Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif si racconta in un’inedita intervista

Ci siamo incontrati a Bari presso l’hotel in cui alloggiava, per registrare insieme una puntata di “Caro Marziano”, il suo divertente programma su Rai3, e la prima cosa che gli ho chiesto è stata come dovessi chiamarlo, se Pierfrancesco oppure Pif. “Io sono come il Papa – mi risponde sorridendo – ho perso il mio nome. Giusto mia madre, forse, mi chiama Pierfrancesco, io sono Pif ormai”.

Un mese prima ero stato contattato dalla segreteria di produzione del suo programma “Caro Marziano”, per registrare una puntata dedicata alla focaccia barese, e mi chiedevano di fargli da cicerone, ruolo che ho accettato con grande piacere.

Il mio compito era di accompagnarlo nei panifici di Bari per carpire storie e segreti della focaccia barese e, tra una chiacchiera e l’altra, non ci è voluto molto perché tra me e lui si instaurasse una bella sintonia.

Ma tu sei a Bari solo per la focaccia?

 In realtà ci sono per mille motivi. Certo, mi sono appassionato alla focaccia barese e sono venuto a fare la puntata di Caro Marziano, il mio programma in onda dal 9 gennaio su Rai3, poi vedremo cosa ne uscirà. Quindi abbiamo scelto alcuni focacciari tra i più significativi e rappresentativi, non i migliori, il criterio è quello di raccontare non è quello di fare una classifica, perché in una città grande come Bari ci sono tantissimi panifici, impossibile girarli tutti.

Poi, però, presenterò anche il mio libro a Bari, Bisceglie, Barletta e Lecce, La disperata ricerca d’amore di un povero idiota, edito da Feltrinelli. Anzi no, forse a Barletta vado per un’altra puntata del programma, dove incontrerò un musicista che ha raccolto i testi scritti da musicisti ebrei nei campi di concentramento. Ormai confondo le cose, è un mese e mezzo che faccio questa vita e unisco le presentazioni del libro alle puntate di Caro Marziano.

Sì, ora che mi ricordo, a Barletta vado per incontrare Francesco Lotoro, il musicista che ha raccolto tutte queste musiche e le suona.

In questi giorni hai assaggiato la cucina pugliese?

Ho mangiato Riso cozze e patate, le orecchiette e un panzerotto molto grande, che in realtà credo sia un calzone, ma quando è fritto diventa panzerotto”.

Eh no Pif, il calzone a Bari è un’altra cosa, non è il panzerotto, ma una sorta di pizza chiusa con vari ripieni, il più tipico è quello di cipolle. Inoltre a Bari devi stare attentissimo a non sbagliare l’ordine degli ingredienti della tiella, già c’è l’eterna diatriba tra Riso patate e cozze e Patate riso e cozze, adesso mi dici Riso cozze e patate, qua mi scateni l’inferno!

Ma, dimmi, che ne pensi della nostra cucina?

 Mah, io essendo siciliano sono ovviamente di parte, non per questo si può dire che la migliore sia la nostra cucina, semplicemente è quella che mi viene più familiare, è il mio cibo, quello con cui sono cresciuto. Dopo la Sicilia per il mio palato c’è quella pugliese, di solito più semplice, meno ricca. Ma poi è anche sbagliato generalizzare perché più che parlare di regione bisognerebbe parlare di zone. Ad esempio se vai nel trapanese c’è l’esaltazione del tonno, a Catania sanno fare benissimo le granite, in altri luoghi magari ci sono altre cose.

 Hai assaggiato altro?

Tonnellate di focaccia. Mi avete ammazzato, in ogni panificio c’è scappata una fetta, volevo morire! (ride).

Ma quando sei in giro riesci a mangiare a pranzo e a cena?

 In realtà io sono molto da focaccia. A Palermo da ragazzo mangiavo tanti calzoni, pizzette, l’arancina rigorosamente con la A finale, quindi è più quello il mio cibo. Prima proprio non sentivo il bisogno di andare nei ristoranti, ho cominciato a frequentarli molto tardi.

Parlami del tuo nuovo libro “La disperata ricerca d’amore di un povero idiota”

È un po’ un capitolo che si chiude, di solito in ogni libro che scrivo c’è sempre un mafioso o comunque un elemento da criticare, punto il dito contro qualcuno. Invece per una questione un po’ di età a anche probabilmente per essere diventato padre, ho scritto un libro sull’amore e sulla ricerca dell’amore, cosa che non avrei mai detto nella mia vita.

 È uscito da pochissimo, come sta andando?

 Incredibilmente sta andando bene, è il terzo libro che scrivo per Feltrinelli. Non c’è il solito contesto, non c’è il cattivo, ma nelle storie d’amore, spesso ma non sempre, il nemico sei tu e quindi è un libro un po’ strano.

Ok, lo comprerò e lo leggerò. Ma che ne pensi se la prossima volta andiamo in giro per spaghetti all’assassina?

 No, in realtà a me tutto ciò che ha una crosta croccante e bruciacchiata non piace. Le lasagne o, ad esempio, gli anelletti palermitani, quando sono croccanti non mi piacciono. Non so dirti, questa cosa dura al palato mi fa vomitare. Qualche mese fa mi sono ritrovato ad assaggiare questi piatti facendo il giurato ad un festival, e ho stabilito che non sono per me. L’assassina l’ho assaggiata per curiosità ma non è il mio mondo. Tutto il resto mi piace, che sia chiaro eh!

Quindi possiamo affermare che ti piace la cucina pugliese?

 Assolutamente sì. Non c’è per me una cucina che superi quella siciliana, quindi siete i primi subito dopo, certamente posso dire che in Puglia difficilmente mangi male. Poi è questione di gusti, un’altra che mi piace molto è quella dell’Emilia Romagna, con il ragù e tutti i suoi ingredienti tipici.

Quindi non ti piace la cucina elaborata?

 No, io sono uno semplice, e poi ritengo che le cose vadano mangiate dove nascono. Cioè Riso patate e cozze vanno mangiate qua, non devi cercarle a Palermo o altrove. Mi hanno portato a New York in uno dei migliori ristoranti di cucina italiana che fa una cacio e pepe molto buona, però quando sei lì capisci che non è il posto giusto perché le cose vanno mangiate dove nascono, è una questione biologica, persino culturale. Ti dicevo che a Catania sono bravissimi a fare le granite, a Palermo no, alla fine è la stessa isola, lo stesso clima, quindi non è soltanto una questione biologica ma anche culturale. E il bello è questo, tu mangi un panino, mangi una focaccia e dentro c’è tutto non è soltanto la focaccia. Cose che tu sai bene meglio di me.

 Ma a proposito di focaccia, quando andrà in onda la puntata dedicata alla focaccia barese?

Ho registrato tante cose belle e curiose in questi giorni, così man mano che verranno montate le manderemo in onda. Penso che sarà trasmessa in febbraio.

 Allora possiamo dire ai baresi di tenersi pronti? E possiamo svelare quali sono i panifici che abbiamo visitato?

Certo, ma, nell’attesa della puntata sulla focaccia, guardate Caro Marziano tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle ore 20:15 su RaiTre, con argomenti sempre divertenti e particolari. Tra i tanti panifici meritevoli ne abbiamo dovuti scegliere solo sei: Santa Teresa, Fiore, Santa Rita, Arciuli, Il Focacciaro, La Pupetta. E grazie davvero per avermi fatto da cicerone tra i focacciari di Bari!

 

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