Siamo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, esattamente nel Comune di Poggiorsini in provincia di Bari, quello che un tempo fu feudo degli Orsini Duchi di Gravina. Un luogo questo di rara bellezza, dove si conserva un ecosistema importante tra flora e fauna, oltre ad una serie di bellezze storico e artistiche. Ed è proprio qui nel cuore del parco che si trova un ricco bacino idrogeologico da cui nasce e viene imbottigliata l’acqua Minerale Orsini.
Non staremo qui a dire quanto sia buona al palato o parlare di residuo fisso e caratteristiche organolettiche, la bontà di quest’acqua – di cui abbiamo deciso di parlare oggi – sta nella sua mission di sostenibilità. Sostenibilità aziendale e ambientale, sono questi i due pilastri su cui il nuovo marchio di acqua oligominerale ha preso forma e si sta proponendo nel mercato dell’horeca, cercando anche di diventare l’acqua di riferimento per la ristorazione del territorio.
La società Sorgente di Puglia che sta dietro a questo marchio è stata costituita ad hoc da imprenditori e Manager locali di lunga esperienza nel settore, proprio con l’obiettivo di creare sinergia, valore ed economia sul territorio di appartenenza.
Abbiamo voluto approfondire questi aspetti sostenibili facendo qualche domanda ad Antonio Bisceglia, project manager dell’azienda, che abbiamo incontrato in diversi eventi food in giro per l’Italia e che ci racconta in dettaglio com’è nato il progetto Acqua Orsini e come si sta sviluppando.
Con il vostro nuovo claim che messaggio volete trasmettere?
Il nostro nuovo claim è “Nobile per Natura e Sostenibile per Scelta”. Un messaggio posizionante, ponte tra passato e futuro. È “nobile per natura” perché vuole valorizzare sia le origini dell’acqua sia quelle della famiglia da cui prende il nome: nasce così com’è ovvero pura, oligominerale, dal basso contenuto di sodio e una buona dose di bicarbonato, nel Parco Nazionale dell’alta Murgia che un tempo fu Feudo degli Orsini, della famosa famiglia papale. Mentre “sostenibile per scelta” esprime l’orgoglio di una scelta quotidiana e condivisa tra il brand e il proprio pubblico. Diventa così, attenta all’ambiente e rispettosa del pianeta che la ospita.
Dietro il vostro progetto c’è una sinergia di produttori che cerca di conquistare il mercato regionale, magari togliendolo a produzioni non pugliesi. Qual è la situazione del mercato in Puglia per quanto riguarda le acque minerali?
La Puglia, a differenza delle altre Regioni Italiane, sconta un forte deficit tra estrazione e produzione propria e acquisto di acque minerali extra Regionali. L’attuale produzione soddisfa solo il 3% del fabbisogno, il restante 97% dei consumi è coperto da acque minerali proveniente da altre Regioni Italiane con un negativo impatto per la salvaguardia del nostro ambiente in relazione alle emissioni di anitride carbonica, l’impatto è paragonabile al passaggio di oltre 1.000 autotreni al giorno.
Quali sono i vostri obiettivi di mercato? A parte la Puglia, avete pensato le vostre acque per dei target differenti?
Gli obiettivi del Brand Acqua Orsini puntano a incrementare il market share e distribuzione nel mercato regionale pugliese collaborando con tutti i canali di vendita per assicurare una catena di distribuzione corta tra produzione e consumo (KM0). Allo stesso tempo abbiamo incominciato il percoso di espansione di Acqua Orsini nel canale Horeca di Campania,Calabria, Basilicata e Lazio con la nostra Linea VAR Black&Platinum.
Da dove arriva la vostra acqua e che caratteristiche ha?
Acqua Orsini nasce all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in cui si susseguono alture rigogliose, verdi distese pianeggianti e numerosi corsi d’acqua. Le risorse idriche presenti sul suo territorio, così come la flora e la fauna, ne costituiscono una ricchezza preziosa da tutelare. Il Parco ha una superficie complessiva di 68.077 ettari e si estende tra la provincia di Bari e quella di Barletta, Andria e Trani, includendo al suo interno ben 13 Comuni, tra cui Poggiorsini. La nostra acqua è naturalmente oligominerale, povera di sali e con un equilibrato residuo fisso di soli 298 mg/ L. Lo scarso contenuto di sodio, pari allo 0,001%, e l’apprezzabile dose di bicarbonato, corrispondente a 225 mg/L, le conferiscono un gusto piacevole e leggero, che appaga la sete e il palato.
Veniamo ora al progetto di sostenibilità che ha attirato la nsotra attenzione. Un progetto importante pensato in ogni singolo passaggio fino al packaging. Ci racconti qualcosa di più?
Certo, si tratta del progetto Sostenibilità, un progetto trasversale dalla produzione all’imbottigliamento. Attraverso l’uso misurato e controllato delle falde acquifere, ci impegnamo nel conservare quelli che sono gli equilibri naturali del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente. Il modello di industria 4.0 mira a processi sempre più efficienti, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento creando valore sostenibile, coinvolgendo e sensibilizzando il consumatore. Il progetto sostenibilita si divide in 5 iniziative:
L’utilizzo della Vegbottle, la nuova bottiglia PET, composta fino al 30% da materiale proveniente da canna da zucchero, che va a sostituire le sostanze non rinnovabili di derivazione fossile;
L’impiego delle energie rinnovabili che ci permette di contenere il consumo di CO2, contribuendo alla salvaguardia del Pianeta attraverso un utilizzo più consapevole delle risorse. E attualmente apporta piu del 60% del fabbisogno di energia elettrica.
Abbiamo adottato il Lightweighting, un concetto trasposto dall’industria meccanica che ci permette di ridurre il peso di tutti gli imballaggi, dalle bottiglie PET sino ai materiali di packaging accessori, diminuendo la quantità di plastica immessa nell’ambiente.
E sempre rimanendo sul packaging abbiamo delle etichette serigrafate nella linea VAR e certificate FSC in quella PET ne favorisce lo smaltimento, riducendo inoltre i consumi di acqua e di carta legati alla loro produzione. E questo permette poi sia il riciclo che il riuso del pack.
Se per le bottiglie in PET avete le Vegbottle per le bottiglie in vetro state riproponendo il vecchio concetto del vuoto a rendere. Abbiamo visto le vostre bottiglie pensate anche per l’horeca, molto eleganti e di design con delle soluzioni ad hoc tutte sostenibili ed ecofrinedly. Ci dici qualcosa in più?
Si, per la linea vetro abbiamo pensato molto alla sostenibilita, al gusto e design. È una linea dedicata all’alta ristorazione e hotellerie, dove abbiamo scelto una bottiglia stile “Borgognotta” in vetro extra white. Una bottiglia studiata per essere sempre perfetta a tavola grazie alla forma non si riga durante i lavaggi (normalmente usiamo le bottiglie 30 volte) e inoltre l’etichetta con decorazione serigrafata la rende elegante e sostenibile. È una bottiglia sostenibile perché non avendo un’etichetta di carta non c’è alcuno spreco di carta e acqua nel processo produttivo e di riutilizzo (solitamente si usano 10-12 liitri di acqua per rimuovere le etichette delle bottiglie VAR).
E infine cosa significa acqua a KM0?
KM0 è la distribuzione dell’acqua imbottigliata nelle aree vicine (50 KM) allo stabilimento di produzione. I brevi trasporti di acqua su gomma, dalla produzione ai punti di acquisto, contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento ambientale. Si stima che, per ogni imbottigliamento di 100 Litri di acqua per 100 chilometri di trasporto su gomma, si producono emissioni pari a 10 kg di anidride carbonica.