare a casa doveva essere in grado di saper fare tutto. Da subito avverte una spiccata sensibilità verso gli animali, a un suo sguardo riesce a comprenderne lo stato di salute e da lì a poco iniziano a piacerle davvero tanto. La genomica si allontana e si avvicina l’idea di tornare in Puglia, il suo allevamento dista solo 5 km in linea d’aria dal Duomo di Manfredonia e in lei nasce l’idea di trasformare quello spazio incontaminato in un’oasi di benessere al servizio di chiunque ne senta l’esigenza, anche solo per chi volesse leggere un libro sotto un albero. All’inizio del primo lockdown nasce la sua produzione casearia, puntando su prodotti diversi dagli altri. La mancanza del casaro ufficiale getta Rosa Maria in questo mare di latte e da quel momento non smette di realizzare latte in bottiglia, yogurt, dolci e le sue “Fantacaciotte” nate sotto il periodo natalizio che lei condisce con uvetta, pistacchi, fichi secchi proprio come se fossero dei panettoni. Oggi le sue caciotte sono arricchite dagli ingredienti più disparati frutto della sua effervescente creatività. Questo progetto ha il nome di “Le Mucche di Ros” e oggi conta 170 capi, ai quali Rosa Maria dedica tutte le sue giornate dalla mattina alle 6 fino alla sera tardi, le sue mucche mangiano solo materie prime da loro prodotte, abolendo qualsiasi mangime dalla sua azienda. Oggi Rosa Maria alla soglia quasi dei trent’anni è stanca ma felice e non ha più bisogno di assumere antistaminici perché le sue mucche l’hanno salvata.
Maria Grazia De Nigris
Il sushi l’ha salvata da un momento buio della sua vita, oggi è mamma di due splendide bimbe, Giulia e Bianca, ed è carica nell’affrontare la sfida che si è imposta di raggiungere.
Maria Grazia De Nigris ha 38 anni, una parentesi romana per seguire i corsi triennali allo Ied e poi il ritorno a Bari dove affiancava il papà nell’attività d’ingrosso d’abbigliamento di famiglia. Durante il suo tempo libero lavorava al ristorante di Andria che il papà aveva aperto con alcuni amici, che poi purtroppo ha chiuso. Il 2017 è l’anno peggiore della sua vita, la perdita della mamma a seguito di una lunga malattia l’ha svuotata internamente devastandola e facendole perdere l’entusiasmo. Di quel periodo si descrive come se avesse il cuore completamente congelato. In questo periodo totale di confusione decide di partire per raggiungere il compagno che viveva a Livorno, qui si dedica a realizzare cose che la fanno stare bene e le permettono di focalizzare il pensiero su altro che non sia il dolore. Per quattro mesi frequenta un corso d’inglese, legge tanti libri e partecipa a un corso di sushi con una chef livornese e s’innamora di tutti gli aspetti legati alla preparazione e conservazione di questo piatto. A febbraio 2019 scopre di essere incinta della sua prima figlia, il compagno riesce ad ottenere il trasferimento a Bari e poi arriva il Covid. In questo periodo impazzisce e inizia a comprare tutto il materiale che serve per la realizzazione del sushi, nel 2021 scopre di essere incinta per la seconda volta. A Bari vivevano in un attico vista mare di 60mq ma con l’ampliarsi della famiglia mutano anche le esigenze di spazio e così decidono di trasformare quella casa in un B&B chiamato “La Dimora sul Mare”. A Pasqua saranno definitivamente operativi, la colazione sarà preparata da Maria Grazia, che ha attivato anche una convenzione con il centro osteopatico presente nello stabile per poter fornire ai clienti una serie di massaggi e servizi tipici dell’hotel. Finalmente la sua passione per il sushi prende forma, preparando, per i clienti che lo desidereranno, pranzo e cena a base di sushi. Maria Grazia sta completando l’ultimo corso con un sushi chef cileno e prepareranno un menu specifico, considerando la materia prima barese. Il suo obiettivo è iniziare a preparare sushi per i clienti della Dimora sul mare per poi aprirsi a un pubblico più ampio, senza voler puntare a un ristorante. Determinata, sa dove vuole arrivare ed è consapevole che gli impegni che arriveranno saranno da calibrare con il suo essere mamma. Le sue figlie sono sicuramente la sua forza ma Maria Grazia vuole andare avanti in questo progetto di sushi d’asporto perché è un desiderio che ha con lei dal 2017. Di lei dice: “Sono troppo determinata. Ho acquisito più sicurezza in me stessa. Mi sento carica più che realizzata”.
Stefania Urso
Ha affrontato e vinto sfide lavorative sempre più grandi, ma punta a trovare il suo equilibrio tornando a vivere in Puglia. Dinamica, solare e dal carattere forte, le fragilità preferisce tenerle per sé.
Alto profilo formativo, prima la laurea in Economia e Marketing all’Università di Parma e poi il master sempre nello stesso settore con il Sole 24 Ore a Milano. Dal 2007 lavora nella divisione marketing della Nestlè Italia, occupandosi come prodotto dei Baci Perugina. Questa esperienza è una palestra formativa che le permette di raggiungere competenze importanti per quanto riguarda lo sviluppo del prodotto, il packaging e la comunicazione. A un certo punto Stefania avverte che quello non è più il suo posto e sottostare alle logiche delle grandi aziende non le permetteva di far emergere quel suo scalpitante spirito imprenditoriale. Nel 2013 conosce Savino Muraglia alla Rinascente di Milano, che si trovava lì proprio per promuovere il suo olio. Si piacciono professionalmente e di lì a breve inizia la loro collaborazione che dura da dieci anni, Stefania ammette che questo incontro è stato per lei il suo punto di svolta. Con lui ha compreso quale dovesse essere il suo posto nel Mondo, al fianco di realtà pugliesi proprio come quella di Savino, che potesse aiutare attraverso le conoscenze acquisite. Stefania, classe ‘85, è di Andrano, paesino della provincia di Lecce e da anni si divide tra Milano e la Puglia. Nel 2016 apre con i suoi due amici Rossella e Vincenzo in soli quaranta giorni “Gusto17”, una gelateria artigianale a Milano. Il nome s’ispira al fatto che oltre ai sedici gusti sempre presenti è possibile ogni settimana assaggiare il Gusto 17, quello del desiderio, che viene realizzato in base alle indicazioni che ricevono dai propri clienti. Il gelato piace, Vincenzo segue dei corsi e si occupa della produzione, Stefania lascia la Nestlè mentre l’amica lavora presso QvC. Nel 2018 aprono un secondo punto vendita, Milano è una città con 400 gelaterie e la loro in poco tempo riesce a farsi notare, conquistando il riconoscimento dei due coni dalla Guida del Gambero Rosso. Nel 2022 la Rinascente di Milano li vuole come prima gelateria all’interno dello store di Piazza Duomo, e anche “La Voce”, il bar vicino al Teatro La Scala di Aimo e Nadia acquista i loro gelati. Hanno collezionato collaborazioni di alto livello, sviluppando prodotti come stecco lecco e gelati biscotto adatti a questi tipi di strutture puntando a diventare il gelato confezionato artigianale per i lidi balneari e gli hotel. Tramite Savino entra nel progetto Muma, primo Gin Pugliese. L’ultimo progetto la vede coinvolta anche nel turismo, riuscendo a realizzare il suo sogno e quello della famiglia, trasformando la villa a Diso, frazione di Andrano, con i due ettari di ulivi annessi, in un luogo ricettivo con sette stanze diviso su due livelli: “Petra Sud Est Charme”. Il 2022 è l’anno dell’apertura ufficiale di questa struttura pensata come se fosse una casa unica con piscina. Stefania si è concentrata fino ad oggi solo sul lavoro, portando la sua asticella a spingersi sempre più in alto e sente di non essere in completo equilibrio e il forte richiamo alla Puglia contribuisce a destabilizzarla. Tra i suoi prossimi obiettivi c’è quello di vivere in Puglia in pianta stabile perché come lei stessa dice: “Un uomo o una donna non può vivere di solo lavoro, voglio tornare in Puglia perché solo lì potrò raggiungere l’equilibrio che sto cercando anche a livello privato”.