Marisa Lisi Melpignano: la signora che ha reso la Puglia una meta di lusso e cultura

Dalla masseria di famiglia abbandonata a due icone dell’hotellerie di lusso, fino alla fondazione per la tutela del patrimonio rupestre: il racconto di una pioniera che ha saputo trasformare la sua terra in un palcoscenico internazionale, senza mai tradirne l’anima autentica.

La visione nata dai suoi viaggi

«Andavo in giro per il mondo e vedevo alberghi bellissimi, ma isolati, privi di anima», racconta Marisa Lisi Melpignano. È da questa intuizione che nacque l’idea di restituire vita a Masseria San Domenico.  Una sfida, quasi una scommessa, condivisa col marito: trasformare quella che era stata una proprietà di famiglia in un luogo capace di accogliere turisti di alto profilo, attratti sì dal lusso, ma anche dal calore di una terra da scoprire.

L’inizio: accoglienza come arte di casa

Prima ancora dell’impresa imprenditoriale, Marisa era già una “padrona di casa” straordinaria. Organizzava cene pugliesi nella sua villa di Fregene: con il forno a legna per la carne al “fornello” e i pescatori di Fasano che arrivavano apposta. Così conquistava e incantava gli amici con racconti e sapori, fino a incuriosirli al punto da portarli in Puglia. «Il problema era che qui non c’erano strutture all’altezza dei loro standard: bisognava crearle», ricorda.

Da Masseria San Domenico a Borgo Egnazia

La masseria divenne dapprima rifugio privato per amici e famiglie limitatamente ai mesi estivi. Ma per renderla fruibile tutto l’anno si trasformò in un albergo di charme, grazie anche all’incoraggiamento di professionisti del settore e amici, che, in Toscana avevano realizzato lussuose strutture turistiche trasformando casali e dimore storiche.

Con gli anni la Masseria si arricchì di una beauty farm e di un campo da golf, fino a diventare una delle mete più raffinate del turismo pugliese.
L’intuizione successiva fu ancora più ambiziosa: Borgo Egnazia, realizzato insieme al figlio. Un villaggio unico nel suo genere, capace di ospitare eventi internazionali e attirare celebrità da tutto il mondo. «Borgo Egnazia è la vetrina globale, mentre San Domenico resta il gioiello di nicchia per chi cerca discrezione e quiete», spiega Marisa.

Cultura e radici: la Fondazione

Non solo ospitalità. Melpignano ha dato vita anche a una fondazione privata, la Fondazione San Domenico nata nel 2001, con l’obiettivo di promuovere lo studio e il recupero degli insediamenti rupestri presenti nei territori di Fasano e Monopoli, tutelando al contempo l’ambiente circostante e proteggere un patrimonio unico rendendolo al tempo stesso fruibile. La Fondazione promuove ricerche e interventi su siti come la cripta dello Spirito Santo e la chiesa rupestre di Lama d’Antico, affrontando anche restauri di tipo innovativo, come il restauro virtuale, che permette di operare su riproduzioni digitali delle decorazioni originarie

Un nuovo capitolo per la Fondazione San Domenico

La Fondazione San Domenico si è data una nuova ambiziosa missione: trasformare una marmeria in disuso in un centro culturale e artistico di rilievo internazionale. Situata lungo la litoranea tra Savelletri e Torre Canne, l’ex marmeria è rimasta inutilizzata e inaccessibile per più di dieci anni. Oggi, grazie all’impegno della Fondazione, è al centro di un audace progetto di riqualificazione edilizia e urbanistica.

Il progetto: arte contemporanea e spazi polifunzionali

Il piano di restauro, affidato all’artista Mimmo Paladino, prevede la trasformazione dei locali esistenti in un contenitore culturale con ampie aree espositive interne e spazi all’aperto, adatti a concerti, performance, installazioni e spettacoli dal vivo: una occasione di rivitalizzazione culturale e sociale per l’intera zona per poter costruire legami profondi tra arte e comunità locale

Visione di Marisa Lisi Melpignano

Marisa vede questo spazio espositivo come un’opportunità per offrire un “contenitore” vivo, dove ospitare artisti contemporanei ma anche giovani emergenti, lasciando opere permanenti nella struttura, generando un dialogo tra memoria storica e creatività contemporanea.

Il messaggio ai giovani

Il pensiero di Marisa si rivolge infine alle nuove generazioni: «Devono viaggiare, aprirsi al mondo. Senza confronto con altre realtà non c’è crescita. Poi tornare qui, portare idee nuove e trasformarle in opportunità». La sua stessa storia ne è la dimostrazione: una visione cosmopolita radicata nella propria terra.

Quello che emerge dal racconto di Marisa Lisi Melpignano è la fotografia di una donna che ha fatto dell’ospitalità un’arte, ma che ha sempre visto nell’impresa uno strumento per valorizzare la Puglia, non per snaturarla. Una pioniera che ha saputo anticipare i tempi e rendere la sua terra una destinazione di livello mondiale.

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