Il Trenocelle: gelato artigianale tipico della città di Andria

Un’eccellente prelibatezza racchiusa in una cialda croccante ricoperta di cioccolato fondente, in grado di conquistare palati di grandi e piccini, di ghiotti, golosi e dai gusti raffinati, con gelato alla crema torrone, e sul finire tre nocciole.

Una bontà della pasticceria andriese concepita a metà del novecento in un periodo in cui Andria non era come appare oggi, c’erano poche case, pochi bar e negozi, e tanta campagna. I bimbi giocavano per strada con giochi fatti di cartone e materiali di fortuna. Nei bar, gli adulti, ci andavano soprattutto nel weekend per acquistare i pasticcini per la domenica. Si vivevano gli anni del secondo dopoguerra, un periodo segnato dal duro lavoro e tanti sacrifici necessari alla ricostruzione di ciò che la seconda guerra mondiale aveva causato, portando con sé un periodo buio fatto di miseria e povertà.

Qualche anno fa due maestri pasticceri hanno raccontato la loro versione sulla nascita di questo prodotto dolciario tipico, oggi prodotto da alcune gelaterie della città di Andria.

I maestri Peppino Miani e Francesco Marinacci, riprendendo ciò che avveniva negli anni ’60, in un momento in cui l’Italia stava rinascendo dalle ceneri che la seconda guerra mondiale aveva causato, narrano che il gelato da passeggio Trenocelle nasce tra il 1950 ed 1954. La ricetta tradizionale composta da quattro principali ingredienti: un cestino di cialda, tre nocciole, gelato di crema torrone con copertura di cioccolato fondente viene ancora rispettata in alcune gelaterie.

Ad ispirarne la creazione furono i grandi marchi Motta e Alemagna che producevano i primi gelati industriali, confezionati, per l’appunto da passeggio. Tra i primi a proporlo e produrlo in città, i nomi più quotati, secondo la loro testimonianza, potevano essere Giuseppe Di Molfetta che aveva il caffè (ciò che oggi chiamiamo bar) in Piazza Porta la Barra o Riccardo Di Gioia in Piazza Imbriani.

Sia sulla data di avvio della produzione che su chi cominciò a produrlo per primo i due maestri pasticceri non erano completamente d’accordo, avanzando per l’appunto le due ipotesi citate, ma su una cosa entrambi affermavano che: “Ad ispirare l’utilizzo delle nocciole fu la signora Luisa Spagnoli, inventrice del famoso Bacio Perugina”.

Allo stesso modo concordavano sul fatto che la scelta del numero di nocciole fosse tre in riferimento ai tre campanili presenti in città, non a caso Andria è anche chiamata “Città dei Tre Campanili”: quello di San Domenico, San Francesco e della chiesa cattedrale di Santa Maria dell’Assunta. Tre campanili che svettano sulla città disegnandone lo skyline.

A tal proposito, dopo breve tempo dall’aver ascoltato il racconto dei due cari maestri pasticceri, di cui uno, il sig. Miani, ci ha lasciati pochi anni fa, ho pubblicato un libricino che meglio ne racconta le vicende e realizzato un percorso guidato per l’appunto chiamato “Sulle Tracce del Trenocelle”, un viaggio alla scoperta di ciò che in quegli anni avveniva nella città di Andria.

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