Lo Scalo, il ristorante nato dall’impresa di due famiglie

La strada segue la costa frastagliata, e si direbbe che voglia assecondarla con ogni curva, con ogni tornante che è costretta a formare, pur di non separarsi da uno degli scenari più suggestivi di Puglia. Una costa che in effetti può lasciare senza fiato l’ignaro visitatore giunto nel Salento per la prima volta, e che si estende per un lungo tratto a sud di Otranto, fino a raggiungere Santa Maria di Leuca. Tra chiazze di verde rigoglioso, e rocce aspre e selvagge che si tuffano nell’azzurro intenso del basso Adriatico. Poco prima di arrivare alla punta estrema, dove lo stesso Adriatico fonde le sue acque con con quelle dello Ionio, si può fare una sosta in un locale di Marina di Novaglie che sorge in una posizione davvero privilegiata.

Si chiama Lo Scalo, e all’interno del panorama complessivo è riuscito a ritagliarsi un angolo di incontaminata bellezza: tutto bianco e come incastrato tra gli scogli, e con il suo ampio dehors dolcemente sospeso tra il mare e il cielo. Lo Scalo tuttavia non è soltanto un ristorante, piuttosto lo si dovrebbe definire un’impresa di famiglia. O meglio, di due famiglie tra loro congiunte, con a capo il mitico Cesarino Nicolì, un esperto pescatore che alla fine degli anni sessanta del secolo scorso ha deciso di inaugurare e di gestire in proprio un’attività di ristorazione. Per poi farla crescere nel corso dei decenni, con l’intento di trasformare l’originaria trattoria casalinga nell’attuale realtà. Quasi nell’attuale realtà, perché ai cambiamenti e ai miglioramenti operati in seguito hanno contribuito le generazioni successive. E così, all’alba di questo millennio sono subentrati nel ruolo di titolari la figlia Maria e il genero Pippi Longo, che ha abbandonato il suo precedente lavoro di chef in giro per l’Italia, e sulle navi da crociera, per dare inizio a una nuova avventura. Evidentemente coronata dal successo, come dimostrano le cene di personaggi illustri, e l’affluenza di tanti turisti in vacanza e di numerosissimi clienti affezionati. Ma non finisce qui, perché dal duemilaquindici la presenza dei figli Cesare (come il nonno) e Agostino ha regalato allo Scalo un ulteriore slancio di vitalità.

Pippi Longo con la moglie Maria e i figli Cesare e Agostino

Oggi svolgono loro i principali compiti, e Cesare in particolare, reduce da esperienze “stellate” a Londra, sa bene come dare un tono di accattivante cordialità all’accoglienza. Gira infatti tra i tavoli, coccola gli ospiti e illustra le proposte (in prevalenza) ittiche della cucina, di cui è responsabile Donatello Forte. Si comincia quindi con la profumata ventata di freschezza mediterranea degli antipasti. Dal sottile di seppia con gel di limone e pastinache, fino alla catalana di gamberi viola. Magari passando attraverso il sashimi di ricciola con puntarelle, che anticipa i sentori vagamente fusion del polpo arrostito e marinato con lo yuzu su salsa di peperoni e maionese al pomodoro e basilico. I momenti più significativi si concretizzano però in due piatti che meritano un applauso convinto. Che si tratti delle ruote pazze alla ricciola con polvere di prezzemolo e fondo di timo selvatico; o del fascinoso gioco di contrasti degli spaghetti all’aglio nero con tartare di gamberi e povere di arancia. Imperdibile, in chiusura, l’infuso di finocchietto preparato personalmente da Pippi.

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