“Meraviglioso”, il ristorante di Polignano a Mare dedicato a Domenico Modugno

Alla moderna eleganza degli ambienti interni fa riscontro un dehors d’eccezione: tra una vista spettacolare del borgo di Polignano, e il garbo di Largo Gelso di recente ristrutturato, e direttamente affacciato sul mare. Mentre la statua di Domenico Modugno domina sempre la scena, e ci ricorda l’origine del nome del ristorante di Leonardo Fontana. Si chiama infatti Meraviglioso, in onore di una famosa canzone del Mimmo nazionale, ed è il punto d’arrivo di una lunga militanza nel settore, iniziata quando lo stesso Leonardo era ancora un bambino. Non a caso ha trascorso le sue giornate giovanili nei due locali gestiti dalla famiglia (soprattutto dal padre) a Conversano, dove veniva offerto un servizio a trecentosessanta gradi, che comprendeva i dolci fatti in casa per la prima colazione, la pausa pranzo, e il dopo cena. E non a caso dagli studi presso l’istituto alberghiero è direttamente passato al coinvolgimento in prima persona nell’attività dei genitori.

Leonardo Fontana, il titolare

Da qualche anno tuttavia Leonardo regna da sovrano assoluto nel suo attuale gioiellino, reso tale non soltanto dalla meravigliosa (è il caso di dirlo) posizione, ma anche dalla complessiva atmosfera di buon gusto e di professionalità fortemente voluta dal patron. In effetti si occupa di ogni dettaglio, comprese le selezioni delle materie prime e del personale che nel tempo si è avvicendato, tanto in sala quanto in cucina. Ora comunque si avvale di una giovane e affiatata brigata, che sembra rispondere perfettamente alla sua idea di ristorazione. Se l’accoglienza degli ospiti è affidata a Carlo Spartano e a Ilaria D’Apollo, l’onere dei fornelli spetta ad Andrea Vicario, reduce da importanti esperienze in giro per il mondo, tra l’Australia, Londra, e alcuni rinomati indirizzi nazionali, dove forse ha ricevuto gli insegnamenti più formativi. Il risultato è sicuramente convincente, perché Andrea riesce a realizzare piatti sensati e dai sapori ben riconoscibili, senza mai usare troppi ingredienti, e con un particolare riguardo per quelli del territorio. E senza mai trascurare piccoli tocchi di originalità, che servono a dare brio e slancio alla classicità.

Andrea Vicari, lo chef

Talora con un pizzico di ironia, come dimostrano la geniale idea della tartare di pomodoro con origano, basilico, finta cenere e polvere di bruschetta; e il risotto patate e cozze mantecato con l’acqua delle cozze e il pecorino. Non meno piacevole è l’effetto cromatico dei tubetti aglio, olio e zafferano (pugliese) con scampo e gambero. Magari in alternativa ai seducenti profumi marini dei sugosi spaghetti con ricci e alghe; e a quelli preziosi del rombo chiodato con patate in tre consistenze, prezzemolo, rosmarino e scalogno. La chiusura è affidata a un dessert che vuole esaltare la tipicità autoctona, efficacemente presentata nella sorprendente veste della mousse di mandorle con origano e olio d’oliva. Non mancano proposte relative all’entroterra, con prodotti che provengono da una locale azienda agricola d’eccellenza, e il notevole spessore dell’assortimento enologico è un ulteriore merito di Leonardo.

 

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