Dal dicembre del 2023, gli agrumi tradizionali di Palagiano, Comune dell’Arco jonico tarantino, hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento del Presidio Slow Food, entrando a far parte di un esclusivo circuito che promuove e preserva non solo il frutto, ma l’intera filiera produttiva e i suggestivi agrumeti. «Si tratta di un presidio unico nel suo genere che tutela il paesaggio, caratterizzato dai “giardini” di alberi di agrumi, minacciati di essere sostituiti da colture più resistenti o dall’istallazione di pannelli fotovoltaici – afferma Salvatore Pulimeno, dirigente regionale di Slow Food –. Il nostro territorio sta vivendo un momento critico e questo riconoscimento, oltre a confermare l’autenticità degli agrumi di Palagiano, contribuisce a preservare la nostra tradizione agricola»
LE LAME E I GIARDINI MEDITERRANEI
Nel territorio di Palagiano, improntato da sempre all’agrumicoltura, spiccano le caratteristiche lame, solchi carsici scavati dalle acque, tipici del paesaggio pugliese. Le lame sono la parte terminale delle gravine e rappresentano il bacino naturale di scorrimento delle acque piovane, un particolare ecosistema che, assicurando acqua sorgiva canalizzata, rende i terreni fertili e ben drenati. In queste terre prosperano ancora vecchi impianti agrumicoli tradizionali, risalenti a circa 70 anni fa. La storia risale al 1951, quando la Riforma Fondiaria del Governo De Gasperi espropriò terreni ai latifondisti per assegnarli alle famiglie più bisognose nelle contrade Conca d’oro, Chiàtone e Frassino Colombo. Da zone marginali nacquero autentici giardini mediterranei, grazie agli ex braccianti diventati agricoltori. Olive e agrumi, in particolare i mandarini Avana e le clementine Comune, furono coltivate su terreni precedentemente poco produttivi. Gli agrumi furono innestati sull’arancio amaro locale, dando vita a una rinascita agricola che ha plasmato la ricca tradizione della zona.
LE VARIETÀ TRADIZIONALI
Nell’area, i primi agrumi risalgono al XVIII e XIX secolo. Vecchi impianti agrumicoli, ancora innestati su arancio amaro e coltivati a globo, ospitano numerosi esemplari di varietà antiche come mandarini Avana e Marzaiolo, clementine Comune, arancio Biondo, sanguinello Piccolo, Tarocco Dal Muso, Vaniglia/Maltese, Washington antica, limone Femminello, e molte altre.
«Il nostro territorio, unico nel suo genere per le sue caratteristiche –, continua Pulimeno – ha conservato la coltivazione di agrumi storici, come il mandarino Avana, poco richiesto sul mercato per i suoi semi, ma ricco di oli essenziali, tant’è che fino agli anni ‘70 le bucce venivano bruciate nei bracieri per profumare le abitazioni dei palagianesi». Un dettaglio che evidenzia l’importanza di questi agrumi nella storia locale.
IL DISCIPLINARE SLOW FOOD: DALLA CURA ALLA RACCOLTA
Secondo le rigide regole del disciplinare Slow Food, gli agrumi, da maggio a ottobre, devono essere irrigati (a goccia o a zampillo) in inverno e concimati, in primavera, con letame ben maturo, mentre non sono ammessi interventi di diserbo chimico, di alcun genere. Gli agrumi maturano in modo scalare, in periodi diversi a seconda della varietà: a dicembre si inizia con l’arancio Vaniglia, poi si passa alle altre varietà e a maggio si raccolgono gli ultimi frutti di Biondo.
«La nostra tradizione – afferma Annalisa Palanga, produttrice – si distingue per l’unicità storica dei nostri alberi, noti per la loro forma a globo, caratterizzata da chiome rigogliose e possenti tronchi che si ergono fino a 5 metri d’altezza. Questi alberi, riuniti insieme, creano autentici giardini che raccontano la storia e la maestosità del nostro patrimonio agricolo».
LE SFIDE NEL PRESERVARE LA TRADIZIONE DEGLI AGRUMI
«Oggi ci troviamo di fronte a una fase critica per l’agricoltura italiana, che ci spinge verso un cambiamento nelle varietà coltivate – conclude Palanga –. Ci impegniamo, quindi, a preservare la nostra tradizione e il nostro business, concentrandoci sulle innovazioni tecnologiche e sulla trasformazione dei prodotti, al fine di rendere disponibili al consumatore i nostri prodotti durante tutto l’anno. L’obiettivo è quello di adottare un approccio di Life Cycle Assessment, che ci consenta di utilizzare anche le parti dei prodotti che il mercato tradizionale non riesce a commercializzare».
Al fine di preservare la tradizione agricola, inoltre, viene attuata una intensa campagna di sensibilizzazione che si estende oltre i confini locali. Coinvolgendo attivamente l’amministrazione locale e le organizzazioni di settore, si promuovono i prodotti durante eventi di portata regionale, nazionale e internazionale. Tra questi eventi, spicca la Sagra del Mandarino di Palagiano, una tradizione che risale al lontano 1969, ma anche la partecipazione agli eventi di Slow Food. La promozione dei prodotti si arricchisce attraverso laboratori del gusto, realizzati in collaborazione con gli chef dell’Alleanza, che deliziano i partecipanti con degustazioni che non si limitano agli agrumi, ma includono anche prodotti caseari e altre prelibatezze locali. Un modo coinvolgente per far conoscere e apprezzare appieno la ricchezza della tradizione gastronomica.