La quantità di vitigni autoctoni in Puglia permette di poter assaggiare vini non convenzionali con un bagaglio olfattivo che riesce sempre a catturare il palato e l’attenzione di chi gli assaggia. Il Bombino bianco è uno di questi, che trova la sua zona prediletta nella provincia di Foggia specialmente nei dintorni di San Severo, dove costituisce un’immensa area viticola, ma anche sul Gargano e nella zona di Lucera. Questo vitigno è facile da reperire anche in Basilicata, nei dintorni di Potenza, dove nella zona di Melfi occupa un posto importante nei vigneti. Viene coltivato anche in Molise ed è conosciuto anche in provincia di Cosenza ed in quella di Avellino. Il Bombino bianco è una delle varietà più importanti nel sud dell’Italia e si trovano buone superfici coltivate anche nel Lazio, nelle Marche, in Abruzzo e perfino in Emilia-Romagna, dove è conosciuto con il nome di Pagadebit. Il Bombino bianco probabilmente è di origine spagnola, ma risulta presente in Italia da tempo immemorabile. In Puglia il Bombino bianco ha stupito per i risultati ottenuti in fase di spumantizzazione, la spiccata acidità è una di quelle caratteristiche che gli permettono di produrre bollicine dall’ottima struttura e dalla lunga persistenza. In questi giorni i produttori si apprestano a iniziare la sua vendemmia che si allunga anche verso fine settembre, regalando rese molto alte.
“Dilucere” è il nome dell’ultima bottiglia nata nell’azienda agricola Paglione, che sin dal 1994 porta avanti un’agricoltura biologica per seguire una filosofia di vita e non un trend dettato dalle richieste attuali del marcato. Questa etichetta che nel nome rievoca una parola latina che significa “essere chiaro, divenire manifesto” apre un nuovo capitolo nel suo racconto enogastronomico. In questa particolare bottiglia il Bombino Bianco si divide al 50% con la presenza di Malvasia Bianca, altro vitigno che in Puglia fa da padrone. Dilucere vuole essere un omaggio alla chiarezza e alla luminosità della nostra terra, alla prima luce del mattino, quella che spezza il buio della notte al dilucolo dell’alba, quella stessa luce di Puglia che fece innamorare Federico II.
“Dilucere” Igt Daunia Bianco 2021
Dalla contrada Perazzelle provengono i due vitigni che compongono questo blend per il 50% realizzato con Bombino bianco e per la restante parte con Malvasia bianca. Il nome di questo vino porta con sé un significato implicito che rievoca chiarezza, riuscendo ad apparire così com’è senza orpelli o modifiche che potrebbero renderlo diverso. Il suo colore intenso nel calice rimanda alle suggestioni dell’estate, alle lunghe giornate assolate tipiche di queste annate così calde. Al naso si percepisce in netta evidenza una nota agrumata che s’impone sui profumi fruttati di pesca a polpa gialla e qualche cenno di note tropicali come il mango e l’ananas. Gocce di miele d’acacia si percepiscono in lontananza accompagnate da sentori più minerali. Alla fase gustativa questo vino palesa la propria natura apparendo in tutta la sua freschezza, sapidità e persistenza. Il primo anno produttivo evidenzia una consapevolezza ormai acquisita sul campo dopo una vita trascorsa tra le viti. La fermentazione alcolica avviene spontaneamente in acciaio inox a una temperatura controllata di 16 -18 °C, mentre quella malo-lattica è totalmente svolta in acciaio inox, subendo un affinamento di sei mesi in cisterna di acciaio inox. Il vino non è né filtrato e né stabilizzato.
Il primo anno di produzione si attesta su un numero di bottiglie che raggiunge le 3491 unità, per dovere di cronaca la bottiglia aperta corrisponde alla numero 317.
Un vino con una spalla acida così pronunciata starebbe bene in abbinamento a un piatto di vitello tonnato è consigliabile servirlo a una temperatura di dieci gradi.