Ciao Patrizia

La mia “wonder woman”, così ti ho chiamato durante la nostra ultima telefonata. Ti ho detto: “Patrizia, ma come riesci a fare tutto?” Lo sport era la tua passione più grande, una passione diventata una declinazione della tua vita, scrivevi di nuoto, pallavolo e atletica, riuscendo ad andare oltre la cronaca delle gare, raccontando la vita degli atleti tra agonismo ed emozioni. Ti ho conosciuto durante gli anni della scuola di giornalismo di Bari e ammetto che ti osservavo con ammirazione per la determinazione con cui portavi avanti la tua passione per lo sport. Quando scrivevi di una partita o intervistavi un allenatore le parole ti si affiancavano una all’altra con la naturalezza di chi è sicuro e consapevole della propria strada. Ti sei guadagnata con fatica ogni successo ottenuto, essere giornalista e atleta erano due facce della stessa medaglia che indossavi con orgoglio e fierezza perché erano il frutto del tuo lavoro.

Tanti i riconoscimenti professionali che in questi anni hai ottenuto, per non parlare delle medaglie che collezionavi ad ogni gara a cui partecipavi. La piscina era la tua seconda casa, lì quante vittorie e poi insegnavi anche ai più piccoli a muovere i loro primi passi in acqua. Donna dinamica e sempre sul pezzo così ti vedevo e così ti vedevamo in tanti.

La vita frenetica e la distanza chilometrica che ci divideva non ci ha permesso di viverci nella quotidianità, ma quando ti ho chiamato per parlarti di Pugliosità e di chiederti di farne parte non hai esitato un minuto, non hai fatto domande e mi hai detto: “Puoi contare su di me”. Che bello sentire quelle parole e l’entusiasmo che avevi per un progetto di cui conoscevi ben poco, mi sono sentita sicura nell’averti in squadra e ti ringrazio per le interviste e gli articoli che hai scritto per noi, quando leggevo i tuoi pezzi riuscivo a entrare nelle storie che raccontavi e in fondo sembrava come se le conoscessi anch’io, questa era una delle doti tue più grandi, un dono per una giornalista, era il tuo talento.

Ieri quel messaggio sul cellulare che mi informava della tua scomparsa è stato un pugno in mezzo allo stomaco, uno schiaffo in pieno volto che mi ha scosso e obbligato a ricordare tutte le cose che ci eravamo dette e scritte. In questo voler scavare e scoprire qualcosa in più mi sono dovuta arrendere alla realtà, una realtà brutta e impossibile da credere. Hai lasciato tutti senza parole, oggi voglio immaginarti impegnata a correre la tua maratona più importante, a sbracciarti verso l’ultima vasca, a consegnare quel pezzo a cui tenevi tanto e voglio ricordarti mentre saluti con un bacio tuo figlio. Ciao Patrizia.

 

 

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