La Faldacchea, il dolce tipico delle spose

Settembre, con i suoi colori, con i suoi profumi e col primo assaggio d’autunno è una tavolozza di colori e allo stesso tempo uno sfondo meraviglioso per ogni momento di festa.

Certamente uno dei mesi prescelti dagli sposi di un tempo, ma anche di oggi, per celebrare il loro giorno più bello. Un periodo che potremmo definire ideale, perchè pian piano le temperature molto elevate lasciano il posto a giornate più piacevoli, le diverse località iniziano ad essere meno affollate, un mese durante il quale è possibile godersi una maggiore tranquillità.

Un mese, quello di settembre, che segna la ripartenza di tutte le attività lavorative e scolastiche e che quindi sembra essere proprio quello perfetto per tutti i nuovi inizi.

Le feste di matrimonio sono molto cambiate nel tempo, se diamo uno sguardo agli ultimi 80-90 anni, quindi a partire dai nostri bisnonni fino ad oggi, notiamo profonde differenze, ma, al tempo stesso, qualcosa è rimasto.

Sono tradizioni che vengono tramandate di generazione in generazione, a volte si tratta di dolci speciali o in generale di ricette, oppure di consuetudini.

Facendo un salto indietro nel tempo e arrivando ai tempi dei nostri nonni e bisnonni, scopriamo che le feste di matrimonio erano organizzate in casa degli sposi, solitamente della sposa. Si trattava di un pranzo del quale non si occupava la famiglia, la preparazione infatti veniva affidata ad alcune donne che potevano ad esempio essere delle pasticcere di professione che per l’occasione preparavano il tutto.

Tra le pietanze maggiormente offerte agli ospiti troviamo un consommè con pasta bignè e le polpettine oppure verdura e di seguito pasta al forno oppure le orecchiette e a seguire pollo oppure coniglio.

Uno dei dolci pugliesi, diffusi in alcune località del barese, che maggiormente simboleggiava il legame del matrimonio e veniva offerto agli invitati erano certamente i “biscottini”.

Un dolce che ancora oggi viene preparato in alcuni laboratori di dolciarie: due biscottini a forma di tarallino vengono passati nella tipica glassa bianca di zucchero e che rappresentano proprio i due anelli uniti dalla dolcezza di un legame indissolubile.

Se passiamo agli anni ‘50 vediamo che le feste di nozze si svolgevano in una sala affittata per l’occasione, una piccola orchestra, composta da qualche musicista, accompagnava ed allietava i festeggiamenti.

Non si trattava di un vero e proprio pranzo, si iniziava solitamente con un panino accompagnato ad esempio da un bicchierino di vermouth.

In seguito veniva offerto un dolce, scelto da ognuno in un vassoio di dolci misti di mandorle. In ultimo si gustava un’altra specialità “u piezze dolce”, solitamente di forma ovale, composto da pan di spagna farcito con pasta di mandorle, ricoperto da una glassa di zucchero e decorato con una mezza ciliegina candita. Per completare il tutto un bicchierino di liquore fatto in casa: al caffè, al limone, al cioccolato, strega, rosolio stomatico o nocino. Al termine della festa, agli invitati veniva donata una busta in cellophane contenente dolci di mandorla misti.

Tra questi primeggiava certamente la Faldacchea, regina indiscussa anche oggi, tra i dolci più di nicchia e più apprezzati nel barese. La ricetta tradizionale prevede pasta di mandorla farcita con un’amarena sciroppata, un pò di cioccolato fondente e un pezzettino di pan di spagna inzuppato all’alchermes, il tutto passato nella glassa di zucchero.

Su ogni pezzo troviamo solitamente una delle iniziali degli sposi, fatta sempre con la glassa di zucchero.

Altro dolcetto molto apprezzato e raffinato era la “pasta reale” composta da pasta di mandorla cotta al forno, passata nella glassa bianca e decorata con una rosellina di zucchero.

Oggi si continua la tradizione e agli ospiti delle feste nuziali di solito si fa dono di un vassoietto di sola faldacchea.

 

 

 

Gallery