Trattoria Punto Cardinale di Monopoli, la tradizione senza compromessi e per i turisti niente cappuccino dopo pranzo

Tra locali che propongono il sushi e il poke, ristoranti gourmet e fast food, le calde e accoglienti trattorie di una volta fanno ormai pensare a reperti archeologici da tutelare con la massima cura. E dal momento che abbiamo scoperto un redivivo esemplare di tale categoria, ci siamo precipitati con entusiasmo in piazza Vittorio Emanuele II a Monopoli, per concederci il lusso di un’esperienza gastronomica autentica, e tuttavia non datata e neppure scontata.

Qui infatti si trova la Trattoria Il Punto Cardinale, il cui nome è un divertente e rassicurante gioco di parole che fa riferimento allo chef patron Sergio Cardinale, e ne dimostra la totale identificazione con la propria attività. Proprio un punto di riferimento dunque, per chi cerca una dimensione assolutamente rilassante, non soltanto intesa come regime alimentare ma anche come filosofia di vita. Non è quindi casuale che il locale sia consigliato dalla guida Slow Food, e non sono casuali alcune regole che vengono rigorosamente rispettate all’interno. A partire dalla regola della lenta convivialità, che non prevede doppi turni, per garantire alla clientela il piacere di conversare senza fretta dopo pranzo (o cena); o da quella di non servire il cappuccino durante il pasto agli stranieri che lo chiedono.

Il tutto trova una sorta di naturale coronamento nell’atmosfera che si coglie nelle due rustiche salette, tra i tavoli di lavorazione artigianale e i pavimenti in pietra, tra i pomodori appesi e i bicchieri in ceramica. Con il valore aggiunto della presenza di Antonella Carlucci, la moglie di Sergio. In realtà sono sodali nella vita e nel lavoro, perché per molti anni hanno gestito una braceria-pizzeria nel centro storico, sempre a Monopoli, e nel 2019 hanno inaugurato l’attuale creatura, senza però modificare la serietà e la professionalità che caratterizzano il loro impegno. Se Antonella è capace di occuparsi degli ospiti con un tono di schietta cordialità e di non artefatta cortesia, Sergio prepara ai fornelli pietanze mai eccessivamente pesanti, ma sempre ricche di sapori accattivanti, sensati e riconoscibili. Anche grazie alla proposta gastronomica, per nulla dispersiva o inutilmente ampia, e interamente calibrata sui prodotti stagionali.

Ne danno un’immediata dimostrazione i ghiotti sentori della melanzana in doppia cottura con mozzarella, pomodoro, parmigiano e basilico; magari un attimo prima di immergersi nelle voluttuose sensazioni regalate dalle orecchiette al sugo di braciola. Oppure ci si può concentrare sulle cremose fettuccine al ragù bianco con fonduta di caciocavallo; per poi affrontare il superbo coniglio disossato, farcito di erbe e pancetta, e accompagnato da ottimi peperoni mollicati: una magistrale preparazione, davvero difficile da dimenticare. Da segnalare, come valide alternative, i mezzi paccheri al ragù di melanzane, il polpo alla griglia con zucchine alla poverella, e il diaframma grigliato con rucola e cacioricotta. Il meraviglioso pane fatto in casa merita un particolare encomio, diverse etichette pugliesi in cantina, e per gli amanti della pizza in menu è anche inserita la classica margherita.

 

 

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