Giugno, tempo di fioroni. L’estate inizia il 21 giugno, e i fioroni da sempre sono protagonisti di questo mese.
Non sono frutti ma infiorescenze, già in un articolo precedente avevo parlato delle differenze con i fichi che, invece, maturano in piena estate, ma i fioroni sono una golosità a cui è impossibile rinunciare.
E, infatti, in questi giorni, in cui gli scaffali dei fruttivendoli sono pieni di cassette di fioroni, io non rinuncio e li mangio in tutti i modi, perché la loro caratteristica è quella di non essere dolcissimi come i fichi, quindi si adattano a varie preparazioni sia dolci che salate.
Premesso che il modo migliore per gustarli è quello di farlo appena colti dall’albero, magari all’ombra delle sue fronde, trovo che siano fantastici se messi in un panino caldo oppure accompagnati dal classico prosciutto crudo o, per rimanere in Puglia, dal capocollo di Martina Franca.
È così che, a Bari, si mangiano il 23 giugno, vigilia di San Giovanni, insieme ad altre tipiche pietanze come gli spaghetti alla Sangiuannìidde, di cui ho parlato la scorsa settimana.
Con i fioroni si può fare davvero di tutto, io ci ho fatto persino un risotto di cui ho parlato in un precedente articolo, e il maestro pasticciere Pino Ladisa di Bari mi ha fatto assaggiare una strepitosa Tarte Tatin calda che, accompagnata da un cremoso gelato al caramello, si faceva gradire, oltre che per il gusto, per il piacevole contrasto caldo freddo.
Ma qualche giorno fa ho fatto una cosetta tanto semplice quanto strepitosamente buona, e voglio condividere l’idea con voi lettori della mia rubrica settimanale.
Ho semplicemente tostato una fetta di pane di Altamura, condendola con un olio di Peranzana a crudo.
La scelta è caduta sulla monocultivar Peranzana perché si tratta di un’extravergine profumato, ma delicatamente saporito, dal gusto caratterizzante ma non invasivo.
Sulla fetta di pane bella calda ho fatto uno strato piuttosto spesso di ricotta di mucca, ma va benissimo anche pecora o bufala, profumata con menta fresca.
Poi è la volta del fiorone aperto e schiacciato sulla superficie e, anche in questo caso, il contrasto dell’ottimo pane caldo con il fresco fiorone, oltre al profumo dell’olio che si sprigiona al contatto è la caratteristica vincente di questa pietanza.
Ho completato con due quenelle di ricotta (ma va bene pure messa a cucchiaiate) e un giro ancora di olio,
Posso assicurarvi che si tratta di qualcosa di incredibilmente buono che dovrete sbrigarvi a fare, perché il periodo di questo “frutto non frutto” sta per finire.
Se lo volete arricchire ci stanno benissimo delle mandorle tostate o addirittura salate.
Approfittatene, quindi, è una cosetta molto semplice da fare in soli cinque minuti ma vedrete che, poi, le cose semplici molto spesso sono le più buone.