Il Campionato sull’Assassina da Capurso si sposta a Bisceglie per la finale del 21 dicembre

A poche centinaia di metri da quel posto, una piazza urbana intitolata nientemeno che ad Antonio Gramsci, un giorno nacque “Sindaci ai fornelli”. Che, dalla piccola Capurso, nel 2013, spalancò le ali, sistemò il toque e planò dalle cucine di ristoranti noti e ignoti fino ai più o meno grandi palazzi di città, dalla capitale delle Puglie, Bari, alla minuscola Cellamare, e poi dall’emiliana Parma (con il sindaco pentastellato più famoso d’Italia, Pizzarotti) a Citerna, minuscolo borgo dell’Umbria. Dopo che la disfida tra padelle e mestoli migrò verso Bisceglie, con maggiori risorse e maggiori fortune, non solo quanto a impatto mediatico, Capurso restò un po’ più povero.

Ora le strade delle due comunità – unite, va ricordato, dal culto per la Madonna del Pozzo – tornano ad incrociarsi all’insegna della cucina d’autore: dapprima i sindaci, letteralmente (e senza malizia) con le mani in pasta, ora un campionato per gli spaghetti bruciacchiati e piccanti.

E infatti: se a Capurso si sono disputate le semifinali di questo campionato all’ultima spadellata, Bisceglie ospiterà la domenica prima di Natale la finale a sei.

Capurso ha ospitato, nel torrido (a due passi dal palco ardeva il grande falò della Fanoje) contenitore della sagra dicembrina, le semifinali della seconda edizione del contest “La Migliore Assassina – Il Campionato”, ideato e organizzato dall’associazione Bari Cibo Cultura, con il patrocinio dell’amministrazione comunale della cittadina alle porte di Bari patria di Luca Medici, alias Checco Zalone.

Dalla due giorni di sfide, caratterizzate da grande intensità e da una soglia tecnica piuttosto alta, sono scaturiti i finalisti che si contenderanno il titolo in piazza Vittorio Emanuele, nel cuore della città dei tre santi: Il Teatro del Gusto di Altamura, Quintessenza Caffetteria di Modugno, Matitì Pasta Bistrot di Bari, La Soddisfazione di Bari, BeWith di Bitetto e La Svolta Ristopizza di Bari.

Hanno partecipato al campionato spadellata Biga e Fila, Le Veronique, Superassassina, Kay Pizza Vistamare, Jasterclub e Weilà di Bari, Villa Bianca di Corato, Hostaria di Mola, Pipes di triggiano, Rosso Oltremare e Andrea ristorante gourmet di Bisceglie, Cresci di Castellana e NettisD di Conversano. Insomma un tour della Terra di Bari all’insegna degli spaghetti-killer.

Straordinaria la contesa tra i modugnesi di Quintessenza e i baresi (in realtà il locale è a Palese) di Kai, alla fine divisi da un solo punto, ma soprattutto tra i bitettesi di Bewith e i baresi della Svolta, finiti a pari merito. Un primato in condominio che ha in qualche modo costretto gli organizzatori (in realtà contenti di fronte a tanta gioiosa battaglia conclusasi senza vincitori né vinti) a qualificarne sei e non cinque per la resa dei conti.

L’evento gastronomico è stato un magnete per moltissima gente. Fra l’altro, come accennato, il palco era uno dei centri gravitazionali di una sagra, La Fanoje, perlappunto, che ha attratto, solo alla vigilia dell’Immacolata, oltre trentamila visitatori, secondo le stime fatte a Palazzo di città. E proprio l’accensione del falò ha reso l’atmosfera ancora più suggestiva, regalando momenti di forte emozione e condivisione.

Sul proscenio, tecniche diverse, impiattamenti creativi, interpretazioni personali della ricetta inventata da Enzo Francavilla: elementi che hanno confermato la qualità dei concorrenti selezionati dal voto popolare. Distacchi minimi e duelli serrati hanno sottolineato il valore di una competizione mai banale, che anzi si distingue per originalità e coinvolgimento. Ciascun concorrente ha avuto a disposizione trenta minuti per preparare la propria Assassina davanti al pubblico.

Enzo Francavilla

Ne è scaturito un contesto perfetto che ha esaltato l’anima popolare dell’Assassina e trasformato la competizione in spettacolo collettivo, degustati dalla gente, grazie alla collaborazione con il bistrot barese Gola. In abbinamento sono stati degustati i vini “giusti”, per un percorso completo tra cucina identitaria e grandi etichette pugliesi.

Siamo molto soddisfatti per il successo di queste semifinali, merito sicuramente della suggestiva cornice” – ha detto il co-fondatore di Bari Cibo Cultura, Maurizio Mastrorilli. Che ha ringraziato tutti i concorrenti “che hanno reso queste serate indimenticabili con la loro passione e il loro talento”, nonché il Comune di Capurso “per l’accoglienza e la collaborazione”. E il sindaco della località ha parlato di “incontro naturale tra due simboli di comunità: il fuoco della tradizione e quello della cucina pugliese. Eventi come questo – ha proseguito Michele Laricchia – rafforzano l’identità del territorio, attraggono visitatori e raccontano Capurso come un luogo capace di custodire le radici e, allo stesso tempo, innovare nella cultura e nel turismo enogastronomico”.

Nella severissima giuria, presieduta dal giornalista e gastronomo Sandro Romano, e composta da esperti del settore, giornalisti e chef di riconosciuta esperienza, da segnalare la presenza del campione uscente, vincitore (a sorpresa) della prima edizione, Francesco Bondanese, originario proprio di Capurso, chef e titolare del ristorante Nonna Maria a Noicattaro, e Lina Francavilla, figlia dell’inventore dell’Assassina. A quasi un anno dalla scomparsa dello chef de Al Sorso preferito, Lina s’è detta emozionata nel vedere riconosciuta e celebrata una ricetta diventata una delle icone della cucina barese, esportata in tutt’Italia e anche oltreconfine.

 

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