La Bottega dell’allegria di Corato ha compiuto ventitré anni da pochi giorni. La sua nascita risale infatti al sedici novembre del duemilauno, quando i due protagonisti di questa bella storia hanno deciso di abbandonare ogni altra attività per inaugurarla. Stiamo parlando di Savino Di Bartolomeo e di Cinzia Piccarreta, uniti tanto dal vincolo matrimoniale quanto dalla passione per l’enogastronomia. Una passione talmente travolgente da indurli a trascurare gli studi e gli impegni precedenti, e più precisamente gli studi di Cinzia nel settore dell’oreficeria, e l’impegno di Savino come imprenditore edile. Hanno quindi deciso di viaggiare per scoprire i segreti del mondo del vino, magari visitando cantine di nicchia su e giù per l’Italia, con la felice idea di aprire un’enoteca con cucina.
Idea che si è appunto concretizzata nella Bottega dell’Allegria, il cui nome sembra essere un invito a godere di una sana e serena convivialità, e i cui caratteristici ambienti interni contribuiscono a rendere calda e accogliente l’atmosfera. Tra le tante bottiglie a vista, i rustici arredi in legno, e il trionfo della brace sul camino che domina la saletta laterale. Il tutto si può considerare diretta espressione della filosofia di vita e di lavoro dei padroni di casa, ed è in perfetta sintonia con la proposta gastronomica che ha sempre caratterizzato il locale, a partire dal suo esordio.
Allora, e per un breve periodo, l’onere dei fornelli è stato appannaggio esclusivo della mitica signora Maria, un’insegnante in pensione capace di riprodurre in tavola le antiche consuetudini alimentari del territorio. Era dunque depositaria di un antico sapere, che Cinzia ha saputo recuperare nel segno della continuità, e brillantemente consolidare attraverso preparazioni dal gusto e dal profumo casalingo e rassicurante, e tali da far pensare alle trattorie familiari di una volta. Con il valido supporto dell’ottima qualità delle materie prime, scrupolosamente selezionate da Savino: che si tratti dei formaggi e dei salumi, o delle carni e degli ingredienti vegetali, comprese le rare e preziose verdure spontanee, che regalano sentori ormai in via d’estinzione. Inizia quindi un percorso che conduce gli ospiti in giro per la Puglia, alla scoperta di piccoli produttori e di prodotti a lavorazione artigianale, e in direzione di qualche momentanea escursione fuori regione.
Non a caso l’imperdibile degustazione d’apertura comprende la scamorza fresca di un caseificio di Corato, un pecorino e un caciocavallo del Gargano, un vaccino murgiano da applauso, e un’eccellente salsiccia di asino abruzzese. Il tutto accompagnato da una soffice focaccia alla crusca biologica. Non meno tipiche e veraci le portate successive, a partire dal crostino con purea di fave e cicorie; e dai robusti spaghettoni con i cardi (selvatici) spinosi, la salsiccia di Minervino e la ricotta dura. In alternativa, la doppia versione delle orecchiette, servite con le cime di rape e la mollica di pane, e al ragù di cavallo; oppure il sontuoso agnello con patate e funghi, che è il frutto di una lenta cottura nel tegame di creta. Discorso a parte merita il rito che si celebra nel già citato camino, a beneficio esclusivo degli amanti della carne alla brace: di manzo, di cavallo o di maiale.