La strada percorsa dai vini rosati pugliesi è costellata di premi, che ripagano per gli anni passati in cui questa tipologia era considerata figlia di un Dio minore. L’ultimo riconoscimento per la Puglia è stato ottenuto da Il Pietra Igt Rosato Salento 2021 della cantina Menhir Salento al Concours Mondial de Bruxelles tra i duecentotrenta vini italiani in gara quest’anno, aggiudicandosi il trofeo Rivelazione Vino italiano 2022. I giudici, inoltre, a Valladolid in Spagna, dove si è svolto il Concorso, gli hanno conferito anche un altro prestigioso riconoscimento, la Grande Medaglia d’Oro. Soltanto un altro vino italiano può vantare lo stesso merito: infatti su oltre mille etichette provenienti da tutto il mondo, le ambite medaglie sono state concesse solo all’1% dei partecipanti; la Francia ne ha vinte cinque, l’Italia due, classificandosi in seconda posizione come il Paese più premiato dal Concorso. Di queste due medaglie, una va a Menhir Salento, ma soltanto loro conquistano la doppietta, con l’ulteriore riconoscimento del vino “Rivelazione”.
“Siamo molto felici per questo doppio riconoscimento che premia il lavoro e l’impegno quotidiano della straordinaria squadra di Menhir Salento”, ha commentato Gaetano Marangelli, fondatore della cantina situata a Bagnolo del Salento. “Questa etichetta è espressione sincera della terra e del lavoro quotidiano che i nostri uomini e le nostre donne svolgono con impegno e passione. A loro va il mio ringraziamento, e in particolare all’enologo Marco Mascellani, da tre anni nella nostra squadra, per la sua capacità di rendere realtà una visione imprenditoriale precisa. È a tutti loro che dedico il doppio riconoscimento ottenuto a Bruxelles, che racchiude il valore e l’importanza del tempo inteso come impegno costante, paziente e perseverante con cui abbiamo scelto di prenderci cura della nostra terra e dell’ambiente che ci circonda”.
Nel 2000 inizia la vostra avventura nel mondo del vino, cosa vi ha spinto a intraprendere questa strada?
Nel 2000 è l’inizio dell’attività della cantina, io e mio fratello minore Vito, scomparso prematuramente, animati dalla nostra passione abbiamo voluto realizzare un modello di vita piacevole e un percorso lavorativo che si sviluppasse a sud est della provincia di Lecce, proprio durante gli anni del pieno fermento vissuto nella zona di Manduria.
È soddisfatto della scelta fatta?
Si, sono soddisfatto di questa scelta.
Quali sono le differenze tra il vostro territorio e quello di Manduria?
In una logica generalista della Puglia la differenza in questi territori la fanno le persone, non c’è una vocazione maggiore rispetto a Manduria ma la differenza in un vigneto la fa l’uomo e la manifattura mentale che lui ha.
Qual è il vostro approccio con la terra?
Negli ultimi anni si parla tanto di bellezza estetica e attenzione nei confronti dell’ambiente ma dovrebbe essere un pre requisito non qualcosa che si ottiene tramite una normativa. Il nostro approccio è come quello di una mamma che si prende cura del proprio bambino, così fa l’agricoltore con la sua terra. Il problema è che sono venuti meno tanti agricoltori e la terra deve essere lavorata quotidianamente. La nostra famiglia è formata dalle persone che lavorano e la Menhir è fatta di persone che lavorano, dalla logistica agli agricoltori, sono loro i nostri brand ambassador. Questa è l’azienda che ho realizzato io e per ora preferisco non coinvolgere i miei figli, che sono stati abbastanza sovraesposti e preferisco lasciarli crescere sereni la loro infanzia.
Non avete partecipato all’ultimo Vinitaly, come mai?
Stiamo cercando nel nostro mercato di optare per la selezione di fiere di forte interesse commerciale e di momenti importanti legati alla comunicazione. Dobbiamo capire se il Vinitaly per noi è un momento solo di relazione e no di scambi commerciale. Per il momento Prowein e Hong Kong sono le fiere a cui ci interessa partecipare.
La situazione attuale ha modificato il vostro modo di operare?
Stiamo vivendo un momento difficile e proprio in questi momenti che si fortificano i caratteri, In questa situazione di morte e di guerra siamo pronti a fare uno sforzo, continuando a lavorare con gli stessi ideali nonostante gli aumenti dei costi. Noi siamo orgogliosi di essere pugliesi e soprattutto quando siamo all’estero lo percepisco negli occhi dei nostri interlocutori, che apprezzano e riconoscono la bellezza della nostra terra.