Terre di Fasano, il fenomeno turistico che risveglia la comunità

«Bisogna essere lenti, amare le soste, per guardare il cammino fatto». Scriveva così Franco Cassano e, proprio da queste parole, sembra aver preso spunto il progetto “Take it slow”, progetto di turismo lento e sostenibile che mette in relazione Italia e Croazia attraverso le esperienze della “Cultural route in the lands of Fasano”. Take it Slow nasce per sostenere il patrimonio culturale e naturale dell’Adriatico attivando processi di innovazione socio economica e culturale.

In questa cornice si inserisce “Terre di Fasano”, una nuova destinazione turistica sviluppata nell’ambito di Take it Slow e promossa da Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia – Dipartimento del Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio e Comune di Fasano.

Questo territorio comprende diverse frazioni, ricche di natura e tradizione, tra ulivi monumentali, tra i più antichi al mondo, e storiche masserie. Tra il 28 febbraio e il 3 marzo scorso la nuova destinazione è stata animata da una study visit a cui hanno partecipato tour operator, blogger, giornalisti, stakeholders italiani ed internazionali. L’itinerario è stato anche inserito tra le proposte del Buy Puglia 2023, la fiera internazionale del turismo organizzata da Regione Puglia e PugliaPromozione.

«Take it Slow è un progetto strategico, finanziato dal Programma Interreg Italia Croazia 2014/2020 per favorire la collaborazione tra le regioni che si affacciano sul mare dei due paesi Adriatico – ha spiegato Lino Manosperta, responsabile dell’ufficio progetti del Teatro Pubblico Pugliese – le quali hanno unito gli sforzi per ottenere risultati che fossero permanenti sul territorio. A Fasano è stata favorita la nascita di una Rete di Imprese che a fine progetto possa gestire i risultati ottenuti a Fasano, e nelle frazioni coinvolte: Laureto, Cocolicchio, Selva di fasano, Montalbano, Pezze di greco, Speziale, Torre Canne, Savelletri, Egnazia».

Il focus è ricaduto sulle Terre di Fasano, da sempre al centro dei flussi turistici luxury, per diverse motivazioni. «Prima di tutto, la strategia regionale che mira a costruire lungo tutta la Puglia una serie di soggetti capaci di creare nuove destinazioni e capaci di gestirle».

Il percorso è iniziato tre anni fa con un bando per coinvolgere imprese ed istituzioni in questo processo al quale hanno aderito ben 37 enti. Sono seguiti numerosi incontri e workshop.

È stato indetto un referendum cittadino con tanto di campagna elettorale, concerti e dibattiti, che hanno portato oltre 3000 persone, quasi il 10% della popolazione locale, per votare il nome della destinazione: Terre di Fasano, che il Comune userà come brand e come dominio del suo partale turistico.

Sono nati otto itinerari, ben dettagliati. Il primo è “Discovering Fasano Old City”, seguito da “Terre di Fasano: Trekking in the hills”; “From Murgia to the sea, crossing the via Francigena”; “Time Travel: from the ancient Egnazia to the rock civilization”; “Hiking Fasano – Selva”; “Cycling in the natural park of coastal dunes”; “Trekking among olive groves and farmhouse”; “Cycle trekking in the monumental olive plain”.

È stato progettato e realizzato un set di prodotti di merchandising, tra cui le sacche dipinte a mano da un artigiano di Fasano, «un oggetto fortemente identitario che sottolinea il rapporto di appartenenza dell’operazione al territorio. In un fenomeno turistico la comunità è tutto. Se devo raccontare l’identità di un territorio, è impossibile farlo senza la comunità».

«I percorsi di Terre di Fasano si riferiscono a un target abbastanza variegato. È una terra tranquilla, abbastanza pianeggiante, in senso naturale e filosofico, quindi perfetto per le famiglie che possono trovare anche altro oltre le residenze extra lusso, e che hanno saputo reagire meglio di altre al momento pandemico. Èstato costruito qualcosa per un target medio, familiare, molto consistente nei numeri e nei fatturati».

Per non sperperare il grande risultato raggiunto, gli operatori locali sono stati messi in contatto immediatamente con il mercato attraverso i tour operator e Buy Puglia è stato un primo passo, realizzato grazie alla collaborazione con Regione e Puglia Promozione.

Migliorare la gestione dei flussi turistici in Puglia è un obiettivo strategico, bisogna evitare fenomeni di monocultura turistica, non cadere in stato di dipendenza da flussi extra regionali, è necessario dotarsi di piani alternativi. «Nei primi anni 2.000 non si raggiungevano i 3 milioni di arrivi. Oggi si arriva oltre i 20 milioni. Era necessaria ed è stata istituita una Agenzia specializzata e competente e questo ha fatto la differenza».

«Ora bisogna puntare ad evitare i sovraffollamenti in certe città e sottoutilizzazioni di tante altre destinazioni che potrebbero rispondere con altrettanto successo durante tutto l’anno e non solo d’estate. Puglia Promozione sta lavorando proprio su questo. L’obiettivo è ambizioso, ma da tempo si è già iniziato a lavorare in questa direzione».

 

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