Nel cuore vibrante di Taurisano, in provincia di Lecce, esiste un luogo dove il profumo inebriante del grano e del lievito madre non è solo un aroma, ma il racconto vivo di una storia che si dipana per oltre mezzo secolo. Il Forno 1968 Nonna Licia è molto più di una semplice panetteria: è un vero e proprio baluardo della tradizione gastronomica salentina, un’eredità familiare che, dopo decenni di onorato servizio, sta vivendo una nuova e appassionante fase di evoluzione grazie al passaggio di testimone alla terza generazione.
Le radici profonde: dalle cave al forno “comune”
La storia del forno affonda le sue radici non solo nella passione per la panificazione, ma in un inatteso cambio di rotta. In origine, il nonno di Licia, l’attuale proprietaria, lavorava nelle cave nei pressi di Baia Verde a Gallipoli. Un brutto incidente sul lavoro segnò la fine di quell’attività e lo spinse, incentivato dalla moglie Licia (come la nipote), a intraprendere un nuovo percorso: quello della panificazione. L’anno 1968 vide l’accensione del primo forno. La visione di Nonna Licia, donna caparbia e abile, con un temperamento schietto e vivace, fu la chiave nelle relazioni con la clientela. Era così legata al forno che il nome divenne presto il “forno di Licia”, e successivamente il “Forno di Nonna Licia”. Affiancata dal marito e da persone di esperienza nel campo, l’attività si distinse subito per l’uso di materie prime locali e la fedeltà alle ricette tradizionali. Inizialmente, nacque come un “forno comune”, un fulcro vitale per la comunità di Taurisano. I clienti, spesso persone umili e di campagna, potevano portare liberamente i loro prodotti o solo gli ingredienti per farli impastare e cuocere. Il via vai di persone, tra “commari” e bambini, era la routine quotidiana, trasformando il forno in un vero e proprio centro di vita sociale. Gli elementi distintivi della prima gestione erano la cottura a legna (ancora oggi attiva) il lievito madre, custodito con cura, segreto di autenticità e di una lunga lievitazione; e infine le pezzature giganti: all’epoca, si producevano pagnotte da due o tre chili, capaci di sfamare l’intera famiglia per più giorni, in netto contrasto con le pezzature da mezzo chilo preferite oggi.

La terza generazione: custodi e innovatori
Il forno passò poi al figlio dei fondatori, Luigi Scorrano, che sin da ragazzo aiutava i genitori con le consegne in motorino prima di recarsi a scuola. Dopo il diploma, Luigi decise di continuare l’attività di famiglia, anche cambiando sede di pochi metri e restando una guida insostituibile nel campo. Dopo un periodo di chiusura dovuto a problemi di salute di Luigi, la storia del Forno 1968 ha trovato un nuovo inizio. La nipote, l’omonima Licia, 34 anni, già laureata in scienze biologiche, ha deciso di riaprire l’attività familiare insieme al fidanzato e oggi marito, Antonio Solda, 37 anni, con una precedente esperienza in un’industria alimentare.

Una nuova visione ha segnato la tanto acclamata riapertura, avvenuta con la donazione dei locali e dei macchinari da parte del padre Luigi. Licia e Antonio non hanno operato però una rottura, ma un’evoluzione. Il loro obiettivo è la sintesi perfetta tra l’esperienza tramandata e lo spirito imprenditoriale contemporaneo, pur mantenendo l’anima artigianale. Hanno potenziato la comunicazione sui social media, offrono servizi moderni come il takeaway e la consegna a domicilio, con opzioni di pagamento moderne. La loro filosofia è puntare sulla filiera corta a favore della qualità e non della quantità, motivo per cui i prodotti si trovano esclusivamente nel loro punto vendita, garantendo l’unicità e l’identità familiare. Oggi, l’attività è gestita in modo identitario: Licia si occupa delle vendite e delle relazioni con la clientela, mentre Antonio è il “pilastro” nel forno. La scelta di non avvalersi di operai in questa fase è un sacrificio consapevole per ottimizzare l’attività e renderla più affine possibile alla famiglia e alle tradizioni. Nonna Licia, oggi 87enne, infatti continua a monitorare, con il suo occhio esperto, l’evoluzione del suo “gioiello di famiglia”, assicurandosi che la qualità e genuinità rimangano impeccabili.
Il cuore della produzione: i sapori del Salento anche a Natale
La produzione del Forno 1968 Nonna Licia è un vero e proprio viaggio attraverso i sapori più autentici del Salento, ricercati non solo dai turisti ma soprattutto dai “locals” alla ricerca del prodotto genuino. Nonostante le innovazioni, il successo del forno è legato indissolubilmente ai suoi classici, prodotti il cui gradimento resta elevatissimo e che rappresentano il prodotto da forno salentino in tutto e per tutto. I pilastri invariati della produzione sono il fragrante Pane Salentino: preparato rigorosamente con semola rimacinata di grano duro locale, si distingue per la crosta croccante e la mollica alveolata. Le immancabili Frise, integrali o classiche, simbolo della gastronomia estiva salentina e pugliese; le Pucce, morbide pagnottelle insaporite con olive nere, veri e propri simboli dello street food salentino. E poi i Biscotti da Latte, Biscottoni della Salute, Taralloni con lo Zucchero, Pastarelle da Latte, ovvero tutte le ricette di Nonna Licia per la colazione, che continuano a riscuotere un successo immutato. Inoltre, la nuova gestione ha saputo ampliare l’offerta con una pasticceria secca di alta qualità, reinterpretando le ricette regionali in chiave moderna e introducendo nuove specialità: i Biscotti con le Mandorle, il vero “cavallo di battaglia”, la cui ricetta fu generata proprio da Nonna Licia. Qui, quando possibile, la “mandorla regina” è quella barese. Poi i deliziosi Abbracci, una delle innovazioni di papà Luigi: frollini all’arancia che, dopo la cottura, vengono inzuppati nel cioccolato fondente; e infine le Forme di Cioccolato: altra specialità distintiva che sono diventate, nel forno, validissimi sostituti dei più classici panettoni e pandori durante il periodo natalizio.

Il Forno 1968 Nonna Licia è l’esempio virtuoso di come la tradizione possa prosperare quando incontra l’entusiasmo e l’attitudine della nuova generazione. Nonostante sia un luogo poco pubblicizzato, è un punto di riferimento autentico consigliato dai salentini. Qui si mantiene vivo il ricordo di antiche pratiche, come testimonia anche una foto di gruppo ben visibile all’ingresso del negozio, datata giugno 1972, che ritrae, tra gli altri, Luigi Scorrano e il suo giovanissimo braccio destro, Antonio Castodei, dedicati alle attività comuni del forno. Oggi Licia e Antonio, affiatatissimi nel privato e nel lavoro, hanno una splendida bambina. Chissà che non sia lei a diventare la quarta generazione, assicurando che il sapore della tradizione e del futuro continui a profumare le vie di Taurisano.



