Che c’azzeccano gli avvocati nel mondo delle colture agricole e della produzione di alimenti per l’uomo? Al di là del fatto che i legali c’entrano dappertutto, i comparti agricolo ed alimentare hanno raggiunto una complessità tale da avere assoluta necessità anche di consulenze sul fronte legale.
Anche per questo è nata una particolare Commissione di studio all’interno del Coa, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Spiega Feliciana Bitetto: «Ci occupiamo di diritto di un comparto fondamentale non solo nella nostra economia, ma anche nella nostra stessa esistenza, l’agroalimentare, appunto. E si occupa di turismo sostenibile, altra faccia per molti aspetti molto vicina».
L’avvocato Bitetto, 52 anni, civilista barese, spiega come la commissione da lei coordinata e insediatasi da un paio di mesi, avrà un’attività di consulenza: ascoltare e accompagnare le aziende e tutti i soggetti in campo vanno accompagnati in un quadro normativo che nasce in Europa e che all’Unione Europea deve fare necessariamente riferimento. Un groviglio di norme che necessitano di analisi, interpretazioni, capacità di applicarle nei vari contesti. Inoltre, affiancare le imprese anche nell’oceano del Pnrr: per evitare (a volte inevitabili) contenziosi, per favorire i processi di internazionalizzazione.
Feliciana Bitetto, fra l’altro è fondatrice (era il 2017) dell’alta scuola della Formazione nell’Agroalimentare. «Il turista è sempre più attratto da esperienze alquanto complesse e coinvolgenti legate al cibo e al vino. E la scuola – spiega Bitetto – ha già formato 27 giuristi di filiera agroalimentare». Insomma, la iper-specializzazione degli avvocati ha imboccato anche strade interpoderali. Che sono ovviamente polverose, ma che mantengono un enorme fascino. Anche perché, come ha detto a Polignano a Mare Luca Zaia, governatore del Veneto, ospite possibile (in diretta Sky) de Il libro insieme al collega Michele Emiliano, «non può esistere una vocazione turistica in una terra in cui non si mangi e non si beva bene».
Vista dall’altra sponda, quella presidiata dagli operatori economici, occorre dire che nel settore agroalimentare vige oggi una parola d’ordine: interdisciplinarietà. Le imprese hanno quotidianamente a che fare con problematiche tecnico-giuridiche connesse con la sicurezza alimentare in cui il giurista ed il tecnico (il tecnologo alimentare, l’agronomo, l’esperto di nutrizione etc.) devono costantemente confrontarsi e trovare una lingua comune per collaborare in maniera
efficace. La complessità di tali problematiche è dovuta all’intersecarsi di delicate questioni giuridiche che molto spesso sono connesse con aspetti tecnici afferenti ad altre discipline. Le imprese sempre più spesso cercano persone capaci di comprendere e padroneggiare tale complessità, di saper affrontare con successo il cambiamento e le innovazioni oltre ad avere una attitudine a risolvere problemi. «Il compito della scuola e per certi aspetti anche della commissione – è di preparare gli avvocati ad affrontare queste sfide attraverso un approccio interdisciplinare, per portare un valore aggiunto all’impresa». L’Afa, che sta per Alta formazione agroalimentare, e intende formare sia professionisti che imprenditori, è sorta in Puglia con l’intento di promuovere la cultura della rete, dell’innovazione e della condivisione delle best practices nel settore agroalimentare
Insomma, essere giuristi e consulenti legali della sicurezza alimentare significa essere una figura innovativa che intende rispondere a precise e puntuali istanze di un mercato sempre più variegato e senza confini. In una parola, globale.