Cantina Juvara, la storia continua grazie alla lungimiranza dei fratelli Casiero

Il fermento enoico che ruota intorno all’agro di Foggia conferma i segnali, che ormai da anni arrivano, da parte di molti produttori illuminati sulla voglia di lavorare la propria terra e di conseguenza le proprie uve con la dedizione che i genitori riservano verso i propri figli. In questo angolo di terra pugliese è avvenuto qualcosa di straordinario prima fra tutti la spumantizzazione, che proprio da qui, ha ottenuto bottiglie divenute icone tra le bollicine italiane e da questo territorio è partita la rinascita e la valorizzazione di un vitigno cardine per la zona, ossia il Nero di Troia.

Seguendo questa scia anche la famiglia Casiero direttamente da Lucera da ben quattro generazioni si occupa di coltivare la terra, oggi con l’arrivo di Pasquale e Antonietta in azienda, è avvenuto quel passaggio concreto che li ha portati a lavorare con una visione differente, che li ha portati a imbottigliare seguendo le nuove logiche del territorio d’appartenenza.  La storia di questa azienda ci proietta indietro di molti anni fino ad arrivare al 1935 quando Pasquale Casiero inizia a impiantare i suoi primi filari, una sfida che ha coinvolto tutta la famiglia, riuscendo a conservarsi e trasferirsi di padre in figlio.

Questo nome particolare: Juvara deriva della contrada, collocata nel cuore del Tavoliere, a pochi chilometri dai vigneti, dove avviene la trasformazione dell’uva in vino. Dal 2010 è avvenuto quel processo di ammodernamento che ha portato alla realizzazione della cantina in modo tale da poter chiudere la filiera agro- alimentare. I numeri di questa realtà parlano di una cantina dai piccoli numeri e dal grande potenziale, con i suoi sei ettari di proprietà produce 4 etichette differenti per un totale di quasi sette mila bottiglie. Numeri piccoli che vanno a braccetto con la filosofia impostata dai fratelli Casiero, Antonietta e Pasquale. La cantina fa parte della Fivi, la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, istituita nel 2006, oggi conta al proprio interno oltre mille e seicento cantine italiane. Il Vignaiolo Indipendente coltiva le sue vigne, vinifica la sua uva, imbottiglia il suo vino e cura personalmente la vendita dello stesso, sotto la propria responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta. Impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, i Vignaioli operano costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.

Questo è quello che avviene a Juvara da quando Pasquale, insieme a sua sorella Antonietta, dal 2018 ha iniziato a imbottigliare il proprio vino. Pasquale durante la nostra chiacchierata in modo fiero e con l’atteggiamento consapevole di colui che ha intrapreso la strada giusta con orgoglio trasmette questa personale visione e questo modo trasparente con cui ha deciso di continuare a portare avanti l’azienda di famiglia. I numeri piccoli sono un motivo di vanto per i Casiero e la consapevolezza della qualità delle proprie uve è stato per loro il traino da dove sono ripartiti.

Il Nero di Troia, La Malvasia Bianca e la Falanghina sono le tre uve dell’azienda, dalle quali vengono realizzate quattro etichette differenti, due vini bianchi, un rosso e ovviamente non poteva mancare in Puglia anche una versione rosata del Nero di Troia. Pasquale ci tiene a raccontare quanta cura hanno in vigna e quanto ne spendono in cantina per assicurare ad ogni bottiglia un’artigianalità, che al palato di chi beve sia facilmente riscontrabile.

 

 

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