Novella Pastorelli, Presidente del Consorzio Primitivo di Manduria racconta i successi del vitigno principe di Puglia

Negli ultimi anni la Puglia ha acceso i riflettori sui vini di territorio. Tanti gli autoctoni riscoperti e riportati in auge, molte le conferme su quelli che sono i vini più noti. Dietro a questo successo e all’attenzione che gli addetti ai lavori e i winelovers hanno c’è un grande lavoro sul territorio, un lavoro che viene dalle singole aziende e dai consorzi, che puntano a valorizzare la Puglia enologica.

Il Primitivo di Manduria nello specifico pare stia diventando negli ultimi mesi il vino dei primati e dei record. Partiamo da alcuni dati numerici elaborati dall’Osservatorio Signorvino, la catena di enoteche con cucina lanciata nel 2012 da Sandro Veronesi, che ogni anno monitora i consumi interni di enoteche ed e-commerce per definire trend e interessi in fatto di vino. Il Primitivo di Manduria compare nelle classifiche delle 15 doc più bevute e acquistate e al terzo posto tra i 5 vini rossi più richiesti, con un aumento delle vendite durante lo scorso anno del 15%. Dato importante che abbraccia un pubblico italiano proveniente da diverse regioni e localizzato nello specifico nell’area centro-nord del Paese.

A quanto pare il Primitivo di Manduria è un vino a cui piacciono le sfide e lo dimostra quotidianamente con il lavoro svolto dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, che dal 1998 sostiene e valorizza la Dop, con una squadra composta da 62 cantine, oltre 1.800 soci viticoltori per 5.000 ettari vitati in 18 Comuni tra Taranto e Brindisi.

A rappresentare il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria per la prima volta da gennaio 2022 è stata scelta all’unanimità una donna, Novella Pastorelli, rappresentante di Cantine Due Palme, avvocato ed esperta di diritto vitivinicolo, che abbiamo intervistato di ritorno dal Prowein per conoscerla meglio e curiosi di capire quale sentiment c’è intorno al Primitivo di Manduria.

È la nostra prima volta al ProWein e questo per noi è già motivo di orgoglio – ci dice la Presidente del Consorzio.  Nonostante siano mancati alcuni visitatori mondiali – con un’Asia ancora praticamente chiusa per la pandemia e un’Europa infiammata dalla guerra russo-ucraina – diversi buyer intenazionali si sono affacciati presso il nostro stand per degustare il Primitivo di Manduria. Paesi come la Spagna, l’Argentina, i paesi dell’Est, del Vietnam e della Corea del Sud hanno apprezzato le nostre etichette e tutti hanno notato la differenza qualitativa tra la nostra Dop e gli altri vini Primitivo: un vino dal maggior carattere, corpo, ricco di alcol naturale e quindi non fortificato”.

Le parole della Presidente confermano le dichiarazioni precedenti alla manifestazione in cui si sottolineava quanto il Primitivo di Manduria gode di grande fama all’estero, soprattutto in Germania.

Perchè piace così tanto il Primitivo di Manduria?

Sì è vero, il Primitivo di Manduria Dop riscuote particolare interesse in Germania, uno dei primi Paesi per l’export con un trend in continua crescita, circa il 25%. Il Primitivo di Manduria piace perché nasce dall’incontro tra l’entroterra e il mare e porta dentro di sé l’essenza di due mondi: quello del suolo calcareo e argilloso della terra rossa e quello minerale delle acque dello Ionio. Inconfondibile è il suo profumo di lentisco selvatico, pianta che si trova nei vigneti e che fa parte della macchia mediterranea.

Novella Pastorelli per la prima volta una donna alla guida del Consorzio del Primitivo di Manduria, e le donne si sa hanno non solo creatività, ma anche concretezza, quali sono gli obiettivi di questo mandato e come vuole promovere questo grande vitigno pugliese?

Questo Consiglio di Amministrazione in soli pochi mesi dal suo insediamento ha portato a termine e completati dei grandi progetti. Insieme al Consorzio di Tutela dei Vini Doc Brindisi e Squinzano, del Salice Salentino Doc, Olio di Puglia Igp e DAJS – Distretto Agroalimentare di qualità Jonico Salentino, siamo coinvolti nel progetto “Radici Virtuose”, un programma di promozione finanziato dal Mipaaf, volto al rilancio dei prodotti e del paesaggio jonico salentino. Le azioni del progetto saranno rivolte a promuovere la Dop a livello nazionale e internazionale, mostrare i nostri i luoghi tramite la storia e le bellezze naturali, divulgare informazioni scientifiche attraverso la collaborazione con organismi di ricerca, promuovere e rilanciare i territori dell’area della dop attraverso l’enoturismo, campagne pubblicitarie e attività di incoming.

Inoltre, siamo stati presenti al Vinitaly e al Prowein e saremo gli sponsor del Festival della Valle d’Itria. Ci siamo anche già adoperati per incrementare l’attività di tutela del nome Dop Manduria e per la sua promozione. Nei prossimi tre anni saremo presenti nei maggiori paesi intenazionali con eventi, masterclass e degustazioni ad hoc. Ci teniamo a spiegare in maniera semplice e chiara che al vertice della piramide c’è la Dop Primitivo di Manduria, di cui vogliamo rappresentare le varie facce: quella della fascia costiera, quella dell’entroterra e di tutti i 18 comuni della nostra areale.

Il nostro ruolo di tutela e vigilanza poi ha tante forme ed è per questo che insieme al consiglio di amministrazione abbiamo deliberato il via alle fascette da apporre sulle bottiglie di Primitivo di Manduria doc. Vogliamo dare dignità al nostro vino soprattutto all’estero in quei mercati dove spesso siamo colpiti da contraffazione.

Tra i vini che hanno avuto un aumento della richiesta in Italia secondo l’Osservatorio del catena SignorVino c’è il Primitivo di Manduria. Un vino del sud che si sta attestando come uno dei vini di punta scelti nei locali del centro e del nord italia. Come valuta questo trend?

Il nostro Primitivo di Manduria piace perché è potente, molto gradevole, adatto a ogni occasione ed è un vino che continua a stupire: ogni sorso è diverso da un altro. Lo si può bere giovane quando è irruente e sincero, ricco di profumi, oppure maturo, caldo, pacato, dai tannini più attenuati e più elegante.

Piace molto alle donne, ma anche agli uomini che lo considerano il compagno ideale per cene di lavoro importanti o per occasioni speciali e piace anche perché la versione dolce naturale è considerato il «perfetto confidente» come vino da meditazione, da degustare anche da soli davanti a un buon libro o sorseggiare per godersi i panorami.

Qual è lo stato di salute del Primitivo di Manduria

Gode di ottima salute perché vive una importante fase di crescita. Per tanti anni, i viticultori e le cantine della nostra Doc si sono dedicati alla produzione, alla vendita e alla distribuzione, compiendo passi da gigante. Il nostro obiettivo è sempre più quello di interpretare i bisogni del territorio in termini di sostenibilità, di rappresentazione e narrazione dei luoghi in cui la Doc è radicata. La Doc sta crescendo tanto e lo dimostrano numeri, reputazione, interesse da parte del consumatore e distribuzione geografica, essendo presente in molti stati. Complessivamente la produzione viaggia verso quei mercati interessati al vino italiano come Germania, Svizzera, Sudamerica ma anche il sud est asiatico. Nel complesso godiamo di un ottimo posizionamento ed un prezzo medio alto. La Doc Primitivo di Manduria è riconosciuta come un segno di qualità e i nostri acquirenti sono disposti a spendere il giusto per acquistare il vino. In Italia, il lavoro è più lento ma è sotto gli occhi di tutti: l’impegno dei produttori della zona del Primitivo è molto visibile, così come è visibile la veloce crescita a cui stiamo assistendo.  

Presidente di Consorzio, ma prima ancora produttrice di vino. Cosa ama di questo lavoro e cosa vorrebbe cambiare?

Amo il contatto con la terra, i colori del tramonto, i profumi che i vigneti emanano e vedere crescere il frutto. Vorrei che ci fosse maggiore attenzione alle esigenze dei viticoltori da parte delle istituzione tutte. Il viticoltore è il fulcro di tutto, è da lui che si inzia per poi proseguire con i trasformatori e gli imbottigliatori che concludono in maniera eccellente il lavoro. Per crescere dobbiamo collaborare tutti insieme per il bene del territorio, non guardando il nostro vicino come un concorrente ma come un alleato.

Da donna cosa dice alle donne del vino? 

Non ho nulla da dire alle donne, già chiedendomi ‘cosa dice alle donne’ si sottolinena una differenza tra uomo e donna. Cosa che non dovrebbe esistere, così come non dovrebbere esistere le quote rosa; quando non ci sarà più l’esigenza di sosttolineare allora vorrà dire che ci sarà davvero parità.

 

 

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