Radici ben piantate nel terreno e rami che si intersecano come se fossero abbracci, questi sono gli ulivi millenari di Puglia, monumenti scolpiti nel legno, che ne disegnato il paesaggio, rendendolo fortemente caratterizzante. È su questo patrimonio naturale che si fonda Pujje, giovane azienda olearia situata sulla Murgia tarantina, dove il sole, il mare e la terra ne sono gli elementi fondanti. Monica Pica è una delle fondatrici di Pujje, da subito si è concentrata sull’immagine del brand, rendendo il suo olio non solo un ingrediente essenziale per ogni piatto, ma un oggetto di culto da mettere a tavola con orgoglio. Monica è un’imprenditrice, una mamma e una moglie tanti ruoli per una donna che quotidianamente dribbla gli ostacoli della sua routine per essere ciò che ha sempre voluto, se stessa.
Quando nasce Pujje?
Pujje è nata quasi sei anni fa. Ero in dolce attesa quando abbiamo concepito questa idea di impresa. E quindi tutto ha preso un sapore diverso, un senso diverso, un po’ mistico forse. Non un mero investimento, non solo business, ma una proiezione futuristica, una diramazione di radici e rami.
Mi parli della tua azienda?
Pujje è la Puglia ambiziosa, la Puglia di tendenza, la Puglia delle tradizioni, la Puglia che fa storia. È il cuore della Terra da cui prende il nome di origine dialettale tarantino. Lo chiamano l’Olio degli Dei, perché i prodotti incarnano le Divinità della Mitologia Greca, essendo Taranto un’antica colonia della Magna Grecia. Anfitrite, come la Dea del Mare perché è un evo delicato che sposa piatti più semplici e di mare. Rea, come la Dea della Terra perché è un evo deciso che dà il meglio di sé con pietanze altrettanto robuste e di terra. Helios, come il Dio del Sole perché la luce solare è la più importante fonte di vita dei giganteschi ulivi millenari da cui viene realizzato. Iperione, come il Dio della vigilanza e della sorveglianza, perché è un evo indispensabile in cucina, che sorregge e affianca lo chef nelle sue peculiarità.
Qual è il tuo ruolo all’interno di Pujje?
Sono una delle fondatrici di Pujje. Sono colei che ha ideato la sua immagine, che ha scritto su di lei e continua a raccontarla. Ho cercato di renderla a mia immagine e somiglianza, senza troppo strategie di marketing pur venendo da questo mondo. È cosi come la si vede. Ma quando poi la curiosità va oltre le apparenze e incontra il suo sapore, allora è lì che da il meglio di sé. Questo non è merito mio, ma di Angelo e Giovanni che con dedizione e perseveranza, curano i nostri Ulivi e raccolgono i frutti, che trasformano in Olio e lo rendono un’eccellenza. Angelo poi è un manager con un grande fiuto per gli affari che unito alla maestria di Giovanni, agronomo e imprenditore agricolo da generazioni e alla mia energia creativa, da sempre consulente marketing e comunicazione, ha reso Pujje un progetto originale e di grande fascino, un prodotto di qualità e di design.
Qual è il tuo segreto per conciliare lavoro e famiglia?
Il segreto è non rinunciare a nulla. Non rinunciare ad essere Donna, Mamma ed una Professionista. È molto dura. Direi che bisogna avere organizzazione. Ma a me non appartiene e quindi ti dico che bisogna avere un grande spirito di adattamento, flessibilità e serenità d’animo. Amare ciò che fai, avere degli obiettivi e non mollare mai.
I mesi duri della pandemia tra chiusure e paure hanno determinato ripercussioni sulla vostra realtà?
Assolutamente si. Ma noi non ci siamo demoralizzati anzi, ci ha resi più consapevoli e coraggiosi. Abbiamo investito più sull’online. Non solo per aumentare le vendite, ma per aumentare la notorietà del Brand. Durante il primo lockdown abbiamo realizzato una raccolta fondi a sostegno della Protezione Civile Italiana, “Un Filo D’Olio Sull’Italia” in collaborazione con alcuni degli Chef Italiani più importanti tra cui: Andrea Berton, Igles Corelli, Eugenio Boer, Felix Lo basso, Tano Simonato, Giorgione, Francesco Apreda, Peppe Guida, Diego Rossi, Gabriele Boffa, Daniele Lippi, Domenico Stile, Pietro Penna, Francesco Nunziata, Antonio Madonna, Salvatore Carlucci, Tommaso Schiena, Agostino Bartoli, Francesco Colaianni e altri ancora. Un viaggio on line con post, dirette e ricettari da scaricare, alla scoperta dei valori e dei sapori dell’Italia, attraverso i piatti tipici regionali in veste gourmet. Luoghi, mani e ingredienti speciali rigorosamente made in Italy. Ogni regione un piatto, ogni piatto uno chef, ogni chef un olio Pujje, ogni acquisto sul nostro shop on line una donazione. È stata un’esperienza bellissima ed entusiasmante.
Voi come tante aziende olearie pugliesi cercate di realizzare per i vostri oli bottiglie sempre più particolari, come mai questa moda?
Direi finalmente, era ora che accadesse. Perché l’olio è un prodotto nobile, fondamentale per uno stile di vita sano e consapevole. È un vero elisir di lunga vita e per questo merita di essere esaltato e rispettato. Come quando devi presenziare ad un evento importante ed indossi il tuo abito più bello.
Possiamo parlare di una ripresa per il settore ristorativo?
Non credo. Piuttosto parlerei di sopravvivenza ancora. Il settore ristorativo e di conseguenza tutto il comparto agroalimentare deve riprendersi. Non saranno sicuramente i mesi estivi, appena trascorsi, a colmare il buco che c’è stato. Ma siamo un popolo forte, carico di entusiasmo e voglia di lavorare, quindi ce la faremo.
Il tuo essere donna cosa apporta a livello lavorativo?
La cosa che spesso dicono su Pujje è che si vede che c’è il tocco di una donna, almeno sulla Brand Image. Personalmente credo che ognuno debba metterci il suo. È il connubio ad essere vincente.
I vostri prossimi obiettivi dove vi porteranno?
Dove abbiamo pensato di esserci dal principio. Sulla tavola di coloro che apprezzano tutto ciò che ha carattere ed originalità, che è unico e speciale, in linea con i propri valori e il proprio stile.
Da grande cosa immaginavi per te e per la tua vita?
Immaginavo di sentirmi appagata e realizzata. Ma soprattutto di diventare mamma.
Se ti dico Pugliosità, a cosa pensi?
Ad una infinità di cose buone. A scenari mozzafiato. A persone piene di vita.