Potente, muscolosa e agile. La ricciola rappresenta una delle prede più ambite del subacqueo, per la difficoltà di cattura e per la forza che gli esemplari di grandi dimensioni riescono a sprigionare. Si tratta di un predatore formidabile che frequenta fondali piuttosto profondi e, pertanto, bisogna avere tecnica e buoni polmoni per affrontare apnee piuttosto lunghe. La tecnica è quella cosiddetta dell’aspetto, che non è praticabile da chiunque, in quanto richiede capacità atletiche non indifferenti, dovendo immergersi e sostare sul fondo nascosti e immobili per lungo tempo, in attesa che il curioso pescione si avvicini. Infatti, la ricciola è spesso a caccia di cibo e, pertanto, quando è incuriosito, con prudenza e non senza esitazioni, tende ad avvicinarsi al bravo subacqueo, dandogli una – davvero solo una – possibilità di colpirla.
Il tutto deve avvenire in quel minuto e mezzo/due durante il quale il sub scende, quasi sempre a non meno di 20 metri di profondità ma anche più, trova un nascondiglio dietro uno scoglio o della posidonia, e lì si acquatta in attesa di quell’unica opportunità concessagli. E, se dovesse riuscirci, soprattutto se si tratta di un pesce di grandi dimensioni, non è finita lì.

Le ricciole possono essere molto grandi, anche 40 kg – la taglia più grande conosciuta è addirittura di 80 kg – e sprigionano una potenza notevolissima che costringe il sub a risalire lasciandole metri di sagola, per far sì che si sfianchino in modo da poterla considerare definitivamente catturata. È preda molto ambita proprio per questo, personalmente non ne ho mai prese di grandissime, ma posso assicurare che anche le piccolette da 1 o 2 kg sono molto combattive. Comunque la ricciola viene catturata anche alla traina o con le reti da posta e i palamiti, pertanto non è difficile incontrarla sui banchi delle pescherie. E io, quando la trovo, soprattutto se il mio venditore di fiducia mi fa un buon prezzo, non me la faccio scappare, anche perché si tratta di un pesce saporito ma magro, con ottime proteine e vitamine.

I consigli di cottura sono tanti, davvero si può utilizzare in tanti modi, a partire da tartare e carpacci dopo averla rigorosamente abbattuta per non incorrere nel rischio anisakis. Può essere cucinata per arricchire una pasta, a pezzettini mescolata in un’insalata con pomodorini e quello che vi pare, diciamo che, somigliando un po’ lontanamente al tonno ma con carni più chiare e magre, si possono inventare diversi piatti. Qualche giorno fa ho comprato qualche fetta di questo pesce meraviglioso e l’ho cucinato al forno in un cartoccio di carta fata semplicemente con olive, origano, aglio, pomodorini e olio extravergine. In una ventina di minuti a 180°, quando ho aperto il cartoccio, il profumo era davvero meraviglioso e il sapore altrettanto.

Ma, se volete provarci, non spaventatevi, la carta fata si trova abbastanza facilmente e anche i sacchetti per cottura li trovate al supermercato, ma comunque potete senza problemi sostituirla con un cartoccio fatto con la carta da forno, mettendoci all’interno gli stessi ingredienti. Inoltre, se siete così pigri da non voler fare tutto ciò, anche se ne vale assolutamente la pena per ottenere carni morbide e umide, mettete le fette di ricciole in una teglia, aggiungete gli stessi ingredienti e un po’ d’acqua. State attenti a non farla asciugare e servite la ricciola con il suo saporito condimento, vi assicuro che risulterà davvero molto buona.


