Casale Ferrovia, il ristorante di Carovigno che riproduce il salotto di casa

Il casale è sempre lì, accanto alla stazione ferroviaria di Carovigno, con la sua massiccia e rassicurante mole che evoca antiche storie di lavoro agricolo, di attività olearie e di vita di campagna. Eppure una volta varcato il cancello della struttura che accoglie gli ospiti con l’emblematico nome di Osteria Casale Ferrovia, il passato e il presente si fondono all’improvviso, e si risolvono nel confortevole recinto di una piccola oasi circondata dal verde e dal silenzio, dove anche il passaggio dei treni risuona come un’eco lontana. E il tutto è il risultato del lungo lavoro e della grande passione dei due padroni di casa (è il caso di dirlo), Giuseppe Galeone e Maria Lanzilotti, che nel corso di circa un ventennio hanno avuto la capacità di gestire due diverse e suggestive realtà locali.

Prima Il Castelletto e poi il Casale Ferrovia appunto, progressivamente restaurato e trasformato in modo da rendere l’atmosfera complessiva sempre più elegante e allo stesso tempo rilassante, tale da regalare la piacevole sensazione di trovarsi in un’abitazione privata. O meglio, nelle sale da pranzo di un’abitazione privata. Il plurale è d’obbligo perché si può scegliere di prendere posto nella “quadra”, con il valore aggiunto delle vetrate a parete affacciate sulla graziosa piscina che fa da cornice alle cene estive. Oppure si può optare per il comfort discreto della “historia”, che si trova all’ingresso ed è stata la prima a essere utilizzata: tra vezzosi angoli arredati come salottini e policromi piatti di ceramica, bellissimi pavimenti e alcuni mobili d’epoca, comunque illuminati nelle giornate di sole dalle ampie finestre che guardano il giardino. Poco importa tuttavia in quale ambiente ci si siede a tavola.

Fondamentale è invece la costante presenza di Giuseppe, che rivolge un cordiale benvenuto tanto ai nuovi arrivati quanto ai clienti abituali, e sa condire le pietanze preparate ai fornelli da Maria con il prezioso racconto di ataviche consuetudini alimentari. Come nel caso delle memorabili orecchiette di farina di carrube con rucola, salsa di pomodoro e schiacciata di ricotta, un piatto che discende direttamente dalla cucina povera di una volta, quando le carrube si raccoglievano liberamente lungo le strade, e il modesto siero del latte era una valida risorsa per chi non si poteva permettere il formaggio. In alternativa una sinfonia di sapori autentici, a partire da due deliziose proposte di antipasto: fave e cicorie con alici, salicornia e chips di riso al nero di seppia; e uovo con pancetta, crostini e crema di caciocavallo. Due proposte che invitano a continuare con i robusti secondi di carne. Che si tratti del pollo allevato a terra con crema di carote e cipolle affumicate, o della guancia di vitello cotta nel Negroamaro e schiacciata di patate. Si chiude con uno squisito e originale tiramisù in coppa, sul quale viene versato il caffè espresso bollente. L’ottimo olio di propria produzione può degnamente accompagnare le fragranti tipologie di pane, cracker e grissini. Magari con l’aggiunta di un buon bicchiere di vino.

www.casaleferrovia.it

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