L’assaggio di questo Nero di Troia San Severo mi porta al piacere unico di afferrare ricordi di una vita passata, quando da ragazzino vivevo in Puglia. Bruscamente si può così godere nella realtà, la bellezza dell’immaginazione.
Quando ho parlato per la prima volta con Leonardo Pallotta mi sembrava che lui stesso fosse l’oggetto del suo vino. Tutte quelle riflessioni schiette, da spirito battagliero, che parola dopo parola esaltavano nel discorso la mia ragione, cominciavano subito dopo ad apparirmi intellegibili nel calice, così diretto, vero, senza fronzoli. Il suo vino è un inno alla terra, che mi porta a pensare ad un’esistenza anteriore della varietà a prima che fosse castigata alla produzione di vini “fortificanti” da taglio. Ebbene è come il Donna Clelia che lo immagino il Nero di Troia atavico, vicino per qualità alle grandi etichette del mondo, che non ti fa smettere facilmente di ragionare su ciò che hai appena assaggiato. Con un rosso così mi domando quante sfaccettature possa avere il Nero di Troia, e come sia bello e caleidoscopico uno dei vitigni meno conosciuti d’Italia che qui, a San Severo, cresce su una terra imbevuta della salubrità del vento. Vento di Scirocco che spira dal Golfo di Manfredonia, e più fresco dal Lago di Lesina. Un suolo pregiato, calcareo, vivificato dall’aria marina.
Nero di Troia San Severo Donna Clelia 2016 PALLOTTA
Nero di Troia 100% – € 35
Il colore rubino dalle nuance granato è indizio di splendida terziarizzazione. Naso affascinante, ampio come un caloroso abbraccio che sa di marasca e amarena succosa, cuoio e tabacco scuro, radici, liquirizia, toni fumé gentili. La bocca piena e dalla freschezza argentina, schiera tannini vispi ed integrati che ben accompagnano la rispondenza di spezie e fumo. È vino di grande personalità.
La sua dimestichezza nell’abbinamento a tavola è eccezionale: è sicuramente da provare sulla soppressata dell’Appennino Dauno e sullo stracotto di manzo.
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