Giovani, qualificate e sempre più orientate alle filiere sostenibili: è questa la fotografia scattata da Coldiretti durante il recente convegno dedicato al ruolo delle imprese femminili in agricoltura, che restituisce l’immagine di una Puglia in trasformazione. Nel settore primario aumentano le competenze, cresce l’innovazione e si consolida una leadership al femminile che oggi conta circa 23mila aziende agricole guidate da donne. Una presenza che incide in modo significativo sul tessuto produttivo regionale e che colloca la Puglia tra le prime regioni italiane per imprenditoria agricola femminile.
Secondo l’analisi di Coldiretti Puglia su dati Unioncamere, diffusa nel corso dell’incontro dello scorso novembre, molte di queste imprese hanno scelto di puntare su diversificazione colturale, trasformazione aziendale, filiera corta e agricoltura sostenibile, affiancando alla produzione agricola esperienze legate al turismo rurale, alla didattica, al benessere animale e alla rigenerazione del paesaggio. Una direzione che intercetta la crescente domanda di prodotti identitari, stagionali e tracciabili e che conferma il ruolo centrale delle donne nei processi di ammodernamento delle campagne pugliesi.
L’identikit delle nuove imprenditrici agricole, elaborato da Coldiretti, evidenzia come il 35% delle titolari sia laureato, il 50% gestisca attività multifunzionali (dalla vendita diretta all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alle fattorie didattiche e sociali) e il 60% adotti pratiche green. Indicatori che restituiscono l’immagine di un settore sempre più professionalizzato, diversificato e attento all’ambiente. In un comparto chiamato ad affrontare importanti sfide – dai cambiamenti climatici alla gestione delle risorse idriche – le imprenditrici agricole pugliesi stanno contribuendo alla definizione di un modello produttivo più resiliente e maggiormente orientato all’innovazione.
Un quadro che trova riscontro anche nelle testimonianze di Grazia Barba, alla guida dell’azienda agricola Donna Oleria a Monteroni di Lecce, Floriana Fanizza, titolare di Masseria Mozzone a Montalbano di Fasano, e Carlotta Magli di Masseria Carrone a Carovigno: tre esperienze diverse, radicate nei rispettivi territori, che raccontano dall’interno come sta cambiando l’agricoltura pugliese al femminile.
Grazia Barba – Donna Oleria
A Monteroni di Lecce l’azienda agricola Donna Oleria nasce dal recupero degli uliveti di famiglia e da una scelta di vita precisa. «Abbiamo deciso di cambiare completamente strada e costruire un progetto comune, partendo proprio dalla nostra terra», racconta Grazia Barba, che insieme al marito ha trasformato un’eredità agricola in un’impresa orientata alla qualità. Dopo esperienze professionali in altri settori, la coppia ha scelto di investire sull’olivicoltura, affidandosi al supporto di un agronomo e puntando sin dall’inizio su produzioni di alto livello. «Viaggiando all’estero ci siamo resi conto di quanta richiesta ci fosse per il Made in Italy agroalimentare di qualità. Da lì è nata la decisione di valorizzare il nostro territorio». Il primo passo è stato l’olio extravergine di oliva, a cui il progetto deve il suo nome.
Il percorso imprenditoriale ha però dovuto confrontarsi con una delle criticità più forti dell’agricoltura pugliese: la Xylella. Una sfida che Donna Oleria ha affrontato ampliando l’attività. Accanto all’olio sono arrivate nuove colture, dal pomodoro al grano Senatore Cappelli, fino all’impianto di vigneti e al recupero di vecchi alberelli pugliesi. All’interno dell’azienda, Grazia segue la gestione, la comunicazione, cura l’accoglienza in azienda, dalle visite tra gli uliveti alle degustazioni, occupandosi anche dell’apertura e del coordinamento dei punti vendita. Dal suo punto di vista, la presenza femminile ha inciso profondamente sull’evoluzione del settore. «La multifunzionalità ha aperto spazi nuovi, soprattutto nella comunicazione e nella promozione dei prodotti. Sono ambiti in cui il contributo delle donne è spesso decisivo». Un cambiamento che, secondo Barba, si è rafforzato anche grazie alla crescita del turismo esperienziale in Puglia.
«Il turismo che cerca bellezza, cultura e tradizioni ha creato nuove opportunità. Masserie, fattorie didattiche, accoglienza rurale hanno ampliato l’offerta e stimolato l’imprenditoria». Il lavoro agricolo resta impegnativo e dalla sola produzione non sempre si ottiene una redditività adeguata, ma con attività connesse e una visione più ampia si possono costruire aziende solide. «Bisogna formarsi, viaggiare, guardare cosa accade altrove. Solo così si riesce a non subire il proprio lavoro». La passione, conclude, resta il motore principale: «quando c’è quella motivazione, i risultati arrivano».

Floriana Fanizza – Masseria Mozzone
Il percorso di Floriana Fanizza, alla guida di Masseria Mozzone a Montalbano di Fasano, nasce lontano dai campi. Dopo la laurea in Scienze politiche e un dottorato in demografia ed economia delle grandi aree geografiche, Fanizza avvia un percorso accademico orientato alla carriera universitaria. Una strada che, a un certo punto, decide però di interrompere. «Mi sono resa conto che non era quello che volevo fare. L’agricoltura è un mondo complesso, ma poteva darmi grandi soddisfazioni».

La scelta è quella di rientrare in azienda, affiancando il padre e il fratello in una realtà agricola già esistente, e di avviare un processo di trasformazione. Insieme al fratello, Floriana contribuisce a ridefinire l’identità di Masseria Mozzone, puntando prima sull’imbottigliamento dell’olio – l’azienda conta circa 150 ettari, di cui 130 olivetati – e successivamente sull’attività agrituristica. Dalle prime camere con colazione e alcune cene per gli ospiti, l’azienda evolve fino a intercettare un mercato prevalentemente internazionale, oggi composto per circa il 70% da clientela straniera. In questo contesto, il wedding tourism diventa una leva strategica, capace di garantire soggiorni più lunghi e di valorizzare l’esperienza in masseria. Attorno all’ospitalità ruotano attività legate alla produzione agricola: degustazioni di olio, cooking class, passeggiate tra gli uliveti e momenti di racconto del territorio.
Secondo Floriana Fanizza, il cambiamento del ruolo femminile in agricoltura è strettamente legato all’evoluzione normativa e alla possibilità di integrare le attività agricole con quelle connesse. Agriturismo, trasformazioni aziendali, masserie didattiche e agricoltura sociale rappresentano ambiti in cui la presenza femminile ha trovato maggiore spazio e capacità di espressione. «Sono attività che hanno permesso alle donne di portare idee nuove e di aggiungere valore alle aziende». Un’evoluzione che segna una differenza netta rispetto al passato. Se fino a qualche decennio fa, anche quando un’azienda risultava intestata a una donna, la gestione restava spesso maschile, oggi la situazione è cambiata. «Quando c’è un nome femminile alla guida di un’azienda, quel ruolo è reale, con responsabilità e potere decisionale». Un passaggio che testimonia come l’imprenditoria agricola femminile non sia più solo una questione di titolarità formale, ma di presenza concreta e visione strategica.

Carlotta Magli – Masseria Carrone
A Masseria Carrone, a Carovigno, l’agricoltura è una storia di famiglia segnata dal cambiamento. L’azienda, oggi guidata da Carlotta Magli insieme alle sorelle e alla madre, nasce come realtà agricola tradizionale con allevamento di vacche da latte. Un modello che all’inizio degli anni Duemila entra in crisi, travolto dall’emergenza della “mucca pazza” e dalle difficoltà legate alle quote latte. «Ci siamo trovati a produrre latte che non potevamo commercializzare», racconta Magli. «È stato un momento molto difficile».

Da quella fase critica prende forma una scelta radicale: l’allevamento viene riconvertito alla mucca podolica allo stato brado, una decisione che rende oggi Masseria Carrone l’unica realtà di questo tipo in provincia di Brindisi. Niente stalle né mangimi artificiali: gli animali pascolano liberamente, segnando l’inizio di un nuovo percorso produttivo. Parallelamente, l’azienda avvia l’attività agrituristica, grazie anche a un percorso di formazione seguito dalla madre di Carlotta, che consente l’iscrizione all’albo regionale. Dal 2007 Masseria Carrone è agriturismo a tutti gli effetti e, poco dopo, diventa anche masseria didattica, integrando accoglienza, educazione e produzione agricola. Oggi la struttura si fonda su una forte multifunzionalità: quasi tutto ciò che viene prodotto – dall’olio alla carne, dalle uova agli ortaggi – viene trasformato e servito direttamente in masseria, rafforzando il legame tra produzione agricola e ristorazione. All’interno dell’azienda, la componente femminile ha assunto un ruolo centrale. Accoglienza, didattica, ristorazione e organizzazione delle attività sono affidate alle donne della famiglia, mentre il padre continua a seguire la parte agricola e zootecnica. Un equilibrio che riflette l’evoluzione più ampia del settore agricolo.
Secondo Carlotta Magli, la crescita dell’imprenditoria agricola femminile è strettamente legata allo sviluppo delle attività connesse, che hanno ampliato le possibilità di reddito e di espressione imprenditoriale. «Se non avessimo ampliato le attività, probabilmente oggi avremmo chiuso». La resilienza passa dalla capacità di reinventarsi, affrontando difficoltà strutturali, normative complesse e carichi fiscali elevati. Osservando il territorio, Magli rileva una presenza sempre più diffusa di donne alla guida delle aziende agricole, spesso giovani e qualificate. Molte scelgono di restare, investendo nell’azienda di famiglia e rinnovandola, mentre accanto a queste esperienze emergono anche nuovi progetti avviati da chi arriva da altri territori, attratto dalle potenzialità agricole e culturali della Puglia.

Le esperienze di Grazia Barba, Floriana Fanizza e Carlotta Magli restituiscono un’immagine concreta dell’imprenditoria agricola femminile pugliese: aziende radicate nel territorio, capaci di innovare, diversificare e resistere alle difficoltà. Un percorso che conferma come, dietro i numeri diffusi da Coldiretti, ci siano scelte imprenditoriali consapevoli e una visione del lavoro agricolo sempre più articolata e orientata al futuro.


