La Percoca di Turi è chiamata anche “Guardaboschi” in onore al suo scopritore

Uno dei frutti più di nicchia e che maturano in Puglia in estate, dal gusto inconfondibile e decisamente versatile, è certamente la “Percoca guardabbosc”, detta anche pr’quech d’ Tur (percoca di Turi).

La percoca è una varietà di pesca con polpa compatta, gialla o bianca e dal nocciolo ben saldo alla polpa. La percoca ha un sapore unico e profuma d’estate.

In generale, con le sue diverse varietà, la percoca si coltiva in diverse regioni italiane. Sono presenti coltivazioni sia in Puglia che in Basilicata, Campania, Calabria, Molise e Sardegna.

A differenza della pesca, la percoca, grazie proprio alla sua particolare compattezza, ben si presta ad essere lavorata dalle aziende alimentari per la produzione di alcuni gustosi derivati come succhi, passati e sotto forma di frutta sciroppata. È anche possibile utilizzarla per preparare golosissime confetture, torte, crostate e qualsiasi altra ricetta dolce che ci suggerisca la nostra fantasia.

Frutto dalle spiccate proprietà salutari, la percoca contiene discrete quantità di fibre, sali minerali, vitamine A e C ed ha un basso apporto calorico. Basta gustarla, inoltre, per scoprire che è decisamente rinfrescante e dissetante.

Tornando alla varietà tipica della terra di Bari e più esattamente di Turi, la percoca turese era conosciuta un tempo con il nome “Guardaboschi” in onore del suo scopritore.

Il frutto, coltivato già dagli anni ‘50, è di un giallo carico con leggere sfumature di rosso chiaro e la pezzatura medio-grande, il periodo della raccolta è solitamente tra la seconda e la terza decade del mese di luglio.

Tra le peculiarità di questo frutto troviamo una polpa molto densa e gustosa al palato. Molto apprezzato è certamente l’abbinamento con il vino nel quale vengono immerse le sue fettine, un “mangia e bevi” ed allo stesso tempo qualcosa di simile ad una sangria, oppure viene spesso utilizzato per la creazione di conserve in forma sciroppata.

Quest’ultimo utilizzo permette, ovviamente, di poter gustare le percoche anche durante le altre stagioni, una vera fortuna poter avere almeno una piccola scorta.

Curiosando siamo riusciti a trovare uno dei testi scritti proprio da colui che per primo ha scoperto questo frutto, Giovanni Dell’Aera soprannominato “ ‘U ‘Uardabbosc”:

 

La Percoca lamentosa

 

Agosto è già arrivato

Il mio frutto è maturato.

Gioisce l’agricoltore,

si desta il venditore.

Nel cesto mi hanno portata

dal campo sul mercato

e lì con ansia aspetto

quel Tizio che mi ha cercata.

Chi mi lascia e chi mi prende,

chi mi mette sotto il dente,

chi mi sbuccia e chi mi pesta,

il nocciolo hanno spaccato

ed il frutto hanno asportato,

dal suo succo confezionato

la bibita d’orzata.

La percoca furibonda

alla fine ha protestato:

“ e di me cosa è avanzato? “

 

 

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