Polvanera 17, l’anima evoluta del Primitivo che affina in acciaio

Ho ragionato spesso di Primitivo con il mio amico Elio, preferendo nell’assaggio, quando possibile, versioni ottenute da “antichi” alberelli e che presentassero una vena di fresca eleganza. Bisogna dire che questo modo di interpretare l’arte del vitigno non è poi così comune, sebbene comprenda una bella fantasia del passato. È per questo che mi affascinano i vini da Primitivo di Filippo Cassano, che vedono solo l’acciaio in maturazione. Hanno una foggia a cui non siamo più abituati e restituiscono un’evoluzione in bottiglia straordinaria che appare come un impossibile viaggio nel tempo. Per chi non lo ha mai letto in questa maniera, il Primitivo 17 di Polvanera è un’attrattiva misteriosa. Nato in contrada Montevella, tra le più ambite della Doc Gioia del Colle, su suoli argillosi dove dimorano alberelli di 70 anni, ha pochi simili a cui può confrontarsi, e resta un’emanazione dell’essenza propria del migliore terroir da Primitivo.

È così che penso superflui tutti i bizzarri mutamenti che hanno interessato l’interpretazione della nobile varietà, e che non trovano spiegazione se non in un gusto dal sapore internazionale che per anni abbiamo finto fosse nostro.

Primitivo Gioia del Colle 17 2017 POLVANERA

Primitivo 100% – € 25

Rubino bellissimo dai flash granato. Profondo il carattere olfattivo di indole speziata e composita, con richiami di frutta nera e rossa, pot-pourri floreale, macchia marina e pietra focaia. Sostenuto da ragguardevole freschezza, ha struttura da vendere e una materia tannica dolce e ben cesellata. Lunga e ricca di rilasci balsamici la persistenza.

Bellissima la veste rosa buccia di cipolla lucente. Il naso è ben definito e tanto raffinato, con intense note di ciliegie e granatina, pesca ed erbe fini, frutti selvatici ed anche una lieve emersione minerale. Al gusto incalza con fresca acidità e sapido sviluppo, intervallando a liete durezze e cremosa morbidezza, puri richiami fruttati. Finale armonico e appagante, che “tira” un altro sorso.

A tavola è il rosso perfetto per un agnello alle erbe selvatiche della Murgia.

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