Dalla pandemia abbiamo appreso quanto sia importante, oltre che terapeutico, vivere a contatto con la natura. Una consapevolezza che ha spinto Daniele, in pieno lockdown, a dedicarsi a una grande passione, l’allevamento di galline.
Daniele Manni è un giovane imprenditore tarantino, con un’esperienza ben lontana da quella contadina. La sua società, infatti, si occupa di noleggio operativo di beni strumentali nel settore informatico, ma l’idea di avviare un’attività avicola lo inseguiva da tempo.Il sogno si realizza, nell’estate del 2020, con l’acquisto di un terreno nella contrada di San Donato, a sud-est di Taranto, in quella che, sin dal Tardo Medioevo, è stata terra di agricoltori e pastori. È qui che si trova l’Azienda Agriavicola Manni.
“Ikigai” in giapponese rappresenta un concetto complesso, di grande ispirazione per l’azienda Manni, ovvero ‘la ragione per cui alzarsi la mattina’. Ikigai è ciò che spinge Daniele a svegliarsi all’alba, armarsi di decespugliatore, ripulire un campo di un ettaro dalle erbacce (alte quasi un metro) e poi tornare a lavorare in ufficio. Fondamentale è il supporto di suo padre, che si dedica ai lavori di potatura, alle coltivazioni e a condividere con suo figlio i segreti della terra, appresi a sua volta dal padre.
La passione inspiegata per le galline
“Non so da cosa nasce, sicuramente dal fatto che mi piace stare in mezzo alla natura in tutti i modi e l’allevamento di galline ovaiole, non conoscendo i metodi di coltivazione, mi sembrava la cosa più semplice da cui iniziare”.
Ma anche l’avicoltura ha bisogno di pratica e conoscenza, che Daniele acquisisce collaborando con altre aziende, leggendo tanto e visitando altri allevamenti. La distanza di 50 km dal primo veterinario specializzato lo induce a documentarsi sulle malattie più comuni e sui metodi di cura naturali, per garantire la salute degli animali. È consapevole dell’importanza per le galline di razzolare all’aperto (non in gabbia, né sul cemento) e di nutrirle con mangime preparato in casa e non acquistato.
Scopre anche la grande varietà di razze, e questa, senza dubbio, rappresenta la particolarità del suo allevamento. Un recinto per ogni tipologia: l’Ayam Cemani un esemplare completamente nero dalle piume agli organi, l’Australorp famoso per il record mondiale di numero di uova deposte (circa 250 uova all’anno) e ancora la Brahma, di dimensioni giganti con le zampe ricoperte di piume, l’Araucana famosa per le uova celesti e la Marans per quelle color cioccolato.
Sostenibilità e attenzione alla natura
“Il nostro cliente è di nicchia, perché purtroppo non tutti sono attenti alla sostenibilità. Non sono attenti a come vivono gli animali e spesso quando racconto che il mangime lo faccio io, perché so cosa ci metto, per molti non fa differenza”. Gestire l’azienda in modo etico, consapevole e rispettoso della natura è l’obiettivo più importante per Daniele, ma anche la cosa più faticosa da comunicare. Dall’altra parte però c’è la soddisfazione dei clienti, che lo ringraziano per ciò che fa, che notano e apprezzano le qualità dei suoi prodotti, che tornano per condividere con lui la bontà dei dolci preparati con le sue uova.
Un’azienda, una famiglia, un villaggio
“Siamo gente semplice che rispetta la natura e gli animali, a cui piace condividere la propria passione con chi condivide la nostra idea: fare bene in tutti i sensi”.
Condivisione è la parola chiave dell’Azienda Manni, un luogo in cui le galline vivono felici, ma anche un’oasi di pace aperta a tutti, dove partecipare alle attività proposte o prendere una semplice boccata d’aria. Così come fanno ormai d’abitudine la signora Maria e la sua anziana mamma, che, dopo aver passeggiato tra i campi e raccolto le erbette selvatiche, s’intrattengono in chiacchiere, comodamente sedute sulle balle di fieno.
Non mancano i laboratori per i bambini. Tantissime esperienze per divertirsi e scoprire la natura, come piantare lo zafferano, prendere le uova dal nido, preparare il mangime per le galline o adottare un pulcino a distanza. Altrettanti sono i progetti e le attività in cantiere: passeggiate tra i sentieri alla ricerca delle piante aromatiche del territorio, orticelli realizzati direttamente dai bambini, nuovi animali e coltivazioni a Km0.
Produrre facendo rete
“Oltre all’allevamento c’è la produzione di olio – ho acquistato un altro terreno con gli ulivi – la produzione di conserve, marmellate, pesti, condimenti e succhi di frutta. Molte materie prime provengono da aziende agricole con le quali collaboro e vengono lavorate in un laboratorio tradizionale di Torremaggiore, che ho selezionato con grande attenzione”.
Un progetto ambizioso, o forse una missione quella di Daniele, che ha fatto della condivisione, del rispetto e della tradizione la sua bandiera, con l’obiettivo di avvicinare la gente a una realtà “che sia più naturale possibile”.