Il vitigno Verdeca, il preferito da Federico II e dai pugliesi

Il vitigno Verdeca è conosciuto sin dal 1200, grazie a uno dei suoi più accaniti consumatori, Federico II, che adorava bere vini ottenuti da questa uva. In realtà, almeno fino al XX secolo, questo vitigno non ha conosciuto grandi fortune. Era utilizzato per la produzione di vini dolci oppure veniva utilizzato come vino base per la produzione del Vermouth. Inoltre, il prestigio degli altri grandi vini bianchi del Sud e dei vini rossi pugliesi, Negroamaro, Primitivo di Manduria e Nero di Troia, lo mettevano in una posizione di secondo piano. Col tempo, l’evoluzione dei gusti e delle tecniche produttive, unita all’interesse sempre crescente verso i vitigni autoctoni, ha portato alla riscoperta del vitigno Verdeca. La sua vinificazione in purezza è ormai un simbolo dell’enologia pugliese e i suoi vini bianchi sono tra i più tipici e qualitativi della regione.

Il nome di questo vitigno autoctono pugliese, che si è saputo adattare perfettamente al terroir e al microclima di questo territorio, deriva sicuramente dal colore verde dei suoi acini e dai riflessi verdolini che si notano all’esame visivo dei suoi vini. La sua zona prediletta della Puglia è la Valle D’Itria e alcuni territori delle province di Bari, Brindisi e Taranto.

Le origini del vitigno Verdeca sono avvolte nel mistero, tanto che risulta impossibile stabilire con certezza la sua provenienza. Gran parte degli studiosi ritiene che le sue origini, come per gran parte dei vitigni tipici dell’Italia meridionale, vadano rintracciate nella vicina Grecia. Anche il vitigno Verdeca, dunque, sarebbe stato introdotto nella nostra Penisola nel corso della colonizzazione greca, per poi adattarsi perfettamente al contesto pugliese. Recenti studi del DNA hanno portato alla luce la strettissima relazione che il vitigno Verdeca presenta con un altro autoctono pugliese, il Pampanuto. Per lungo tempo, considerati due distinte varietà, oggi è sempre più diffusa la convinzione che, in realtà, ci troviamo di fronte ad uno stesso vitigno. Infine, non manca chi ipotizza una parentela con il vitigno Alvarinho, tipico del Portogallo, in particolare di quella regione, a nord del Paese, che prende il nome di Vinho Verde.

“Verdeca” Valle D’Itria Igp 2021 Cantina Cardone

All’esame visivo il colore evidenzia la sua innata caratteristica cromatica, un giallo paglierino dagli intensi riflessi verdolini illumina il calice. L’estate rovente appena trascorsa non ha causato troppi problemi a questo vitigno che è abituato a resistere alle alte temperature, prediligendo terreni argillosi e le zone collinari. Non a caso, gran parte dei suoi vigneti si trovano ad altitudini comprese tra i 200 e i 400 metri sopra il livello del mare. Al naso emergono intense note fruttate agrumate arricchite da sentori floreali come i gelsomini, sensazioni erbacee e profumi di salvia e rosmarino. Al palato è fresco, leggero, sapido, minerale e persistente. Perfetto in abbinamento con un piatto di spaghetti alle vongole, il prezzo è alquanto democratico siamo massimo sui dieci euro a scaffale.

 

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