Falanghina, un vitigno che anche in Puglia trova la sua giusta espressione

I vitigni autoctoni in Puglia sono certamente i protagonisti di quella che da molti è stata definita la “Rivoluzione enoica pugliese”, considerando la svolta qualitativa che numerosi produttori hanno intrapreso grazie alla valorizzazione di vitigni come: Primitivo di Manduria, Negroamaro, Fiano Minutolo, Verdeca. Il territorio pugliese coltiva e custodisce anche vitigni come il Fiano, la Falanghina, il Montepulciano, il Syrah che sono uve appartenenti ad altre regioni, ma che trovano in terra pugliese una culla ideale dove crescere. Le Cantine Massimo Leone, nel cuore del Tavoliere delle Puglie, precisamente in località Posta di San Nicola D’Arpi, coltivano Fiano, Falanghina, Primitivo, Aglianico, Nero di Troia, Montepulciano e Syrah. Arpi anticamente era considerata la città fondata da Diomede re Dell’Etolia, una città ricca e fiorente risalente al 1182 a.C., una delle più importanti della Magna Grecia.

Sulla strada percorsa dai Greci nasce la volontà di impiantare questi vitigni, che pongono le proprie radici in una Necropoli Dauna, infatti, nel sottosuolo si trovano numerosi reperti archeologici di affermata importanza storica, alcuni giustamente custoditi nei musei della città o in altri musei italiani. Una terra chiara e sassosa, dove l’unico metodo di coltivazione adoperato è quello a spalliera, perseguendo la qualità attraverso una sufficiente irrigazione, attente potature e diraspature, che consentono basse rese per ettaro e maggiore qualità. Questi gli strumenti utilizzati dalle Cantine Massimo Leone per realizzare vini saldamente ancorati alla propria terra d’appartenenza che la rispecchiano e che ritroviamo in ogni bottiglia.

Il nome Falanghina deriverebbe dal fatto che tradizionalmente veniva legata ai pali di sostegno detti “falange”, ecco da qui il nome, ossia “vite sorretta dai pali”. Il vitigno Falanghina era quasi stato abbandonato durante i secoli poi, essendo uno dei pochi vitigni a non essere stato attaccato dalla fillossera è stato rivalutato e spesso viene allevato anche su piede franco.

Falanghina Bianco Puglia Igp 2020 Cantine Massimo Leone

Colore dorato brillante e al naso emergono in netta evidenza profumi fruttati di pesca a polpa gialla, impreziositi da toni più agrumati. Un bouquet misto di gelsomini e fiori di zagare arricchiscono il bagaglio olfattivo di questo vino. Al palato scivola piacevolmente, lasciando in bocca un sorso strutturato, fruttato e dal lungo finale. La vendemmia viene effettuata manualmente e si esegue esclusivamente quando si raggiunge il perfetto equilibrio tra zuccheri e acidi, questo a sottolineare la dedizione alla qualità in tutte le fasi produttive: dalla vigna alla cantina. Il vino supera di poco il costo di dieci euro a scaffale ed è perfetto in abbinamento a primi piatti di pesce ad esempio uno spaghetto alle vongole e risulta adatto anche in coppia con un piatto tipico della tradizione pugliese come la favetta e cicoria.

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