Il vino nuoce alla salute? Coldiretti e i Presidenti dei Consorzi chiariscono le loro posizioni

Il vino è sotto attacco in un fuoco incrociato che vede istituzioni, scienza e produttori coinvolti in un vortice di dichiarazioni che mette tutti contro tutti. I produttori di alcolici in Irlanda potranno essere obbligati mediante una legge ad apporre avvertenze sui rischi di salute associati all’alcol. Frasi come: “Il consumo di alcol provoca malattie al fegato”, e ancora, “Alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” potranno fare la loro comparsa sulle retro etichette dei prodotti alcolici. La Commissione Europea ha dato il via libera alla norma notificata lo scorso giugno da Dublino non appellandosi durante il periodo di moratoria scaduto a fine dicembre 2022, l’esecutivo Ue ha confermato la possibilità di adottare la legge.

L’inerzia europea di fronte a questa proposta irlandese ha scatenato l’ira dell’Italia, Francia, Spagna che insieme ad altri sei Stati membri Ue hanno mostrato ferma opposizione in sede di consultazione. L’accusa è quella di favorire in questo modo una pericolosa barriera al mercato interno. La preoccupazione soprattutto dell’Italia è quella di demonizzare un consumo che, se moderato e di qualità, non implicherebbe i pericoli descritti nelle etichette, rischiando di danneggiare una filiera strategica per l’Italia. Se da giorni nel nostro Paese ci si divide sulle dichiarazioni fatte dall’immunologa Antonella Viola, che hanno acceso un confronto tra il mondo della scienza e quello dell’economia.

“Terrorismo e disinformazione”. Così commenta l’avvocato Novella Pastorelli, Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria in ordine all’intervento che la professoressa Antonella Viola – biologa, ricercatrice e docente all’Università di Padova – ha rilasciato, in cui ha appoggiato la scelta dell’Irlanda, approvata dalla Commissione europea, di equiparare alcol e sigarette e di inserire nell’etichetta degli alcolici gli avvertimenti sui danni alla salute. La Viola ha poi anche affermato che bere un paio di bicchieri fa rimpicciolire il cervello.

A scendere in campo in difesa della professoressa Viola è l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla sanità della Regione Puglia e tutt’ora consigliere regionale con Emiliano.

“Dichiarazione gravissime che potrebbe avere ripercussioni sostanziali per l’intero comparto economico vitivinicolo nazionale ed internazionale”, afferma Novella Pastorelli. Parole condivise anche da Damiano Reale, Presidente del Consorzio del Salice Salentino doc, da Angelo Maci, Presidente del Consorzio di Brindisi e Squinzano, da Francesco Liantonio, Presidente del Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte e di Massimo Tripaldi, Presidente di Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria. Persino l’infettivologo Matteo Bassetti non ha perso tempo per dire la sua e, a qualche ora di distanza dalle dichiarazioni di Viola, ha replicato contro la collega.

“A nome di tutta la filiera dei vini di qualità ed in particolare delle Denominazioni e dei Consorzi di tutela della Puglia affermo indiscutibilmente che non è il vino a far male ma l’abuso. – continua Pastorelli. Le opinioni di tali studiosi suonano come macigni, affermare che il vino nuoce gravemente alla salute, crea un danno catastrofico all’economia vitivinicola d’Italia e al sistema di esportazione, provocando danni incalcolabili all’intero comparto”.

“In Italia e soprattutto in Puglia il vino non è una bevanda, è molto di più – conclude Pastorelli – È cultura, è racconto dei territori, è parte di una tradizione secolare oltre che una componente della Dieta Mediterranea, una dieta sana ed equilibrata e che è anche patrimonio immateriale dell’umanità; dunque il vino non può essere criminalizzato.

Ho la spiacevole sensazione che affievolite le luci sulla pandemia qualcuno debba cercare il modo di rimanere sotto i riflettori e per tale ragione occorre sposare altre tesi visto che quelli della pandemia sono ormai quasi concluse”.

Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia afferma: “Si tratta di un pericoloso precedente che rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio una filiera che in Puglia ha 38 Vini DOP e IGP, la quinta regione in Italia per prodotti certificati, che generano un valore, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, di 407 milioni di euro, pari al 92,7% del paniere IG del Paese. Una scelta che rischia di alimentare paure ingiustificate nei consumatori come dimostra il fatto che quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette, secondo un sondaggio fatto sul sito di Coldiretti.

In questo contesto a preoccupare è la diffusione in Europa dei sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo, fuorvianti, discriminatori ed incompleti, che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta, afferma Coldiretti nel sottolineare che basandosi sulla presenza di determinate sostanze calcolate su 100 grammi di prodotto e non sulle effettive quantità utilizzate questo tipo di etichetta finisce per sconsigliare l’olio extravergine d’oliva e promuovere bevande gassate dietetiche prodotte con sostanze artificiali e di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Le scelte dell’Unione europea – afferma Coldiretti – non possono tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale – conclude la Coldiretti – va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto”.

Abbiamo rintracciato al telefono anche il medico ginecologo Luca Guastamacchia, impegnato da anni nel divulgare l’importanza della prevenzione soprattutto per i tumori che colpiscono le donne. Il dottor Guastamacchia lavora e opera all’ospedale di Monopoli e interpellato sulle dichiarazioni rilasciate dalla professoressa Antonella Viola dice: “Che l’alcol sia cancerogeno non è di certo una sorpresa, l’assunzione anche di minime quantità, così come afferma la dottoressa Viola, può risultare cancerogeno non è concettualmente sbagliato. L’alcol così come il fumo e altre sostanze contenute in alcuni alimenti come il piombo sono cancerogene, è ovvio che l’abuso e il sovradosaggio possono risultare più tossici. Il discorso è che dipende dalla predisposizione di ognuno di noi e dalla presenza di piccoli geni che possono essere risvegliati se stimolati”.

Analizzando le varie dichiarazioni si deduce la volontà di difendere un settore troppo importante per l’economia non solo della Puglia ma dell’intero nostro Paese. La capacità di discernere cosa fa bene da cosa fa male unita al buon senso sono le strade da percorrere per salvaguardare salute ed economia reale.

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