È possibile che ci sia una connessione tra l’andamento climatico e il consumo di vini bianchi e rosati? Ebbene sì, molto spesso il consumatore si lascia influenzare sulle scelte enoiche dall’aumento o dal calo delle temperature. I bianchi e i vini rosati si consumano abitualmente in primavera e in estate, mentre i rossi durante il resto dell’anno. Vogliamo sfatare questa tendenza proponendo in questa fase iniziale d’autunno in cui il caldo rovente del mese scorso appare già come un ricordo lontano un vino rosato: Sogno di Volpe della cantina Ariano, nel cuore pulsante del Tavoliere delle Puglie.
Attilio Ariano ha ereditato la storica azienda agricola, che dal 1997 lavora in regime biologico, conversione avviata in tempi non sospetti, tempi in cui il Bio non era di tendenza. La lungimiranza aziendale è evidente anche quando nel 2005 si dota di una moderna struttura produttiva e di impianto fotovoltaico, scelta che in questi tempi di crisi energetica rappresenta una visione illuminata. La sostenibilità fa parte della filosofia aziendale che la persegue da anni con lo scopo di valorizzare la qualità della produzione. Oggi questi valori sono portati avanti dall’ultima generazione, Federica Ariano e Aldo Avello, che curano l’aspetto tecnico-produttivo, Manuela Ariano e Omar Leonardi la commercializzazione e il marketing.
Il contesto territoriale dove si colloca la cantina Ariano è tra San Severo e Torremaggiore in uno spazio agricolo e paesaggistico attraversato dai colori, profumi e sapori tipici del Gargano e del Tavoliere delle Puglie. Il Gargano riesce a conservare quell’aspetto selvaggio che lo rende unico, un angolo di paradiso fatto di panorami sempre differenti e affascinanti. Lungo la costa si alternano baie strettissime, spiagge sabbiose, spiagge di ghiaia, faraglioni, falesie a strapiombo sul mare, grotte, anfratti e calette segrete.
Nell’entroterra, il vero cuore verde del Parco Nazionale del Gargano è la Foresta Umbra, dove il sole fatica a penetrare e i paesaggi sono fiabeschi.
“Sogno di Volpe” Igt Rosato 2021
Il colore è reso così bello grazie ai riflessi ramati brillanti e i profumi che si susseguono dal calice evidenziano un bagaglio olfattivo ampio. Fragoline di bosco e lamponi riempiono le note fruttate, mentre la nota erbacea e speziata è degna di nota. Dalla celebre favola di Fedro ad un sogno diventa realtà; quel grappolo troppo bello ed inarrivabile per la volpe è diventato il simbolo della linea biologica della cantina. Il Nero di Troia è il vitigno che compone questa bottiglia da servire a una temperatura che oscilla tra gli otto e i dieci gradi. Tra qualche giorno inizierà la vendemmia per la nuova annata e si spera nella clemenza del meteo per permettere di poter svolgere questa delicata operazione nel modo più sereno possibile. A scaffale in enoteca questo vino raggiunge i dieci euro che diventano sedici nella carta vini di un ristorante. Ottimo l’abbinamento con un piatto di tagliolini allo scoglio.