Chef Andrea Catalano, la nuova Stella Michelin in Puglia dice: “Ora lavoro più felice e non alzerò i prezzi”

Una sorpresa? Forse sì, eppure nemmeno tanto. Da alcuni anni, Andrea Catalano,  sta portando avanti un’idea di ristorazione che si sta facendo apprezzare per tecnica, creatività e concretezza. Più volte suoi colleghi mi hanno detto, dopo essere stati nel suo ristorante Dissapore, che Andrea è davvero bravo, tanto che, io che non ci sono mai stato, l’ho voluto fortemente nell’edizione 2024 di “Sindaci, ai fornelli” tra gli chef tutor in gara. Bene, pochi giorni fa, in quel di Modena, l’unica nuova stella che la Michelin ha dato alla Puglia è stata assegnata proprio a lui. Di ritorno dalla premiazione, Andrea è ancora in treno quando gli telefono per complimentarmi con lui e scambiare qualche battuta.

“È stata un’emozione pazzesca – mi racconta – ho ricevuto l’invito solo pochi giorni prima, non avevo minimamente idea di come funzionasse e quindi non sapevo davvero nulla. Avevo solo ricevuto una email e, poiché solo tre mesi prima eravamo stati inseriti in guida, non mi aspettavo nulla ma ovviamente nella stella ci speravo. E tremavo al pensiero”.

Ma non ti hanno fatto andare nel retro del teatro?

No, eravamo tra il pubblico nella zona riservata agli chef. Poi hanno cominciato a chiamare e, ad un certo punto hanno chiamato me. Cuore a mille e con mia moglie ci siamo visti passare davanti i 7 anni del ristorante e i 30 anni di carriera.

Già 30 anni di carriera?

Sì, mio padre aveva un ristorante e con lui ho fatto una lunga gavetta. Ho lavorato in ristoranti e sale ricevimenti, persino nelle pizzerie, in villaggi turistici e relais cinque stelle, ma mai all’estero.

In questi anni hai lavorato puntando alla stella?

In realtà ho fatto semplicemente il lavoro in cui credo, senza avere un obiettivo preciso se non far stare bene i nostri clienti. Ma ci speravo, perché è una gioia difficile da descrivere, veramente il coronamento di un sogno. Inutile dire che è stato il giorno più importante in ambito lavorativo e, in assoluto, uno dei più belli della mia vita.

La misura della giacca che ti hanno dato era quella giusta?

Sì sì, la giacca era perfetta!

Quindi ora alzerai i prezzi?

Ma no, che dici! Non sono cambiato, sono sempre quello del ristorantino con 5 tavoli, dai 10 ai 20 clienti ai quali far mangiare bene. Ecco, sono solo più felice di prima, perché, se il tuo lavoro viene riconosciuto dalla guida più prestigiosa, la soddisfazione è davvero tanta. Piuttosto sono molto dispiaciuto per gli amici di Già Sotto L’Arco, che per me e per tutta la Puglia sono e sempre rimarranno un punto di riferimento e d’ispirazione importante. Tosio è un caro amico e mi ha chiamato per complimentarsi, con lui ho un rapporto bellissimo, ho condiviso tanto e c’è tanta stima reciproca.

C’è qualcuno in particolare a cui vuoi dedicare questo successo?

Più che dedicarlo è più giusto dire condividerlo. Lo condivido con mia moglie, importantissima. E poi con tutto il mio staff, cominciando dal lavapiatti, perché questo successo è merito di tutta la squadra.

Ma dimmi la verità, ti sei emozionato di più nel ricevere la stella o quando hai partecipato a Sindaci ai fornelli?

Ahahah (ride). Sono state due esperienze diverse e bellissime. Spero di partecipare ancora in futuro alla tua manifestazione.

Parteciperai, e questo è un invito ufficiale per la prossima edizione che sarà importantissima perché è la decima. Con quale sindaco vorrai essere in squadra nel 2025?

Mi sono trovato benissimo con Sabrina Lallitto, simpaticissima sindaca di Casacalenda (CB) e con il sindaco di Bari Vito Leccese, grande appassionato di cucina, e spero di poter essere ancora con loro. È stato bello lavorare anche con Angelo Convertini, chef del Cielo di Ostuni. Lui è molto bravo e potrà riportare la stella in quel ristorante.

Ma dimmi, tu sei di Carovigno?

No, sono barese purosangue, del quartiere San Pasquale.

Adavère (trad.: davvero)? Pure io sono di San Pasquale! Comunque ci siamo sempre lamentati del fatto che a Bari le stelle non le danno, però sia tu che Domingo Schingaro siete baresi. Ma, se sei barese, perché il tuo ristorante è a Carovigno?

Perchè mia moglie è di Carovigno e io mi sono innamorato di  lei, ma pure della sua città. E, a quanto pare, ho fatto bene!

 

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