La Puglia raggiunge i primi posti tra le mete enogastronomiche italiane

Il report realizzato per Pugliapromozione e presentato al TTG Rimini da Roberta Garibaldi sancisce il raggiungimento della Puglia al primo posto in classifica, a pari merito con la Toscana, per riconoscimento da parte dei turisti italiani, ma il Tacco d’Italia è stato protagonista di un balzo dell’11% nel post pandemia.

Il mare spinge l’incoming e l’8% dei turisti sono alto-spendenti. La stagione autunnale e invernale si rivelano come uno dei momenti ideali per degustare la Puglia. La ricerca svolta per l’agenzia Pugliapromozione attraverso il Rapporto sul Turismo Enogastronomico in Puglia, presentato a TTG da Roberta Garibaldi, presidente di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico, ha analizzato il comportamento della domanda turistica legata all’enogastronomia, per fornire indicazioni utili per una più efficace valorizzazione di questo prodotto. E l’indagine si è focalizzata sul posizionamento della Puglia rispetto alle altre regioni italiane, sulle caratteristiche del soggiorno, sula conoscenza delle specialità regionali e sulle esperienze enogastronomiche vissute (motivazioni, tipologie, soddisfazione, attività abbinate, fonti informative e modalità di prenotazione).

Il risultato finale della ricerca vede in testa a pari merito la Puglia e la Toscana tra le regioni italiane più riconosciute come mete enogastronomiche dagli italiani, con il 41% delle preferenze. A seguire troviamo l’Emilia-Romagna (37%) e la Sicilia (35%).

In evidenza il “grande balzo” della Puglia nel periodo post pandemico, con un +11% rispetto al 2019 grazie alla notorietà dei suoi prodotti agroalimentari e vitivinicoli e alle azioni di sistema avviate, a livello regionale dagli operatori pubblici e privati, delle filiere del turismo e dell’agricoltura.

Il mare resta il primo motivo di viaggio (42%), ma emerge un quadro multi-motivazionale. Subito dopo il mare, le risposte indicano la Puglia come destinazione per vivere appieno il territorio (14%), visitare parenti e amici (10%), per scoprire le specialità enogastronomiche (7%), la cultura (6%) e la natura con gli spazi aperti (6%).

La geografia delle mete enogastronomiche pugliesi conferma la leadership del Salento, senza differenze tra Adriatico e Ionio (entrambi 34%). Seguono Bari e la costa adriatica barese (26%) e Gargano/Daunia (24%), con la Valle d’Itria tra le principali destinazioni (21%). Ed è significativa la spesa media giornaliera dei turisti che visitano la Puglia. Per il 64% si concentra tra 51 e 150 euro, con una componente alto-spendente oltre i 200 euro pari all’8%. I viaggi VFR-Visiting friends and relatives (amici e parenti) hanno spesa contenuta (60% entro 100 euro), mentre l’enogastronomia mostra la traslazione più evidente verso l’alto (per il 29% supera i 151 euro). Quanto alla quota di budget destinata a vitto ed esperienze enogastronomiche, la maggioranza (63% del totale) si colloca tra 11 e 30 euro, ma tra chi viaggia per enogastronomia questa percentuale sale al 75%, mentre nei viaggi orientati alla natura/spazi aperti un 31% vi destina il 31–50% della spesa.

I prodotti più noti della Puglia? Sono le orecchiette alle cime di rapa (35%), l’olio di oliva (28%) e i taralli (26%) a comporre il podio. A seguire troviamo il vino (17%), la focaccia (13%), i pasticciotti e pesce (10%).

Tra le motivazioni per scoprire l’enogastronomia pugliese emerge un profilo multi-motivazionale che indica un turista in cerca di novità, contenuti educativi, benessere e outdoor. Prevale la ricerca di nuove esperienze (37%), più marcata tra i giovani. Seguono lo staccare dalla routine (27%), l’arricchimento culturale (26%) e l’immersione nella natura (23%). Rispetto al dato nazionale, fra chi ha soggiornato in Puglia sono meno citati l’aspetto culturale (26% vs 34%) e la natura (23% vs 31%), mentre sono leggermente più alti divertimento (18% vs 16%) e benessere (15% vs 12%).

La quasi totalità dei turisti ha vissuto almeno un’esperienza enogastronomica: esperienze culinarie (95%) degustazioni e acquisti (78%), visite ai luoghi di produzione (75%), eventi (66%), esperienze attive e di relax (59%) e tour o itinerari (56%). Tra le esperienze più diffuse spicca il recarsi in ristoranti tipici (70%), seguito dalle visite a mercati e botteghe artigiane (46%), dagli eventi legati al cibo (45%) e dallo street food (37%). L’olio rappresenta una componente chiave: il 36% dei turisti ha acquistato direttamente in azienda, il 28% ha partecipato a degustazioni nei frantoi e circa 1 su 4 ha visitato un frantoio storico o un’azienda olivicola.

Accanto all’olio, restano rilevanti l’acquisto di vino (30%) e le visite ai caseifici (28%), a conferma di un’offerta che si articola su più filiere e che intercetta target differenti. Tutte le esperienze ottengono valutazioni positive, con punti di forza e aree di miglioramento.

Le criticità della Puglia riguardano il prezzo (3,89) e la facilità di reperire informazioni (3,94), che rappresentano aree di miglioramento. Le degustazioni e gli acquisti di prodotti sono le esperienze più apprezzate, mentre gli eventi mostrano margini di crescita. Le esperienze attive e di relax ottengono punteggi particolarmente positivi per qualità del servizio e accessibilità.

Da notare che sono tre i principali cluster di abbinamento che emergono: enogastronomia e mare, enogastronomia e cultura. In particolare, il 60% degli intervistati ha affiancato le esperienze enogastronomiche a momenti di relax con parenti e amici, spesso nel contesto della vacanza balneare. Seguono le escursioni nelle mete vicine (48%), lo shopping e le visite culturali (entrambi 46%), che confermano la propensione a combinare le esperienze culinarie con la scoperta del territorio.

 EFFICIENZA, SOSTENIBILITÀ, DIGITALIZZAZIONE

“Il turismo è un settore che in Puglia vale il 15% dell’economia regionale”, ha spiegato Nicola Ianuale di Questlab, la società che per un oltre un anno ha supportato l’Osservatorio di Pugliapromozione nella raccolta e analisi dei dati sull’economia turistica. “Il turismo si conferma una leva economica cruciale: contribuisce al 14,8% del valore aggiunto regionale e impiega oltre 123 mila addetti. Bari è la provincia con il maggiore impatto economico (quasi 4 miliardi di euro), seguita da Lecce. Altro tema di riflessione per la Puglia possono essere l’innovazione e la qualità percepita. Le imprese pugliesi guardano al futuro investendo in efficienza, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Secondo l’indagine Pugliapromozione, il Sentiment Index dei visitatori supera l’85 su 100 in tutte le province, con Brindisi e Lecce ai vertici per gradimento. Enogastronomia, accoglienza e autenticità restano i punti di forza del brand Puglia nel mondo”.

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