La Cassarmonica di Acquaviva delle Fonti, un chiosco monumentale dove la musica vive sovrana

All’alba della sua storia la Rai tivù inviò ad Acquaviva delle Fonti un giovane Enzo Tortora per registrare un servizio sulla banda di Acquaviva. Il concerto si tenne nella Cassarmonica, un chiosco monumentale in cemento armato che sorge in piazza Vittorio Emanuele II, nel cuore della cittadina a sud-ovest di Bari. Fu uno dei tanti momenti di gloria dell’edificio che risale al 1930 e che trova il suo paio, in Italia e nel mondo, nel Chiosco della Musica, a Rapallo.

Lætare et disce, vale a dire “rallegrati e impara”, è la scritta in latino che campeggia sulla Cassarmonica. Uno slogan, si direbbe oggi. Che è una sorta di titolo d’apertura della galleria di musicisti che sono raffigurati all’interno del contenitore. Tutti pugliesi: Leonardo De Leo, Umberto Giordano, Saverio Mercadante, Giuseppe Millico, Giovanni Paisiello, Niccolò Piccini, Tommaso Traetta e Niccolò Van Westerhout, in rigoroso ordine alfabetico. Artisti che sono diventati, sia pur indirettamente, protagonisti di un film intitolato proprio “Lætare et disce”. Un cortometraggio realizzato grazie ai fondi messi a disposizione dal Comune di Acquaviva e dal Gal (Gruppo di azione locale), proiettato nel teatro Luciani, uno dei centri gravitazionali della vita culturale della stessa cittadina.

Non un evento mondano, anzi. Ma pur con qualche defaillance organizzativa, la vera e propria première è stata molto apprezzata dal pubblico che ha affollato il piccolo politeama acquavivese intitolato a Sebastiano Arturo Luciani e che sorge a pochi passi proprio dalla Cassarmonica.

Giuseppe Della Corte, trentenne, professione videomaker, racconta la nascita del film, scritto da Beppe Carvutto e narrato da Cosimo Damiano Damato. «Dovevamo mettere insieme diversi elementi, dalle tradizioni locali alla cultura musicale di cui è impregnata la nostra terra. Ma non volevamo fare un documentario. Troppo scontato, persino banale».

E allora? «Allora abbiamo pensato agli otto musicisti. Loro, la loro vita, la loro opera hanno in qualche modo ispirato otto microstorie. Che ancora una volta hanno come protagonista il territorio. Non un territorio vuoto, arido, ma popolato da persone che vivono la contemporaneità, con le loro gioie, i loro dolori, le quotidianità». E infatti, ecco la mamma preoccupata per le sorti del giovane figlio in cerca di lavoro che affetta la famosa cipolla rossa, simbolo e ricchezza del paese. E i ciclisti che attraversano la campagna in un suggestivo gioco di luci e ombre. E la mozzarella (siamo a un tiro di schioppo da Gioia del Colle) che alcuni ragazzini consegnano a domicilio. E, ancora, la grotta di Curtomartino. Di proprietà privata, e comunque aperta al pubblico, la cavità carsica è lo scenario all’interno della quale si muove con sensualità una ballerina. Nell’antro, tuttavia, si consuma il dramma della morte improvvisa dell’anziano Leo, recatosi in visita al sito con la sua compagna. Un epilogo che ricorda proprio la scomparsa improvvisa del De Leo, compositore nato a San Vito dei Normanni e vissuto nel 18° secolo.

Sullo sfondo dunque c’è sempre la musica. Con un’interprete forse troppo sottovalutata, la banda da giro. Quella di Acquaviva, per esempio, vinse un concorso internazionale a Torino nel 1898, una sorta di oscar delle bande, con tanto di premio consegnato a Emilio Rivera da Umberto I in persona.

Musica e banda che trovano e troveranno sempre la loro casa ideale nella Cassarmonica. Dove s’innesta un altro elemento fondante della terra delle fonti, l’acqua. Sotto il tetto, infatti, i costruttori crearono una specie di contenitore con l’acqua che favorisce il riverbero e la propagazione del suono. Ingegnoso.

A pochi passi, tra il palazzo De Mari e il museo archeologico, un elegante carretto spigiona un forte profumo di limoni. Sono le granite dei fratelli Benemerito. Ma questa è un’altra storia.

 

Foto Credits: Diana Cimino Cocco per la Cassarmonica, Nicolas Di Santo per la foto di Giuseppe Della Corte

 

Gallery