Cresce in campagna, ai bordi delle strade, nei vasi del terrazzo e riesce a far capolino anche sotto i marciapiedi bucando l’asfalto: è la portulaca oleracea.
Si tratta di una pianta spontanea, succulenta e infestante che, in questo periodo si trova in grandissime quantità.
Magari in campagna non ci facciamo caso, ma quando cresce nei vasi delle piante ornamentali, come succede puntualmente ogni estate in quelli del mio terrazzo, verrebbe spontaneo estirparla.
Errore gravissimo! La portulaca è una pianta ricca di proprietà benefiche e vale la pena utilizzarla in cucina, anche perché è davvero gustosa.
Viene chiamata anche erba grassa e porcellana a causa dei suoi steli e delle sue foglie carnose e lucide, ma ha tanti nomignoli popolari a seconda della regione.
In Puglia la chiamiamo perchiazza, simile al nome abruzzese precacchia e al laziale porcacchia, mentre per i campani è la chiaccunella.
Riconoscerla non è difficile, si espande orizzontalmente con un andamento strisciante, steli di colore violaceo, piccole e carnose foglie ovali e minuscoli fiori gialli.
Esistono anche varie specie ornamentali con bei fiori di vari colori che si aprono con la luce per chiudersi la sera, ma quelle – attenzione – non sono commestibili.
In cucina possiamo utilizzare solo la portulaca selvatica, ricchissima di Omega 3, con proprietà diuretiche, depurative e antibatteriche e, pertanto, si può usare anche nelle tisane.
Il modo più semplice per utilizzarla è nelle insalate e basta prendere gli steli tra le dita e tirare verso il basso con l’altra mano per staccare le sue foglie carnose, da aggiungere semplicemente a dei pomodori o a qualsiasi altro ortaggio.
Ma si può fare anche una semplicissima frittata di sole uova appena sbattute e foglie di portulaca, da gustare calda o dentro un bel panino. Preferisco non mescolare troppo le uova per ottenere qualche macchia bianca dovuta all’albume rappreso – io faccio sempre così quando faccio frittatine di erbe spontanee – ma se non vi piace mescolatele di più.
Un altro utilizzo è nei primi piatti, nei quali potete inserirla sia a crudo che appena sbollentata nella stessa acqua di cottura, avendo l’accortezza di aggiungerla un minuto prima di scolare la pasta, in modo da non cuocerla troppo disperdendo le sue importanti proprietà.
Provate delle mezze maniche, accompagnate dalla portulaca e da un’abbondante spolverata di bottarga di tonno e, se volete dare una nota croccante, da un tarallo sbriciolato.
Un piatto semplicissimo ma molto gustoso, ma se non avete voglia di cucinare, ricordatevi che la nostra “perchiazza” la potete aggiungere a crudo in qualsiasi piatto, ad esempio su delle verdure grigliate o in un’insalata fredda di pasta o di riso.
Anche su un carpaccio di carne o di pesce, su una julienne di carciofi crudi o su delle fette di zucchine crude condite, darà sempre quel tocco in più.
Ora è la sua stagione, provateci!