“Adotta un ulivo”: l’iniziativa dell’azienda Sabino Leone per riscoprire il territorio

Per nostra fortuna le aziende agricole non sono più luoghi dedicati esclusivamente alle attività produttive. La buona e diffusa pratica degli imprenditori di aprire le porte dei propri poderi per mostrare i metodi di coltivazione, l’origine e la qualità dei prodotti sta contribuendo a rendere i consumatori più attenti, oltre che consapevoli dell’importanza del settore agricolo.

Con questo spirito nasce l’iniziativa “Adotta un ulivo” dell’azienda Sabino Leone di Canosa di Puglia, specializzata in olivicoltura e impegnata nella valorizzazione delle cultivar autoctone. La ricerca di una propria identità ha portato l’azienda a percorrere e chiudere tutte le fasi della filiera, fino alla creazione di un suo brand, oggi commercializzato in tutto il mondo.

“Mio nonno – racconta Nino Leone, Responsabile Commerciale – ha comprato il primo ettaro di terra nel 1964, con mio padre poi l’attività è cresciuta sempre di più. Nel 2010 abbiamo realizzato il frantoio e reso l’azienda polivalente, aperta a 360°. Infatti non abbiamo costruito il classico capannone da frantoio, ma una struttura bella e interamente visitabile perché l’azienda va vissuta. Grazie a degli esperti del settore e dopo anni di studio siamo diventati leader a livello mondiale. Siamo, forse, l’azienda italiana più premiata al mondo nei concorsi dedicati qualità dell’olio degli ultimi anni”.

È proprio Nino il promotore di “Adotta un ulivo”, una pratica, quella dell’adozione di una pianta, che scopre durante gli anni universitari trascorsi a Bologna. Nella Piana del Ferrarese, dove la coltivazione del kiwi è molto diffusa, gli agricoltori utilizzano questa iniziativa per avvicinare i consumatori al mondo agricolo.

“Noi abbiamo degli ulivi secolari di circa 220 anni, messi a dimora nei primi dell’Ottocento. È bello mostrare alla gente queste piante secolari, far vedere che il nostro territorio può offrire tanto, far capire che l’agricoltura è un settore molto importante per la nostra Nazione. Il Made in Italy è uno dei marchi più riconosciuti al mondo dal punto di vista agroalimentare, quindi, dobbiamo essere orgogliosi di ciò che i nostri avi hanno fatto nel passato. La Puglia, poi, è una regione che vive di agricoltura e produce più del 45-50% dell’olio nazionale italiano. Queste sono iniziative che fanno comunicazione, fanno rete, fanno impresa”.

L’adozione diventa, quindi, il pretesto per invogliare la gente a riavvicinarsi alla terra. A fronte di un contributo ogni cliente riceve il quantitativo di olio prodotto mediamente da una singola pianta, ma fino al periodo della raccolta può monitorare la coltivazione del proprio ulivo, sia dal vivo sia da remoto, vedere come e dove cresce, scoprire i metodi di irrigazione e di recupero degli scarti agricoli.

“Mio padre nel lontano ‘96 fu tra i primi ad utilizzare la subirrigazione capillare per la coltivazione degli ulivi, che permette di irrigare direttamente le radici, senza dispersione ed evaporazione di acqua. Stiamo lavorando per acquisire la Certificazione ISCC PLUS e applichiamo l’economia circolare alla gestione dei rifiuti di produzione. Il nocciolino, infatti, è un ottimo combustibile a km0, che usiamo per riscaldare tutta la nostra struttura, la sansa viene utilizzata come compost per i terreni, mentre le foglie diventano mangime per uso zootecnico. La nostra passione più grande è quella di coltivare la terra, abbiamo quindi una predisposizione innata a farlo in maniera sostenibile, perché il vero agricoltore è colui si prende cura del territorio”.

 

 

 

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