Orsara, 100 falò e 1000 zucche al rintocco della campana ma non è Halloween

I fuochi, gli spettacoli e l’attesa di una ricorrenza molto sentita: Fucacoste e cocce priatorje

 

Il conto alla rovescia è iniziato perchè mercoledì 1°novembre a Orsara di Puglia è di scena la notte dei falò e delle zucche. Il momento più suggestivo arriverà alle ore 19, quando i rintocchi della campana della Chiesa Madre daranno il via all’accensione dei falò, ma già dal mattino centinaia di zucche dalle sembianze umane saranno esposte lungo un percorso che permetterà di ammirare le creazioni più fantasiose. Alle ore 20.30 cominceranno gli spettacoli musicali. Per godersi appieno l’evento, è importante essere in paese già del mattino o dal primo pomeriggio, per permettere di vivere la vera e propria trasformazione del paese man mano che si avvicina il tramonto. #QUINONèHALLOWEEN. La notte dei Fucacoste è quella che va dalla sera dell’1°novembre all’alba del giorno seguente. Molti si confondono, immaginando si tratti di Halloween: niente di più sbagliato. Sui social sarà lanciato l’hashtag #quinonèhalloween. La notte dei falò è diversa non solo nei significati e nello spirito che la caratterizzano ma anche per ciò che attiene al momento in cui si celebra: Halloween si svolge la notte del 31 ottobre, la notte dei fucacoste, invece, va in scena 24 ore dopo.

 

La carta d’identità di Fucacoste e cocce priatorje

(Falò e teste del purgatorio)

 

La notte dei fuochi

Nella notte tra l’1 e il 2 novembre, a Orsara di Puglia, è il momento dei falò e delle teste del purgatorio. Questa è la notte dei fuochi, la più lunga e luminosa dell’anno. In ogni via, piazza e slargo del paese ci sono un covone che arde e scintille di fuoco che ascendono al cielo. É una festa legata al culto dei morti. Le anime dei defunti, nella notte del 1° novembre, tornano in paese, rivedono le loro case, sono accolte dal ricordo e dall’affetto dei propri cari ancora in vita.

Le zucche lanterna

Beffarde, sorridenti, misteriose: nella notte dei falò, le anime del purgatorio sono guidate dai lumi posti all’interno delle zucche che prendono sembianze umane. In questo periodo, gli orsaresi scelgono le migliori zucche dei loro campi e le intagliano per la notte dell’1° novembre.

Quando

La notte dei Fucacoste è quella che va dalla sera dell’1° novembre all’alba del giorno seguente. Molti si confondono, immaginando si tratti di Halloween: niente di più sbagliato. La notte dei falò è diversa non solo nei significati e nello spirito che la caratterizzano ma anche per ciò che attiene al momento in cui si celebra: Halloween si svolge la notte del 31 ottobre, la notte dei fucacoste, invece, va in scena 24 ore dopo, il 1° novembre.

L’attesa

I giorni che precedono questa particolare ricorrenza sono molto intensi per le famiglie orsaresi. C’è chi raccoglie la legna che alimenterà i falò, chi prepara i dolci e le pietanze tipiche per i banchetti, chi raccoglie e intaglia le zucche da trasformare in lanterne.

Nei giorni che precedono l’evento, Orsara di Puglia vibra al ritmo di una crescente frenesia. L’attesa e la preparazione sono vissute in ogni casa. La preparazione delle “cocce priatorje” è solo una delle incombenze da assolvere: affinché la notte del 1° novembre sia perfetta, come vuole la tradizione, occorre accatastare per tempo tutto il legname necessario a preparare il falò. Non bisogna dimenticare “il grano dei morti”, e poi vino, carne, pane, patate e dolci tipici, vale a dire le pietanze e gli ingredienti che saranno consumati accanto ai fuochi, quando in ogni stradina del borgo si terrà un banchetto a base di piatti “poveri” ma gustosi e in tutto il paese saranno esposte centinaia di zucche lavorate in modo creativo e illuminate al loro interno.

Il significato

Falò e delle teste del purgatorio: è questo il significato di “Fucacoste e cocce priatorje”, la notte dei cento fuochi, delle zucche-lanterna, la notte più lunga dell’anno per Orsara di Puglia.

Qui, nel cuore verde della provincia di Foggia, la sera del 1°novembre si infiamma e si accende fino al mattino seguente. Non si tratta di Halloween, ma di un evento che mette in evidenza l’illuminazione della fede, il ricordo dei defunti, il gusto genuino di stare insieme condividendo un momento di comunione caratterizzato dalla magia autentica del legame misterioso tra il mondo dei vivi e quello di quanti vivono nella nostra memoria. Un tempo, nelle vie di pietra del borgo, davanti a ogni uscio di casa, si usava porre dell’olio in una bacinella piena d’acqua: alla fioca luce della candela, si poteva assistere, secondo i vecchietti, alla sfilata delle anime del purgatorio. Elemento caratterizzante dei fuochi è la ginestra, un arbusto che in fiamme si volatilizza facilmente, facendo sembrare che il legame cielo-terra si compia sotto i nostri occhi. È convinzione che le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma simbolici: il grano lesso condito col solo mosto cotto, le patate, le cipolle, le uova e le castagne cotte sotto la brace. Niente streghe, dunque, niente maschere e figure grottesche. L’evento che si celebra a Orsara di Puglia è ancora profondamente legato al culto dei defunti e rifugge dal “rito” del “dolcetto o scherzetto”. La tradizione vuole che le anime del Purgatorio (Cocce priatorje) possano purificarsi attraverso il fuoco dei fucacoste e trovare la via del Paradiso, che viene indicata loro dai lumi nascosti dentro le zucche. È la notte della luce, dunque, non quella delle tenebre.

 

 

 

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