Il Vecchio Gazebo di Molfetta, la pizzeria di riferimento per la Puglia

Lo scorso 17 gennaio è stata la giornata mondiale della pizza, un appuntamento che ogni anno si celebra sempre nello stesso giorno.

E come potevo rifiutare l’invito di quella che io considero – ma non solo io – una tra le migliori pizzerie di Puglia?

La pizzeria in questione si trova a Molfetta e si tratta del Vecchio Gazebo di Giuseppe Petruzzella, vice presidente dell’Associazione Pizzaioli Professionisti guidata da un altro professionista di altissimo livello, il salentino Luigi Stamerra.

Conosco Petruzzella ormai da una quindicina d’anni e ho potuto apprezzare come, pur avendo cambiato il pizzaiolo alcuni anni fa, la qualità non abbia mai avuto flessioni.

Attualmente, infatti, il pizzaiolo è un sorridente ed educatissimo ragazzo afghano, Sharoxan De Leo, che ho visto crescere in quel locale sin da quando li ho conosciuti.

Sharuk – così si fa chiamare – al Vecchio Gazebo faceva l’aiuto pizzaiolo, ma quando è arrivato il momento di prenderne le redini, dopo tanti corsi con l’A.P.P., tanta esperienza e, soprattutto, tanta voglia di crescere e imparare, si è fatto trovare pronto e non ha fatto rimpiangere assolutamente il suo predecessore.

Tanti sono i punti di forza di questa pizzeria.

Prima di tutto la pizza, leggera, digeribile, gustosa, ingredienti di alto livello e abbinamenti sempre centrati e ben pensati.

Qui le lievitazioni sono accurate, dalle 12 alle 48 ore, ma ciò a cui si è particolarmente attenti è dare ad ogni impasto la giusta maturazione, non stabilire record. Questo perché non tutti gli impasti sono uguali e il tempo non deve essere poco ma neppure troppo, ma solo il giusto.

Al Vecchio Gazebo, oltre a quelli classici, si lavorano gli impasti più disparati, come riso nero, canapa sativa, grano saraceno, grano duro Senatore Cappelli, amaranto, quinoa, multicereali, khorasan, farro, orzo, grano arso, ceci neri della Murgia, oppure arricchiti con zucca o vincotto.

Le cotture avvengono a calore molto più basso rispetto al metodo napoletano che arriva fino ai 485°, mentre qui si va dai 300° ai 360°, aspetto che insieme alle accurate lievitazioni evita che la pizza sia ricordata negativamente durante la notte.

Quattro le pizze scelte per festeggiare la giornata mondiale in una sala colma di giornalisti, blogger, influencer, produttori, gastronomi e appassionati gourmet, presentate dal giornalista Carlo Sacco:

  • Regina

Impasto integrale, salsa di pomodoro, pomodorino fresco, fiordilatte, origano e basilico

  • Cetara

Inmpasto tipo 1, salsa di pomodoro, pomodori al forno, olive celline, cipolla rossa, e filetti di acciughe di Cetara

  • Van Gogh

Impasto multicereali, crema di cime di rapa, fiordilatte, stracciatella, gamberi crudi marinati al bergamotto e scorzetta di limone

  • Pizza dessert

Pizza al tegamino con impasto al cacao e cereali, composta di pomodoro, crema chantilly all’olio extravergine d’oliva, polvere di cicoriella puntarella di Molfetta.

 

La serata è stata degnamente accompagnata e valorizzata dagli ottimi vini della Cantina Terre Carsiche e dai meravigliosi extravergini delle aziende Ciccolella e Amore Coltivato.

Apprezzatissimi gli interventi degli ospiti presenti che hanno impreziosito una serata che, oltre ad essere un bel momento conviviale e d’incontro, ha dato importanti spunti di riflessione nelle spiegazioni dei produttori partner e nelle parole del prof. Giacomo Giancaspro, competente professionista del settore food.

Ma, al di là della manifestazione dello scorso 17 gennaio, la pizzeria Vecchio Gazebo è un punto di riferimento importante nel comparto pizza di tutta la regione, con una amplissima scelta di varietà.

Assolutamente da non perdere il “Cicce ‘nderre” (letteralmente “ciccio in terra”), un disco d’impasto cotto sul pavimento del forno e poi condito con il pric o prac, conserva tipica molfettese a base di peperoni e aceto. È una sorta di apristomaco, il pric o prac è moderatamente piccante e ha un importante sentore acetico, che stimola e fa venire voglia di assaggiare altro.

Poi c’è la pizza con mozzarella di bufala affumicata, pomodori infornati, peperoni friggitelli e guanciale oppure la “Mordi la Puglia” ormai un classico intramontabile, richiestissima, fatta con crema di ricotta, mozzarella, fichi secchi in inverno e fichi freschi d’estate, capocollo di Martina Franca e mandorle di Toritto, o quella con lampascioni fritti, mortadella tagliata alla barese e vincotto di fichi.

Anche i celiaci qui troveranno senza difficoltà la pizza che desiderano, con una linea di lavorazione dedicata così come previsto, ma, come se non bastasse, al Vecchio Gazebo anche la cucina è di livello, con piatti curati dalla bravissima Rosa Carione, che ha mano misurata e leggera persino quando fa piccole rivisitazioni dei piatti della tradizione.

Inoltre, a completare l’ottima offerta c’è un’ampia scelta di birre artigianali, distillati e liquori di qualità e i dolci non sono quelle banalità che spesso si trovano nelle pizzerie, ma sono preparati in loco; uniche concessioni alla preparazione esterna sono il Quartino e il Moretto, due specialità della gelateria classica molfettese.

Ultimi, ma non meno importanti punti di forza del Vecchio Gazebo sono l’accoglienza e il servizio, sempre attento, veloce e cordiale.

È bello, per il cliente, interagire con camerieri rapidi ma mai frettolosi, sempre sorridenti e pronti al consiglio, segno inequivocabile di un benessere lavorativo non sempre riscontrabile ovunque.

 

 

 

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