Anita Nuzzi è la padrona di casa di “Carnosa”, ristorante d’impronta pugliese nell’elegante quartiere Prati di Roma. Tenacia, costanza e perseveranza i suoi tratti d’istintivi che dal 2008 l’hanno portata a trasferirsi nella Capitale da Ginosa Marina. Anita Nuzzi, giovane imprenditrice che ha fatto della ristorazione di qualità il suo mantra. La prima pagina del menu è una dichiarazione d’intenti ai suoi ospiti: “Dalla mia storia d’amore romantica e audace per i piaceri del palato, nasce il ristorante Carnosa. È un viaggio sensoriale che ho deciso di condividere con ogni nostro Cliente”, dice Anita. Nel suo ristorante c’è tanto di lei dalla scelta dei colori, alla selezione all’interno del ristorante di opere d’arte, cura dei dettagli, che trasmette al suo staff.
Ci racconti delle tue origini pugliesi?
Sono nata a Laterza in provincia di Taranto, poi all’età di sette anni mi sono trasferita a Ginosa Marina e lì ci sono rimasta fino ai miei diciotto anni. Nel 2008 mia madre decise di trasferirsi a Roma e quindi io e mia sorella pensammo bene di seguirla. Mia madre immaginava che venendo a Roma frequentassimo l’Università, in realtà lavoro nel mondo della ristorazione da quando ho quattordici anni, è un settore che amo, e per questo ho continuato a lavorarci. La mia prima esperienza lavorativa era al centro commerciale di Porta di Roma, mi sembrava uno di quei posti stile americano, ho iniziato lavorando in bar, il lavoro andava alla grande. Essendo sveglia e veloce le proposte lavorative non mancavano, infatti, a 21 anni mi hanno chiesto di gestire un locale a Roma, poi a 24 anni divento mamma. La nascita di mio figlio ha imposto uno stop, ma quando il piccolo ha avuto sette mesi ho ricercato lavoro e l’ho trovato da “Ginger”, quest’esperienza mi ha fatto capire che dovevo investire in questo lavoro ed è così che ho frequentato un corso di Marketing, della durata di sei mesi, nel mondo della ristorazione organizzato dallo chef Heinz Beck, una serie di circostanze ed eventi mi portano a gestire un locale, “The Meat Market nel 2018. In questo locale avevo creato tutto io, così che decido di fare un passo importante e di aprirne uno nel quartiere Prati.
Cosa possiamo ritrovare della Puglia nel tuo ristorante?
Le bombette di Martina Franca è un piatto che non manca mai ed è sempre super richiesto, in vari gusti riscuotono sempre un successone. L’hamburger più richiesto è proprio quello con capocollo di Martina Frnca, rape e burrata. Viste le mie origini volevo riproporre la stessa qualità e cura per la carne anche nel mio ristorante, mio padre alleva bestiame giù in più ha un caseificio, quindi la passione per la carne è un vizio di famiglia.
Da “The Meat Market” oggi il tuo ristorante si chiama “Carnosa”, che tipo di cucina proponi?
Il format utilizzato da The Meat Market era stato realizzato da me l’idea è quella di poter visionare la carne, rigorosamente selezionata da me, di poterla scegliere direttamente dal banco. In “Carnosa” si percepisce meglio il tocco femminile, questo è visibile nella scelta dei colori, ed è visibile nei dettagli dalle posate alla mise en place. Il mondo della carne se ci fai caso è prettamente maschile e io voglio cercare di renderlo anche a pannaggio delle donne. La carta vini è pensata sia per dare risalto ai piccoli produttori che al mondo delle bollicine. Non è detto che con la carne si possa abbinare solo vino rosso, infatti, da me non manca mai lo spumante pugliese “D’Araprì”. Dal 21 settembre il mio ristorante è Carnosa, che definisco “un’evasione di piacere”. Chi va al ristorante vuole vivere un’esperienza altrimenti se si desidera solo mangiare si può andare al supermercato. Mi riempie d’orgoglio ascoltare i clienti dirmi che da me si sente come se fosse a casa.
Come si riesce a coniugare l’essere mamma e imprenditrice?
Vedi quando tempo ci ho messo per risponderti perché non c’è tempo. Sono una mamma single ho capito che devo delegare e mia mamma mi dà una grande mano.
In che fase della tua vita sei?
Fino all’anno scorso pensavo fossi realizzata, avendo aperto un ristorante ora sento che Carnosa è come se fosse il mio secondo figlio e deve crescere. Ho 32 anni e mi sento nel pieno della mia vita.
In Puglia ci riesci a tornare spesso, cosa pensi se dico Puglia?
Non ci torno spesso e se penso alla Puglia mi viene in mente il mare, il cibo e la nostra aria. Per me è stata una terra maledetta perché la amo e la odio. Ma quando mi dicono di dove sei io rispondo sempre con orgoglio sono pugliese. La gente di giù spesso è portata a lamentarsi invece di cercare soluzioni.