Continua la querelle sulla cozza di Taranto: tutti contro le dichiarazioni dell’ex direttore di TgNorba, Magistà

“Giù le mani da Taranto, nessuno tocchi Taranto, nessuno usi Taranto per la propria campagna elettorale”. Ha così tuonato Monica Caradonna, nota giornalista tarantina, volto Rai dei programmi Linea Verde Italia e Camper oltre che autorevole firma di questa testata.

Il suo monito è conseguente all’intervento, in verità un po’ goffo, dell’ ex direttore del TgNorba nel programma “Mi sveglia Raitre”, dedicato alla truffa delle orecchiette, durante la quale ha affermato: “Le cozze di Taranto sono allevate nel Mar Piccolo, inquinato dalla diossina, ma noi ce le mangiamo lo stesso». Un’incauta o quanto meno imprecisa frase che ha sollevato una vera bufera.

In tanti, in seguito alle dichiarazioni di Magistà si sono indignati, come l’assessore regionale Lopane che ha reagito sostenendo che un giornalista ha il dovere di informarsi prima di buttare fango su un intero comparto e su un progetto che è strettamente controllato dall’ Arpa e dalla Asl.

Il sindaco Bitetti ha chiesto un rettifica immediata, in assenza della quale ha preannunciato un’azione legale. Anche lui ha fatto un efficace spot nel quale assaporando una cozza ha detto: “La cozza tarantina, piena di sapore ma anche di valori. Chiedo rispetto per Taranto”.

Nel programma erano stati invitati, oltre a Magistà, la chef stellata pugliese Cristina Bowerman e il direttore della testata giornalistica Quinto Potere, autore dell’inchiesta sulla truffa delle orecchiette a Bari Vecchia. Lo stesso Magistà ha in più occasioni difeso l’operato delle “signore” di Bari Vecchia e proprio a conferma della sua opinione ha tirato fuori le sue incaute parole, non proprio attinenti all’argomento trattato, sollevando un polverone che sarebbe stato opportuno evitare. Ha poi ritrattato quanto affermato in un video che lo vede precisare un po’ meglio il proprio pensiero, e chiedendo scusa ai mitilicoltori e alla città, chiuso succhiando avidamente una cozza (tarantina?), per dimostrare che è talmente buona da mangiarla anche lui.

Enzo Magistà

Come finiranno queste querelle sulle orecchiette e sulla cozza? Chi vivrà vedrà, ma intanto la nostra opinione è che il pensiero affidato a “Mi sveglia Raitre” non potrà che avere effetti negativi sull’immagine del prodotto cozza di Taranto, che si fregia del Presidio Slow Food, perché – si sa – il messaggio televisivo è rapido e forte, soprattutto se si tratta di un trasmissione storica e importante, che da molti anni ha proprio l’obiettivo di smascherare eventuali truffe ai danni dei consumatori. Intanto, al di là delle opinioni personali, proprio per un’informazione completa, è importante ribadire che le caratteristiche di questo prodotto sono di assoluta eccellenza e, a questo proposito, non sono mancate le precisazioni dei mitilicoltori che si sono sentiti fortemente danneggiati.

Luciano Carriero, presidente dei mitilicoltori tarantini, ha replicato sostenendo che lui e tutti i suoi colleghi sono stufi di dovere ogni volta affrontare situazioni difficili per le incaute dichiarazioni di qualcuno.

“Il nostro prodotto è il più sicuro, controllatissimo – ha detto il mitilicoltore – è un presidio Slow Food e bisogna smetterla di diffondere notizie false o tendenziose. Il lunedì immediatamente successivo abbiamo avuto un calo nelle vendite addirittura del 70%. Questa cosa non si deve più ripetere, perché è un danno all’intero comparto che dà sostentamento a decine di  famiglie”.

Non si è fatta attendere neppure la precisazione dell’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Donato Pentassuglia, il quale ha dichiarato che la cozza tarantina è un’eccellenza del nostro territorio che va trattata come una risorsa economica, ambientale e culturale strategica per Taranto e per la Puglia intera. Attraverso i serrati controlli ambientali e sanitari nel Mar Piccolo, il sostegno agli impianti di depurazione e un disciplinare preciso, si ottiene un prodotto di qualità e assolutamente sicuro.

Anche il presidente della Confommercio di Taranto Leonardo Giangrande ha detto che le dichiarazioni di Magistà sono state ascoltate da molte persone e raccontano una non verità.

“Negli ultimi 13 anni sono stati fatti percorsi importanti e la stessa Asl di Taranto ha dichiarato che la cozza tarantina è la più controllata. Il novellame viene impiantato nel primo seno e ai primi di marzo viene spostato nel secondo seno o nel Mar Grande, che hanno acque classificate A, cioè pure. Abbiamo dato mandato ai nostri legali per valutare eventuali azioni, perché non si può parlare impunemente, senza cognizione di causa creando un danno ad un intero territorio già martoriato da mille problematiche e che sta facendo fatica ad uscire fuori dalla condizione di difficoltà di tutti questi anni. Ci vuole rispetto”.

Deciso e piccato il post su Facebook del Direttore di RaiUno Angelo Mellone, che ha usato senza mezzi termini la parola “minchiate” riferito alle dichiarazioni di Magistà.

Eccolo, testualmente:

“Mo’ ci mancano pure quelli che si inventano che nelle cozze tarantine ci sta la diossina. Altri effetti di 13 anni di comunicazione tossica. Le acque del mare tarantino sono le più controllate d’Italia, a partire dalla AsL. Mangiate cozze tarantine, presidio Slow Food di assoluta eccellenza. Lasciate perdere l’ennesima minchiata che riguarda la mia città patria. L’ennesima. Sono stufo di dovermi ogni volta trasformare, io come tutti quelli che davvero amano Taranto, in un agente turistico che ripara continui danni di comunicazione”.

Così ha chiuso, invece, il suo video di denuncia, Monica Caradonna:

“Io mi aspetto dall’ex direttore di Telenorba, giornalista, che prima di diffamare una categoria, una città e un progetto di riqualificazione e di rinascita di un territorio, verifichi le carte. Le acque di Taranto – ha aggiunto Caradonna – sono le più controllate d’Italia, con 52 punti di controllo in cui vengono fatte le verifiche da Asl e autorità competenti».

E la nostra opinione? Fatevi una bella, succulenta, gustosissima Tiella di riso patate e cozze, che con il mitile tarantino ha una marcia in più rispetto a quella fatta con altre tipologie di cozze. E speriamo anche che, dopo tanti anni di polemiche a intermittenza, ma soprattutto dopo tante attenzioni, interventi, controlli da parte degli organi preposti e gli enormi sforzi da parte di tutti i produttori del settore, la cozza tarantina possa raccogliere il consenso unanime e meritato di tutti gli amanti del buon cibo e si smetta di trattarla come un “mitile ignoto”.

 

 

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