Masseria Palombara, un gioiello custodito nella pietra millenaria di Oria

Qui tutto è autentico e verace, e le pietre narrano storie millenarie. Ci troviamo nella Masseria Palombara di Angelo Lippolis, a pochissimi chilometri da Oria, dove il comfort moderno si coniuga perfettamente con il rispettoso recupero del passato. Tra lo charme della spa e l’ampia piscina esterna (accanto alla quale in estate si può anche pranzare), tra la suite con giardino privato e lo stagionale cinema all’aperto. Mentre attraverso il passaggio segreto di un’antica cisterna si entra in un altro mondo, e cioè in un piccolo ma pregevole sito archeologico con testimonianze risalenti a epoche diverse: messapica, latina e medievale. Lo dimostrano i resti di una strada romana, la chiesa basiliana ipogea, e la centenaria torre colombaia. E la visita di questi importanti reperti si trasforma in un’esperienza affascinante ed istruttiva grazie alle illuminanti spiegazioni del padrone di casa, che con legittimo orgoglio mostra agli ospiti i suoi tesori.

Oltre a conversare con loro su argomenti che possono spaziare dalla vita del settecentesco cuoco e gastronomo (nativo proprio di Oria) Vincenzo Corrado, fino alle regate transoceaniche in barca a vela.

Si entra dunque negli ambienti interni della struttura, e qui i toni rustici convivono in assoluta armonia con la complessiva atmosfera di accogliente e rilassante eleganza. A partire dall’ampio e luminoso salotto con camino e bancone del bar (con la possibilità di sostare per un aperitivo), dove i divani e le poltrone vintage si alternano ai mobili d’epoca e ai bellissimi tavoli in legno grezzo perfettamente recuperato. Lo stesso stile accomuna le diverse salette destinate alla celebrazione del rito della convivialità, tuttavia impreziosite da tappeti orientali e da opere d’arte alle pareti, e culminanti nella deliziosa chicca del giardino d’inverno.

L’elegante autenticità dell’atmosfera complessiva in un certo senso si riflette nella proposta gastronomica, ad opera di uno staff di cucina giovane e affiatato, e con il valore aggiunto del protagonismo dell’orto della masseria, per quanto riguarda le ottime materie prime vegetali che coronano le portate. Come nel caso del prosciutto di ombrina su cardi con mandorle e buccia d’arancia; o della tartare di mucca podolica aromatizzata con capperi e acciughe, e condita con yogurt di caciocavallo, crema di barbabietole e crumble di mandorle. Degno preludio a una lunga serie di soluzioni dai sapori netti, sinceri e precisi, per altro servite in variopinte stoviglie di ceramica di Grottaglie. Eccellenti i due primi piatti di apparente semplicità: tanto la calamarata al ragù di cernia, quanto gli spaghetti con pomodoro fresco, basilico e cacioricotta. Per poi continuare con la guancia di vitello brasata al primitivo di Manduria con purea di patate e chips di carote rosse; magari in alternativa agli accattivanti sentori fusion della tajine di piccione con mandorle, prugne e albicocche, naturalmente accompagnata dal cuscus. Completano il tutto l’interessante selezione enologica, il fragrante pane fatto in casa, e l’olio di propria produzione. Nonché il tocco di classe finale, rappresentato dal gelato di mandorle con il caffè.

 

 

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